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Vita da spiaggia

Creato il 29 luglio 2010 da Lacocchi @laCocchi
Prima di venire in trasferta londinese mi sono presa qualche giorno di sana e non meritata vacanza. Cinque giorni cinque di mare per diventare abbronzata e sembrare decisamente italiana tra il pallore lunare e i capelli chiari delle inglesine.
Avendo io una nipote, ho risposto ai doveri della perfetta zia, che comprendono: frullare la nipotina piangente nel bel mezzo della notte, cambiare pannolini, passeggiarla nella speranza di addormentarla, rispondere\ringraziare\sorridere alle signore incantate dalla bellezza della nipote, dire che sono la zia, e no, no, non la madre; e andare in vacanza con la nipote e la sorella. Ed è per questo che sono capitata in romagna, a Riccione per l'esattezza, luogo di vacanze della famiglia per molti, molti anni. Ho passato tutte le estati della mia vita, fino ai 13 anni, nella ridente cittadina. Ero piena di amici e amiche, facevo indigestione di piade con lo squaquerone e il crudo, di piadine con la nutella, andavo al Luna Park, alla sala giochi e pure all'Acquafan, anche se mi ha sempre fatto cagare perchè ero quasi certa che sarei annegata nella piscina con le onde, e vivevo le mie giornate al bagno 63 Speranzino.Poi la famiglia scoprì la Sicilia e le Eolie, e scusate se l'Adriatico, caldo come piscio, ha fatto posto alla freschezza cristallina del Tirreno.
Erano un bel po' di anni che non tornavo a Riccione, più o meno da quando il Meublè Columbia vicino a casa degli zii era ancora una pensione una stella, pullulante di giovani con l'ormone a palla, militari in vacanze e compagnie di amiche esagitate in vacanza, che tornavano sempre tardissimo dalle disco disco della Riviera, non andavano mai in spiaggia perchè passavano tutto il giorno a dormire e a ripigliarsi dalla sbronza colossale della sera prima.E ripartivano sempre più pallidi di quando erano arrivati. Ora al posto della pensione c'è una villa. Quindi di anni, condoni e progetti ne devono essere passati un bel po'.
Nei cinque giorni trascorsi nella cittadina romagnola ho capito che non c'è trippa per gatti se hai 25 anni e vuoi andare li in vacanza: ero l'unico esemplare di ragazza 25enne nell'arco di molte tende, ombrelloni e sdraio della spiaggia. Tra l'altro non avendo io bambini appena nati, non essendo io nata negli anni tra i 30-40 del 1900, non avendo io tate a cui dare ordini per i bambini urlanti, non volendo io carbonizzarmi sotto il sole dalle 12 alle 16, e men che meno non essendo io madre di adolescenti in preda agli ormoni [che in spiaggia stanno vestite in pantaloncini, maglietta e con il capello piastrato (?)], mi sentivo un po' fuori luogo.Vicino a me c'erano solo neonati, babysitter con bambini nevrotici, madri abbronzatissime con figlie adolescenti molto alte e piene di tette, e nonni. Molti, tanti nonni. E altrettanti anziani ( ma soprattutto anziane) over 70, con una spiccata tendenza al gossip.
Quindi dato che di polli per me non ce n'era nemmeno uno, bagnini a parte, che erano circondati da stuoli di ragazzine urlanti, per passare il tempo, ho osservato scrupolosamente la vita da spiaggia riccionese. Ed ecco cos'ho capito di tutti quei culi all'aria, costumi, mogli e mariti, creme abbronzanti e tate peruviane.
Lo sport nazionale in spiaggia è farsi i cazzi degli altri.Farsi i cazzi degli altri è uno sport molto faticoso. Comporta tutta una serie di movimenti che potrebbero nuocere alla salute dei nostri arzilli centenari vicini di tenda. Pensate solo far finta di tenere il giornale e far finta di leggere le notizie, e nello stesso tempo ascoltare le conversazioni telefoniche degli altri. Robe da MI7. Oppure da sotto gli occhiali, con giornale davanti e collo proteso verso l'alto, sbirciare come mangia la nipote, e poi così, con nonchalance dire: "Scusa sai, non ho potuto fare a meno di notare che lei piange, non è che hai il latte poco nutriente?" Nemmeno io ho potuto fare a meno di notare che se le avessi chiesto quante volte al giorno caca la nipote, lei avrebbe saputo perfettamente ora, colore e consistenza della pupù. Perchè si chiama pupù in spiaggia, non cacca.
