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#VitadAmaranthine: (dis)Avventure al Libraccio

Creato il 15 gennaio 2016 da Amaranthinemess @AmaranthineMess

disavventura libraccio repubblica milano

L'immagine di sfondo l'ho presa qui


Buongiorno a tutti mie care e miei cari,
quest'oggi inauguro questa vecchia-nuova rubrica che assolverà essenzialmente due funzioni:
  • riempirà questo povero venerdì in cui di solito (se ce l'ho) piazzo un video #Lunchbox oppure non piazzo proprio nulla e vi lascio nel silenzio sino al lunedì successivo
  • rimpiazzerà la vecchia cara rubrica #Fatevicazzimiei - che proprio rubrica non era visto che pubblicavo i post un po' quando mi pareva e poi non aveva un nome che si addice ad una signora di gran classe quale io sono, tzè!
Quest'oggi vi metterò a parte delle simpatiche disavventure accadutemi durante la mia prima (e ultima) visita al Libraccio di Repubblica, qui a Milano.Ma prima l'ormai consueta domandona:

Qual è un'esperienza che vi ha non solo delusi ma anche stizziti?Ovvero, quando è stata l'ultima volta in cui avete pensato che tutto sarebbe stato fantastico e invece vi siete ritrovati non solo delusi ma anche incazzati?


Ormai qualche tempo fa ho fatto il mio primo ordine dal sito del Libraccio: ero in estasi ragazzi, vi consiglio di andare a guardare la mia faccia inebetita durante il video unboxing perché è davvero degna di nota.L'esperienza è stata davvero positiva: ho trovato libri interessanti a prezzi stracciati, le spese di spedizione non ricordo se non le ho pagate affatto (perché ho superato la soglia di x euro) oppure se ho pagato 2,90€ che, con i costi di spedizioni che si vedono in giro, mi pare più che accettabile e in più sono stata tempestivamente avvisata che uno dei libri ordinati non era più disponibile, il libro è stato tolto dall'ordine e ovviamente anche il prezzo è stato sottratto dal totale (hanno fatto tutto loro, io non ho dovuto muovere un muscolo).
Molto soddisfatta dall'esperienza online non vedevo l'ora di visitare fisicamente uno di questi paradisi della perdizione letteraria.

disavventura libraccio repubblica milano

Dialogo fra me e Sonia sull'opportunità o meno di metter
piede in un negozio del Libraccio


Finalmente il momento è arrivato: qualche sabato fa sono entrata al Libraccio di Repubblica, colma delle più rosee aspettative.
Appena entrata ho subito capito che non sarebbe andata esattamente come mi aspettavo: l'80% degli scaffali era pieno di roba di cartoleria (che adoro, per carità, ma non mi sembra il caso) e libri (nuovi) per ragazzi.
Ora, io capisco, caro amico Libraccio, che il grosso dei tuoi guadagni li fai con i libri scolastici e quindi piazzi qua e là roba per adescare il tuo target ma qua e là non in ogni dove all'interno del tuo negozio!
Gironzolando fra i libri per ragazzi, ad un certo punto mi sono avvicinata estasiata ad una copia piuttosto consunta di Wonder di R. J. Palacio e lì ho detto è fatta, è mio, per come è ridotto non costerà più di 5€.
Naa, sbagliato, era "nuovo" ed era anche a prezzo pieno, solo tenuto malissimo.
Dopo questa breve, triste avventura nel reparto ragazzi decido di spostarmi dall'altra parte del negozio dove, da lontano, intravedo scaffali colmi di libri.
Mi sono avvicinata piena di timore a quella zona disordinata e polverosa pensando che l'accesso fosse consentito solo al personale, poi ho visto dei vecchietti farsi avanti temerari e scalpitanti (!) e mi sono fatta coraggio anch'io.
I libri sono ordinati per genere. Ma solo per quello. Cioè: vi trovate davanti un immenso scaffale che arriva sino al tetto e ci sta sopra appiccicato un foglio A4 con su scritto Narrativa. E lì sotto c'è tutta la narrativa che hanno del tutto priva di un ordine di autore, titolo, casa editrice...? Proprio così.
Scorrendo i vari titoli sulle costine (orientate tutte ora in un verso ora in un altro, che odio) ho letto tre volte L'età dell'innocenza: tre tomi sparpagliati su cinque metri di scaffalatura. Benone.

disavventura libraccio repubblica milano

Questa immagine l'ho presa qui


I libri son tenuti malissimo. Sono tutti pressati gli uni contro gli altri e abbastanza impolverati. Pensare di sfilare un tomo e poi rimetterlo a posto con una borsa attaccata al braccio è pura utopia. Devi posare la borsa, tenere i tomi che spingono da tutti i lati e riporre il tuo.
Potrei dilungarmi per ore a raccontarvi quanto io sia stata delusa dallo stato dei libri e degli scaffali ma credo di aver reso l'idea.
Ma andiamo al clou di questa avventura: la cassa.
Arrivo alla cassa con tre miseri libri in mano (io che mi ero ripromessa che no, mai e poi mai avrei speso più di 20€! Sse..) e la simpaticissima e super trafelata cassiera li agguanta e mi fa pagare.
Prima che io potessi dire qualsiasi cosa mi aveva già comunicato il totale al che io: No, scusi, volevo fare la tessera. Risposta accompagnata da vaga aria di sufficienza: perché non ce l'hai?
Ora, io mi dispero. Ve lo dico, mi dispero. Ma posso sentirmi fare queste domande? Ma davvero? No, ne ce l'ho la tessera e infatti te la sto chiedendo, genio!
Tira fuori - sempre in tutta fretta - un foglio da un cassetto e mi chiede di compilarlo. Io compilo tutti i campi ma arrivata alle crocette - quelle postille varie per la privacy - mi fermo un attimo per leggere. Lei mi prende il foglio dalle mani, spunta le caselle al posto mio, mi dice che è tutto a posto e va via nel retro bottega.
E io resto con una faccia inebetita e tre libri in mano del tutto travolta da ciò che era appena successo.
Con i tre libri in mano mi sposto un po' per vedere se la tizia ritorna perché, sai com'è, non voglio aggirarmi per Milano con tre libri sotto il braccio.
Lei riemerge dal retrobottega e io la blocco: Signora scusi, avrebbe un sacchetto?
Eh sì ma sono 10 centesimi!
Ma dannatissima io che me le vado a cercare ma ti ho forse detto Scusi signora avrebbe un sacchetto gratis? 
Pagato il sacchetto mi sono fiondata fuori da quell'orrore travestito da libreria e mi sono ripromessa che mai e poi mai avrei rimesso piede in quella bolgia!
Alcuni di voi sotto il video in cui ho raccontato di questa esperienza mi hanno ridato speranza dicendomi che altri negozi del Libraccio qui a Milano non sono così pessimi quindi proverò ancora ma al momento il Libraccio online vince (e già pondero il prossimo ordine, muahahaha!).

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