Visite?

Sabato VISITE. Settimana di Casalinghitudini di una volta (odio_via_col_vento)

Visite? E chi le ha mai fatte? E chi ne ha mai ricevute? Che a parte quelle conosciute dei nonni e di rado (molto, MOLTO di rado) dei cugini, la mia famiglia si avventurava di rado nelle case altrui. O lasciava che altri si avventurassero in casa nostra. Che non c’era nulla di più sconvolgente per la mamma dello squillo inatteso del campanello. Non che gli ospiti non fossero ben accetti, sia ben chiaro, ma solo se prima avevano avvertito. Questo dava alla mamma il tempo di togliersi i bigodini, riordinare il tinello (che non abbiamo la sala, dove la facciamo sedere la gente?) e la mia camera che, una volta alle medie, fu trasformata in ‘soggiorno’ con l’acquisto di un divano, due poltrone e un tavolino da caffè  in vetro che, pur detestando con tutta me stessa,  era mio compito spolverare. Quando era in ordine la ‘mia’ stanza era molto piacevole, con le pareti grondanti di libri (sono sempre stata un topo di biblioteca fin da piccola) e i mobili componibili di legno chiaro (con letto rientrante, ergo la trasformazione in 'sala'). Ma non era mai in ordine, e la mamma non faceva mai venire nessuno.

Ma coloro che avvertivano, quelli sì che erano benvenuti. Nulla era troppo: biscotti, merenda, gelato, baci, abbracci e risate. E i miei amici la adoravano mia madre. Che quando voleva la mamma era davvero affascinate. Era bella, simpatica, con la battuta pronta e la risata allegra.  Era piena di vita. Certamente molto più di me che da bambina ero timida e goffa e di certo la gente si chiedeva come fosse stato possibile che da qualcuno così solare fosse uscito un orso come me. Era lunatica come solo un Cancro può essere. 'Certo che con  lei non ci si annoiava mai: era come andare sulle montagne russe…’ dice papà ogni volta che la andiamo a visitare, piccola lapide di marmo alla certosa di Bologna. ‘Mi manca…’ dice lui. Manca anche a me.