Parlando di pupù e bambini, mi chiedo sempre perchè le madri ( o le tate) facciano andare in giro i bambini e le bambine tutti nudi per la spiaggia. Insomma, non è tanto igenico. Poveri bambini. E poi sempre con sti pisellini in mano. E povere bambine. Ma mettetegli un mini costumino, che se poi gli scappa la pupù va diretta in mare. Ed ecco perchè evitare accuratamente ( e quindi correre in fretta verso il mare aperto) i primi 20 metri di mare: bambini, pipì, creme solari, ragazzi intelligenti che giocano a calcio e a fare le rovesciate in testa a te.
Per quanto riguarda prendere il sole, sapete tutte quelle storie che servono le protezioni, e le ore più calde della giornata, e proteggersi la testa? Tutte cazzate. A Riccione va ancora la tonalità d'abbronzatura marrone scuro scuro, tendente al nero nero.Le ore predilette per prendere il sole sono dalle 11 alle 16, la protezione non esiste. Si va di crema Nivea e olio super abbronzante.
Le fanatiche dell'abbronzatura sono soprattutto le signore sui quaranta, tutte fisicatissime, sole e non accompagnate dai mariti, con costumino a tanga, che sono l'argomento preferito per il gossip tra tenda e tenda tra la geriatria gossippara:"Guarda quella, ma non si mette nemmeno la protezione!""Si si, ma non vedi, com'è rovinata? Vedrai tra qualche anno!""Sarà per quello che il marito l'ha lasciata per un'altra. A meno, così dicono."Seguono sguardi abbassati nel giornale, per non far capire a nessuno di chi si parla.
L'argomento mariti è un argomento spigoloso in spiaggia. Di solito le mogli restano sole tutta la settimana, a prendere il sole, a parlare con baldi giovani fisicati, mentre le tate peruviane corrono dietro ai bambini e i mariti lavorano in città.Il marito riappare il sabato, e puntualmente si piazza pure lui sotto il sole per tutto il giorno, restando per i fatti suoi, e la moglie da un'altra parte con le amiche. E tutto questo scatena le malelingue.I bambini nel frattempo, restano sempre alle tate peruviane, che corrono dietro i piccoli demoni.
Le povere tate in questione stanno in spiaggia tutte vestite, parlano tra di loro, non si siedono mai, e se si siedono, lo fanno solo nell'area giochi dei bambini.Sotto il sole e 38 gradi, loro in jeans, maglietta e cappellino, a fermare le pesti che corrono in giro, e un momento vogliono il calippo, quello dopo andare a giocare a palla, quello dopo si dirigono speditissimi verso il mare senza bracciolini!! E allora vedi la tata, jeans arrotolato, maglietta arrotolata, bracciolini in mano, che corre verso la riva alla ricerca di quel "BAMBINO SENZA BRACCIOLINI!" che crea lo sgomento di tutte le signore della spiaggia.E poi puntualmente la tata finisce in mare, perchè il piccolo nano malefico si è già gettato in acqua, SENZA BRACCIOLINI!
Le bimbeminkia sono un'altra costante della spiaggia. Care, belle bimbeminkia. Girano in gruppo di 5 o 6 come delle iene, a caccia, pronte a osservare e distruggere i fisici delle ragazze di tutto il reame. Vestite con pantaloncini, maglietta, capelli perfetti, trucco, e super macchina fotografica per far le foto artistiche al bagnino sulla scialuppa di salvataggio. Guardate che sono scatti impegnati. Non capite niente.
Sempre guardandomi in giro, prendendo il sole non nelle ore centrali della giornata e con la protezione grazie, mi sono accorta che la spiaggia equivaleva alla sede staccata estiva del reparto di geriatria di un ospedale tanta anzianità c'era. Memore dell'esistenza dell'Operazione Riccione Notte, dedicata ai giovani discotecari, 7 giorni di spasso a costo minimo, propongo al comune di Riccione di organizzare l'Operazione Riccione Nonno: 7 giorni tutto compreso in un hotel, 7 quotidiani gratuiti, tenda prenotata con 2 lettini, torneo di bocce, balera.Ah, si, scusate, dimenticavo. Incluso nel prezzo, solo per le signore, si organizza un torneo di gossip e cazzi degli altri. Eh beh.

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