Venere non viene mai menzionato quando si discute sulla possibilità di vita extraterrestre nel Sistema Solare. Vengono citati più spesso Giove e Saturno che, nonostante siano giganti gassosi che difficilmente possono ospitare la vita come noi la conosciamo, sono dotati di diverse lune, alcune delle quali potrebbero ospitare la vita.
Ma Venere è la "pecora nera" dell'esobiologia: nessuno ritiene che possa contenere forme di vita, anche semplici.
Perchè? Perchè Venere è un pianeta decisamente ostile. Benchè ad un'analisi superficiale somigli alla Terra per dimensioni e orbita (tanto da essere definito "pianeta gemello"), è il pianeta più caldo del sistema solare, è dotato di un campo magnetico debole, e la sua atmosfera è composta per oltre il 96% da ossido di carbonio.
Senza contare che Venere ha un'elevatissima pressione atmosferica, circa 90 volte superiore a quella della Terra, ed è ricoperto da nuvole di gas serra e acido solforico. Ancora convinti che sia il posto ideale per lo sviluppo della vita?
Tuttavia, nuove analisi del pianeta sembrerebbero suggerire che la vita possa essere possibile anche su un mondo estremo come Venere. Secondo Andrew Ingersoll, professore del California Institute of Technology, alcune forme di microrganismi potrebbero sopravvivere e riprodursi all'interno delle nubi solforose che avvolgono il pianeta.
"Venere è davvero un posto infernale. Se si potesse analizzare le nubi di acido solforico dell'atmosfera di Venere, si scoprirebbe che sono più calde di un forno. Si potrebbe fondere il piombo sulla superficie di Venere, ed è anche priva di acqua" afferma Ingersoll.
Ma questo non sembra impedire di pensare che anche Venere possa ospitare la vita in alcune nicchie biologiche decisamente insolite.
"Le teorie correnti suggeriscono che Venere e la Terra possano essere nate in modo simile. Potrebbe esserci stata un sacco d'acqua su Venere, e potrebbe esserci stato molta anidride carbonica sulla Terra" continua Ingersoll. La differenza tra i due pianeti è che sulla Terra la vita oceanica ha trasformato l'anidride carbonica in calcare, mentre su Venere ogni oceano è evaporato ed il vapore acqueo ha contribuito a creare il terribile effetto serra che ha plasmato il pianeta, rendendolo come possiamo osservarlo oggi.
Questo cambiamento potrebbe essere stato sufficientemente lento, secondo Louis Irwin della University of Texas, da consentire ad alcune forme di vita di adattarsi alle condizioni estreme venusiane. "Potrebbe essere stato simile alla Terra per un periodo sufficiente per far emergere la vita" sostiene Irwin. Ed una volta che la vita si insedia, spesso trova vie anche insolite per adattarsi.
Ma cosa fa pensare che delle forme di vita possano sopravvivere nelle nubi di Venere? Tutto iniziò due anni fa, quando un team di scienziati australiani scoprì che esistono alcuni batteri in grado di sopravvivere e riprodursi nelle nuvole terrestri. Nuvole che potrebbero essere esistite anche su Venere, e che possono essere diventate il rifugio della vita quando la superficie del pianeta divenne intollerabile per la sopravvivenza. Da allora, parte del mondo dell'esobiologia non fa che domandarsi se anche ora su Venere possano esistere forme di vita simili.
Le nubi venusiane si trovano ad un'altezza tale nell'atmosfera da trovarsi in temperature e pressioni simili a quelle della Terra. E si può trovare acqua, anche se sotto forma di acido solforico.
Ma la presenza di questo acido non scoraggia la vita. Sappiamo che esistono alcuni estremofili in grado di vivere in ambienti estremamenti acidi. "Se si pensa a cosa occorra alla vita per sopravvivere, le nubi di Venere potrebbero essere un habitat per resistere" spiega David Grinspoon, del South West Research Institute del Colorado.
Tuttavia l'acidità delle nubi, la temperature e la pressione enorme non sono gli unici problemi che la vita dovrebbe affrontare su Venere: il pianeta infatti riceve una dose di raggi ultravioletti decisamente massiccia se confrontata con quella alla quale la Terra è sottoposta. Ma anche in questo caso, studiare la Terra ci da una mano a definire cosa sia possibile su altri pianeti: alcuni batteri possono sopravvivere a forti dosi di raggi ultravioletti, come spiega Dirk Shulze-Makuch: "Quando diamo un'occhiata alla composizione atmosferica di Venere, pensiamo che i composti solforosi siano uno schermo solare ideale per i microrganismi".
L'idea che sta crescendo è quindi quella di inviare una sonda su Venere per prelevare dei campioni di nuvole. La proposta è stata fatta alla NASA, che sta valutando la fattibilità della missione. "Vogliamo inviare una sonda su Venere, che userà un raccoglitore filoguidato o un pallone sonda per collezionare campioni di nuvole e riportarli sulla Terra" dice Irwin.