La mia collega Margherita non legge fantasy. È un genere che non le interessa perciò, giustamente, legge altro. Per qualche tempo ha guardato in televisione Il trono di spade, fino a quando, durante la terza stagione, le scene di tortura non sono diventate troppo pesanti per i suoi gusti e ha abbandonato la visione. Per la verità non le gradisco nemmeno io, ma io mi limito a chiurere gli occhi. So dove sta andando la trama, non ho certo bisogno di vedere i dettagli.
Però Margherita è una lettrice fedele del mio blog, cosa che reputo un enorme complimento al mio modo di scrivere. Le piace come scrivo e quindi sorvola sul soggetto. Il mio comunque non è l’unico blog che legge. Qualche tempo fa ne ha scoperto un altro scritto da una che senza dubbio è una libraia. Dico senza dubbio – al di là del nome del blog stesso, che è comunque un’indicazione – perché gli episodi che la giovane libraia in questione narra sono veri. Davvero, a chiunque abbia lavorato in una libreria prima o poi è capitato di fare conversazioni deliranti, o di trovarsi seriamente in difficoltà, come negli episodi ripresi dalla blogger nei suoi fumetti. Questo (leggete il fumetto e poi ne riparliamo) è un caso:
http://idoloridellagiovanelibraia.blogspot.it/2014/03/il-misterioso-caso-del-libro-scomparso.html
Caso 1: davvero è sempre il più diffuso. La gente ruba di tutto, comprese penne da 1,00 €, o cose inutili come ciondoli per cellulari. E il ladro può essere chiunque, non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze. Una volta una cara nonnina che voleva regalare le favole di Esopo al nipotino ha ritenuto che non fosse necessario passare dalla cassa prima di uscire. Tanto per citare un caso in cui so con certezza chi era il ladro.
Caso 2: molte persone abbandonano i libri dove gli capita. C’è chi si limita a lasciare il libro nel primo posto che ha sottomano e chi invece non vuole far vedere che ha messo un libro fuori posto e lo nasconde sotto o dietro altri libri. Vi lascio immaginare quanto tempo può passare prima che troviamo un libro nascosto così. E non si vergognano nemmeno di quello che fanno. Una volta ho visto una signora – cinquant’anni circa, aria tanto distinta – abbandonare un libro fuori posto, un saggio di attualità sul tavolo dei romanzi gialli. Lei non mi aveva vista perché ero alle sue spalle. Io, gentilmente (sempre gentilmente anche se sono loro che hanno torto perché altrimenti finisce che ci riempiono di insulti e non possiamo neppure rispondergli) le ho detto che se non ricordava dove lo aveva preso avrebbe potuto darlo a me e ci avrei pensato io a riportarlo al suo posto. Si è scusata? Niente affatto, mi ha detto con tono sdegnoso “me lo ridia, lo metto a posto io, non voglio mica farla lavorare!” come se il problema fosse stato che io non volevo lavorare. Il problema era il libro abbandonato in giro, che in quel caso ho visto all’istante, ma che a volte rimane fuori posto per parecchio tempo e a volte, proprio perché quel libro è fuori posto, noi perdiamo una vendita. Se una persona non ricorda dove ha preso un libro, o lo ricorda ma non ha voglia di tornare al reparto giusto, non è un problema, basta che lo dia a uno di noi, o che lo posi vicino a uno dei computer, e provvediamo noi a rimetterlo a posto. Il libro abbandonato in giro invece è un problema.
Caso 3: ci vuole davvero poco che il magazziniere quando carica una bolla con i nuovi arrivi, o scarica quella dei resi, schiacci il tasto accanto e la giacenza ne risulta falsata. Alternative: due libri dalla copertina quasi identica possono essere scambiati per lo stesso, così supponendo che siano arrivate 10 copie dell’uno e 10 copie dell’altro possiamo ritrovarci con una giacenza di 20 copie di un titolo e 0 dell’altro. A volte riusciamo a capire che è stato fatto un errore di questo tipo, in genere sulle grosse quantità, a volte no. Ovvio che l’errore nel conteggio può essere fatto anche durante l’inventario. Per giorni dopo l’inventario verifichiamo le discordanze inventariali. A volte capiamo cos’è successo e risolviamo il problema, a volte no.
Caso 4: la libraia illustratrice non lo mette, ma esiste anche questo: libri guasti. Come fa un libro a “guastarsi”? I modi possono essere molti, dall’editore che lo ha rilegato male ai clienti che lo hanno sfogliato con tanta delicatezza da strapparlo, ma ci sono pure casi peggiori. Quelli che entrano con il gelato, brodolano e scappano senza dire nulla. Mi è capitato di trovare intere pile di libri sbrodolate, e se il maiale che lo ha fatto ce lo avesse detto si sarebbe rovinato solo il primo libro della fila e non tutti quanti. Maiali ancora peggiori che appiccicano chewing gum sulle copertine dei libri, e non vi dico dove glie le metterei io se mai mi capitasse di vedere qualcuno mentre lo sta facendo. Genitori amorevoli che guardano i loro bambini staccare gli adesivi da un libro, appiccicarli su un altro (due danni in un colpo solo) e poi se ne vanno senza pagarne nessuno. Evidentemente siamo un parco giochi, non un negozio. Libri a cui sono state strappate due pagine perché a qualcuno servivano solo quelle (giuro, ho trovato un illustrato conciato così). Libri di test a cui qualcuno compila i test. Libri bagnati perché c’è stata una perdita d’acqua di qualche tipo e una zona del negozio o del magazzino è totalmente da buttare. Guide turistiche con annessa cartina a cui ci hanno rubato la cartina rendendole invendibili ma presenti in giacenza. E potrei andare avanti. A computer questi libri risultano, ma sono cose che non possiamo vendere.
Guardate di nuovo la vignetta. Nella quinta fila ce n’è una che mostra come cercare un libro fuori posto sia come cercare un ago in un pagliaio. Eppure una volta quando io ho detto a una persona che probabilmente qualcun altro aveva preso il libro che gli interessava e lo aveva lasciato fuori posto mi ha chiesto “ma se un libro è fuori posto dove potrebbe essere?” Una cosa è certa: sviluppiamo notevoli abilità zen.
Magari prima o poi vi allieterò con altre storie di libreria, comunque il blog della giovane libraia è davvero carino e vale la pena andare a fare un giro. Magari anche più di uno.
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