Cerchiamo di capire i punti di forza e le debolezze dei tre più importanti concorrenti sulla scena dei visori per la realtà virtuale
La GDC 2015 sarà ricordata soprattutto per due tendenze: la distribuzione gratuita dei più usati e potenti motori grafici sul mercato e la presenza massiccia di visori per la realtà virtuale, con la conferma delle potenzialità del Project Morpheus di Sony per PlayStation 4, già visto durante la GDC 2014, e la presentazione di HTC Vive, primo hardware a utilizzare la tecnologia Lighthouse di Valve. Molti in questi anni hanno collegato la rinascita dell'interesse per queste tecnologie a Oculus Rift, il visore progettato da Oculus VR e attualmente nelle mani di Facebook, ma è facile affermare che dopo l'evento di San Francisco non è più così e che l'interesse del pubblico si è in parte spostato verso la concorrenza. In attesa di vedere come si comporterà il visore HoloLens di Microsoft, dotato comunque di una tecnologia molto diversa (si parla di realtà aumentata) e latitante alla GDC, cerchiamo di scoprire pregi e difetti dei tre attori principali attualmente alla ribalta. Le informazioni segnate in rosso sono da considerarsi ancora provvisorie o non confermate
Design e confortevolezza
Questa è la categoria che lascia meno dubbi: Sony con Project Morpheus ha fatto un lavoro eccezionale, sia a livello di design, sia a livello di confortevolezza della visione. Fortunatamente non stiamo parlando solo di bellezza esteriore, ma anche di comodità di utilizzo. Project Morpheus risulta non solo essere il più comodo dei tre visori in esame, ma anche quello che mette lo sguardo più a suo agio producendo una visione naturale, con lo schermo che sembra fluttuare di fronte agli occhi del giocatore. Viene quasi annullata la sensazione di stare indossando un visore, non fosse per il peso sulla testa. Dal canto loro HTC Vive e Oculus Rift (quest'ultimo ancora provvisorio) non possono vantare un design altrettanto raffinato e futuristico, ma adottano soluzioni più standard e, in un certo senso, rozze, anche se probabilmente più iconiche della realtà virtuale rispetto al concorrente. Entrambi sono ottimi oggetti, anche se non riescono ad assorbire completamente lo sguardo come Project Morpheus.
twittalo! Project Morpheus, HTC Vive e Oculus Rift: chi vincerà la guerra della realtà virtuale?
Tecnologia
Dal punto di vista tecnologico ad avere la meglio sembra essere HTC Vive, anche se le caratteristiche di Oculus Rift sono ancora da considerarsi provvisorie. Il visore progettato da HTC in collaborazione con Valve non ha solo una risoluzione dei due schermi maggiore rispetto ai concorrenti, ma sembra essere riuscito a risolvere il problema che da sempre piaga questi apparecchi: il motion sickness. Stando alle parole del patron di Valve e di chi lo ha provato, la percentuale di individui affetta da nausee e sensazione di vomito dopo averlo indossato è pari a zero.
Oculus Rift non è ancora riuscita a raggiungere un tale risultato, mentre Sony non si è sbottonata troppo sulla faccenda per Project Morpheus. Insomma, Valve con la sua tecnologia Lighthouse sembra aver fatto il miracolo ed entrambi i concorrenti dovranno fare qualcosa per stargli dietro, perché, come espresso da Carmack, uno dei rischi maggiori dei visori per la realtà virtuale è proprio il motion sickness: chi comprerebbe un oggetto che potrebbe farlo vomitare durante l'utilizzo? Come dicevamo, HTC Vive è una spanna sopra agli altri anche dal punto di vista della risoluzione e della pulizia dell'immagine. Prevedibilmente Sony non potrà fare molto di più di quanto già mostrato, visti i limiti hardware di PlayStation 4 che, portando il visore a risoluzioni maggiori, obbligherebbero a tagliare troppi dettagli dai giochi. È anche vero che Project Morpheus non sarà oppresso dalla concorrenza, dato che sarà l'unico visore compatibile con la console di Sony. Oculus Rift, rivolgendosi soprattutto al mercato PC, deve invece cercare di fare qualcosa per quantomeno raggiungere Vive, altrimenti rischia di diventare un prodotto marginale di un mercato che ha di fatto fondato, ma che ancora non ha aggredito. HTC Vive e Project Morpheus hanno dalla loro delle feature che per ora mancano a Oculus Rift: la possibilità di afferrare oggetti nella realtà virtuale con controller dedicati e dei sensori di movimento. Vive permette addirittura di camminare negli ambienti virtuali, grazie a due laser che scansionano le pareti, il pavimento e il soffitto. Si tratta di funzioni fondamentali per il successo dei visori, perché determinano la qualità dell'interazione con i mondi di gioco. Insomma, Oculus VR deve darsi una svegliata: di tempo ce n'è ancora, ma non vorremmo che passare dal ruolo di leader tecnologica a quello di inseguitrice possa esserle letale.Prospettive ludiche
Quali sono le prospettive ludiche per i tre visori? Questo è il campo dove attualmente Oculus Rift convince di più per il numero di titoli che già lo supportano o che ne hanno annunciato il supporto. Certo, è anche quello da più tempo sulla piazza e di cui gli sviluppatori conoscono meglio l'SDK. Quindi, per dare una risposta definitiva su questo punto, bisogna aspettare qualche mese, anche perché i maggiori motori grafici, Unreal Engine 4, Unity 5 e CryEngine, hanno già annunciato il supporto per HTC Vive. Quindi non crediamo occorrerà attendere molto prima che anche i vari team di sviluppo lo abbraccino, spinti anche dai vantaggi offerti da Valve tramite Steam. Project Morpheus dal canto suo ha una sola strada percorribile: Sony. Essendo una periferica dedicata a una sola macchina da gioco, è chi la produce che deve incentivare gli sviluppatori verso il supporto. Probabilmente i titoli multipiattaforma che supporteranno Oculus Rift faranno in modo di supportare anche Project Morpheus, ma vedere esclusive di peso per il visore di Sony sarà dura, anche se già si parla di Naughty Dog e Sony Santa Monica al lavoro su qualcosa.