Voi che mamme siete con le altre mamme?
Mi spiego. Mi è capitato di leggere in giro delle divertenti descrizioni di vari tipi di mamme, opportunamente catalogate per specie e provenienza. E ok, ci stanno, perché visto da fuori le mamme sono un mondo animale a parte, con tutte le loro caratteristiche specifiche e specifiche distinzioni.
Ma voi di che tipo siete? Nel senso nella realtà voi con le altre mamme come vi rapportate? Viste da fuori.
Siete diffidenti, espansive, riservate, invadenti.
Nel web è semplice, io seguo te tu segui me, ci si scambia un po’ di battute sterili, ci si legge e ci si consiglia poi bòn spento il PC perfette sconosciute. Potremmo incrociarci per strada e non conoscerci o magari andare d’accordo su FB e odiarci a pelle se ci si conosce.
Quindi superato il perbenismo che richiede la netiquette informatica, voi con le mamme del parco, dell’asilo, della piscina, come siete?
Questo è mio scoglio insormontabile. Dopo due anni buoni ho metabolizzato il fatto che sono mamma, e fin qui ok, ma vista da fuori ancora non mi vedo mamma. Cioè io non riesco a rapportarmi con le altre mamme, ci provo ma piu di un sorriso e di un CIAO, con tutta la buona volontà non mi viene. Con l’asilo credevo fosse più semplice, quale posto pullula di mamme più di un asilo nido? Niente io sola arrivo e sola me vado.
Le altre mamme fanno capannello, parlano, escono insieme e io niente. Cioè in realtà io e i cazzi miei ci facciamo abbastanza compagnia da soli, però mi farebbe piacere arrivare davanti al cancello rosso e scambiare due chiacchiere con qualcuna, invece resto sola sotto il mio albero (ho notato che tendo a fermarmi sempre nello stesso posto, abbasta in disparte) chiusa nel mio trench viola, nelle mie converse blu e dietro i miei occhiali neri (tattici come il caso richiede) ad aspettare che suoni la campanella.
Delle mamme degli amichetti della rana, in tutto 7, non conosco nemmeno tutti i nomi. Ho pensato che il problema potrei essere io, che magari dovrei essere più estroversa. Ma come si fa? Cioè che si dice a una mamma che non conosci per rompere il ghiaccio, per attaccare bottone. Ditemi di accalappiare un uomo, sono pronta, chiedetemi di farvi un cocktail acrobatico ci provo, volete che vi spilli il numero di telefono del barista, è già vostro. Ma non chiedetemi di parlare con un'altra mamma, non so proprio da dove si comincia.
L’idea di essere di disturbo, invadente, impertinente, di troppo, mi devasta. Cioè una potrebbe anche rispondermi “fatti i cazzi tuoi, chi ti conosce?” e c’ha ragione non si da confidenza agli sconosciuti. Però anche solo una chiacchiera verso la macchina ci starebbe bene. Voi le vostre amiche mamme dove le avete pescate? Le amiche non mi mancano, ma credo non figlieranno a breve, avendo me come esempio, poi, la cosa si fa ancora piu remota. Sono l’unica mamma e certe volte servirebbe una che sa di che stai parlando senza che ti guardi con gli occhi spiritati e inorridita se gli dici che la rana ha vomitato 3 volte in mezz’ora.
Non che senta l’esigenza di parlare di pappe e pannolini, che grazie a dio ce li siamo lasciati alle spalle, però… Ho una vicina, da tre anni un solo muro divide le nostre vite. Ci siamo scambiati regalini per i rispettivi figli ai loro compleanni, le ho portato un pensiero quando le è nato il secondo e biscotti a Natale. Spesso ci ritroviamo entrambe sul balcone a stendere i panni o fare altro, ma più di Ciao, Grazie e Prego o altre frasi di circostanza se ci si incrocia sulle scale non c’è. I nostri bambini vanno allo stesso asilo, classi diverse, e più di una mattina, siamo scese insieme, arrivate insieme, tornate insieme, roba che potremmo metterci d’accordo e magari accompagnare a turni i bambini, senza usare due macchine. Ma chi dovrebbe chiederlo a chi, e se lei non si fida a lasciare il bambino in macchina con altri?
Sono io il problema? Ditemelo, sono io che sono diffidente verso le altre mamme? Forse sono troppo riservata, perché a pensarci bene a me le persone troppo invadenti danno l’orticaria, quindi evito di esserlo io per prima. Non sono il massimo dell’espansione, se mi vieni a cercare ci sono, ma non aspettare che sia io a cercare te. Certe volte quanto un barlume di coraggio si staglia nella mia volontà e punto una mamma, la immagino come un mastino pronto a mordermi, o un soldato che mi brandisce il figlio come un fucile. Un bella gatta da pelare. Credo resterò un topo solitario finché la rana non imparerà ad andare e tornare da scuola, da sola. O aspetto le mie amiche, in quel caso farò loro da nave scuola.
Che si fa, si chiama un buon psicologo?
Vi saluto, devo andare a prendere la rana, il mio albero mi aspetta. Anche oggi la mia figurà vista da fuori si muoverà come un fantasma, tra decine di altre mamme. L’elemento di disturbo. La punta acida in un dolce al cioccolato. Sarà Il trench viola che porta sfiga?
La mia solidarietà a tutte coloro che come me fanno parte del tipo: Mamma solitaria, o la sfigata che dir si voglia!