Magazine Diario personale

Vita

Da Parolesemplici

Vita

Tu sei diapason vibrante

ed io la nota stonata.

Ricalchi certezze,

ma son’io l’impronta sporca

della tua carta a carbone

E la trama per sempre si è perduta.

Descrivi orbite circolari perfette,

laddove, del tuo compasso,

io sono l’inceppo,

perchè ho timore che si chiuda il cerchio:

amo l’incompiuto e l’incerto.

Tu la geometrica supponenza

che fonda il suo teorema,

quando io del mio sformarmi sono il precetto

essere in divenire.

Ricordo:

fui pietra e poi fiore,

una veloce gazzella e poi gabbiano in volo.

Ed ora questo mio esser uomo

per poi diventare altro ancora.

Si dilania la carne e provo dolore,

strappi che lasciano, nel tempo,

tumefatto lividore

E il mio terzo occhio

cerca un altrove  di luce nuova.

Del mio canto libero sono la voce,

dei miei inediti gesti la limpida traccia,

dell’orbita del mio cammino,il passo

E del mio sformarmi , sostanza.

A te domando solo

il candore della poesia,

solco profondo delle mie speranze,

memoria dei miei dolori,

dell’ovvietà dei giorni, la meraviglia

E su tutto il sogno!

 

 


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