Acqua, valli, terra, storia e tradizioni. Tessere di un mosaico naturalistico-ambientale che si uniscono, per consentire al turista e visitatore di vivere un’esperienza indimenticabile fatta di silenzio e del lento scorrere del fiume Po, vivifico padre dell’ampio territorio costituito dal Parco del Delta del Po emiliano-romagnolo, che racchiude un paesaggio in cui natura, storia ed arte convivono da secoli in delicato ed incredibile equilibrio.
Integrati alla zona umida costituita dal Delta, nel territorio del Comune di Mesola, sono conservati e visitabili alcuni residui di bosco, testimonianza delle lussureggianti foreste di cui era coperta questa parte di territorio, su fino al fiume Tagliamento. All’interno del bosco è stata definita la Riserva Naturale del Bosco della Mesola, conosciuta per la presenza di un cervo autoctono detto della Mesola e delle Dune. Il Bosco, che si sviluppa su un articolato sistema di antichi cordoni dunosi, presenta una vegetazione tipica della macchia mediterranea, in cui predomina il leccio ed è visitabile fruendo di alcuni percorsi tracciati, di diversa lunghezza.
Da Mesola, percorrendo le golene e gli argini del Po di Goro, si possono ammirare anse e specchi d’acqua interni di pregevole fattura naturalistica, con avifauna e flora tipici, che sfocia nella più grande laguna salmastra dell’Adriatico. Si tratta della Sacca di Goro, separata parzialmente dal mare dallo Scannone di Goro, una lunga striscia di terra in perenne lotta con l’uomo che ne evita con ripetuti alacri interventi, l’ulteriore avanzamento che provocherebbe la chiusura della Sacca e lo strangolamento della florida economia del mare derivante dall’aquacoltura, ampiamente praticata sui mitili, soprattutto vongole, da parte in particolare dalla gente di Goro e Gorino. Dal porto di Goro è possibile effettuare escursioni turistiche di navigazione che conducono alla scoperta di questo caratteristico territorio palustre posto tra terra e mare, raggiungendo l’antica Lanterna ed il Faro di Goro.
Significativa per l’ambiente e per la declinazione storico-culturale, anche l’area ed il percorso definiti dall’alveo e dal tracciato del Po di Volano sul quale, ormai giunti al mare fruendo anche di una pista ciclopedonale posta sull’argine del ramo del fiume, si può visitare il complesso monastico millenario dell’Abbazia di Pomposa, famosa, oltre che per essere stata centro culturale di straordinaria importanza, anche come fonte di ispirazione per Guido Monaco che in questo luogo inventò la scala musicale. Proseguendo il viaggio, declinando lentamente verso il mare, si incontra l’ultimo suggestivo labirinto acquatico costituito dalle valli di Canneviè-Porticino, oasi naturalistica protetta. L’ulteriore ed ormai definitivo avvicinarsi alla foce del Po di Volano, permette al visitatore di incontrare l’imponente Torre della Finanza, anticomanufatto di controllo e guardia posto poco lontano dallo sbocco al mare del taglio della falce.
Ma, per compenetrare il vero spirito esalante dal territorio deltizio, umido e salmastro, non si può prescindere dallo stupefacente incontro con Comacchio e le sue valli, grandi distese di acqua salmastra, tuttora ambienti unici che testimoniano e rappresentano il secolare e profiicuo spirito di collaborazione ed azione combinata tra l’uomo e la natura che insieme hanno modellato questo territorio. Zone umide di grande valenza naturalistica, da conoscere e proteggere, che ricoprono un rilevante ruolo nella fruizione e gestione di questo delicato territorio.
Le valli di Comacchio, che attualmente si estendono per circa 11mila ettari, rappresentano una delle più importanti zone umide deltizie. Nelle sue acque, regno di tante specie di uccelli, tra cui il fenicottero rosa e di numerose piante palustri, si sono sviluppate e consolidate almeno fino agli ultimi anni del secolo scorso, importanti attività tradizionali come l’allevamento e la pesca di numerose specie ittiche tra cui primeggiava l’anguilla.
Dal crinale vallivo, lontana all’orizzonte ma con suggestiva presenza intagliata da una skyline bordeggiante il cielo, Comacchio offre al turista e visitatore il proprio caratteristico centro storico fatto di ponti e canali che delimitano e lambiscono importanti edifici di grande interesse storico e culturale. In origine, la caratteristica cittadina sorse su tredici isole, di seguito ridotte a meno della metà, a causa dell’imponente bonifica agraria che a partire dal diciannovesimo secolo, trasformò ed incise profondamente sia sul tessuto urbano che sul circostante territorio.
Visitando il centro storico ci si imbatte del ponte dei Trepponti che, edificato nel 1600, costituiva la principale porta d’ingresso nel reticolo di canali interni. Appena superata l’arcata principale del ponte, ci si imbatte nell’edificio un tempo adibito a pescheria, testimone del grande valore storico ma soprattutto economico rappresentato dalla pesca, per i comacchiesi. Proseguendo a piedi sul bordo del canale Pallotta, si può salire sul ponte degli sbirri da cui godere della splendida veduta del Rione San Pietro, uno dei quartieri più antichi di Comacchio. E, di fronte, il vecchio Ospedale degli Infermi, sede di Museo e di importanti eventi artistico-culturali. Sull’altra sponda del canale principale, si vede lo storico Palazzo Bellini e gli attigui locali adibiti a Museo della nave romana, rinvenuta nel 1981 in valle Isola, di cui viene esposto il prezioso carico.
Quindi, in pieno centro storico, sono da ammirare la Loggia del Grano o del Mercanti, la Torre dell’Orologio, l’antica cattedrale di San Cassiano, Patrono della città, la chiesa del Carmine, il più antico luogo di culto della città lagunare e la chiesa del Rosario. Proseguendo nella visita, sempre passeggiando, è possibile accedere al Santuario di Santa Maria in Aula Regia, luogo sacro e di profonda devozione mariana della comunità comacchiese, raggiungibile percorrendo il caratteristico Loggiato dei Cappuccini, costruito nel 1647, attraverso cui da una delle volte, si accede al complesso della Manifattura dei Marinati. Si tratta di un complesso di edifici che, dai primi del secolo ‘900, venne utilizzato come fabbrica per la lavorazione del pesce a diretta dipendenza comunale, attività svolta, fino al quel momento da numerosi privati. In questo modo, l’intero ciclo di lavorazione delle anguille e delle acquadelle, avveniva nei locali della Manifattura. La lavorazione cessò definitivamente nel 1990 per riprendere nel 2004 con l’istituzione di un nuovo laboratorio per la lavorazione dell’Anguilla Marinata tradizionale delle Valli di Comacchio.
Interessanti da vedere all’interno del complesso, la sala dei fuochi con la presenza di dodici grandi camini, disposti su un’unica linea e distribuiti in cinque coppie con aggiunta del primo e ultimo camino. Quindi la sala degli aceti per la preparazione della concia per conservare il pesce con la salamoia, mistura di aceto e sale che veniva utilizzata per la marinatura di anguille ed acquadelle. E la calata, banchina d’approdo delle barche ricolme di anguille, utilizzata per la consegna dei pesci per la successiva lavorazione. Nel locale, il pescato destinato alla marinatura, veniva selezionato per pezzatura. L’anguilla marinata oggi è riconosciuta come Presidio Slow Food. Fuori dal centro abitato di Comacchio, nella località balneare del Lido di Spina, tra le sette che costituiscono il litorale dei Lidi di Comacchio, è possibile visitate la Casa Museo Remo Brindisi. Aperta nel 1973 per volontà del pittore Remo brindisi, abruzzese di nascita ma comacchiese d’adozione, la Casa venne utilizzata sia come abitazione dal maestro che come atelier e laboratorio artistico. Attualmente ospita una ricca collezione di opere, quadri e sculture costituita da oltre due mila opere, frutto della pluridecennale acquisizione da parte del maestro Brindisi, rappresenta e documenta le principali correnti pittoriche che percorsero il Novecento a livello internazionale.
Piergiorgio Felletti
www.ildeltadelpo.it
Dove dormire:
Hotel Logonovo – Lido degli Estensi (Fe) – www.hotellogonovo.it
Agriturismo Valle Isola – San Giuseppe di Comacchio (Fe) – www.biovivere.com
Albergo Uspa – Gorino (Fe) – 0533999883
Dove mangiare:
Ristorante La Tana del Gusto – San Giuseppe di Comacchio (Fe) – www.biovivere.com
Ristorante Uspa – Gorino (Fe) – 0533/999817;
Degustazioni e vendita vini delle sabbie e prodotti tipici:
Azienda Agricola Corte Madonnina – 44020 Pomposa di Codigoro (Fe) – http://www.cortemadonnina.it/