La donna più bella del mondo (di Sabrina M.)
Piero Fornasetti
Piero Fornasetti, pittore, scultore e talentuoso creativo del Novecento, di lei rimase letteralmente affascinato. Fu sfogliando una rivista francese di fine ottocento che incontrò, per la prima volta, il suo viso. La belle époqueera un mondo ormai lontano, un racconto dimenticato tra le pagine di un’ epoca, ma quel volto straordinariamente aggraziato, lo sguardo enigmatico, avevano qualcosa di particolare, forse di classico, come le cose il cui incanto resiste alla muta dei tempi e ai salti acrobatici delle generazioni.
Piero Fornasetti
Diventò un’idea, un motivo ricorrente, forse una magnifica ossessione, quasi l’icona del suo instancabile lavoro, il linguaggio riconoscibile di un’opera. Un pensiero trasformato in musa, fonte di ispirazione e archetipo di bellezza.
E lei ancora oggi sorride sorniona, nasconde il viso tra le mani, ammicca, specchio di un’anima tratteggiata in bianco e nero o con le labbra accese di rosso rubino. Inconfondibile, col suo volto di luna, troneggia in moltissime creazioni senza età della famosa produzione Fornasetti.
Il suo nome?
Lina.
Lina Cavalieri
Lina Cavalieri era una cantante lirica, Lina Cavalieri era la donna più bella del mondo. O perlomeno, la società del suo tempo, la avvolse di questo (oneroso) appellativo, come di un foulard di pregevolissima fattura. La sua fu una carriera imprevedibile e sfavillante, praticamente una favola, cominciata da adolescente nei teatrini romani come “canzonettista” (o forse rende meglio, il termine “sciantosa”), agevolata dalla sua naturale disposizione musicale ma anche (e forse soprattutto) per guadagnare qualche soldo da portare a casa. Poi i migliori café-chantant italici e subito dopo, quelli europei. Ormai sotto i riflettori di una strana corsa senza fermate, intraprese lo studio del canto lirico, guadagnando la piena promozione al successo, quello vero e consacrato, che la portò ad esibirsi nei migliori teatri d’opera d’Europa e d’America.
Ciò che colpisce di lei, ora come allora, è la bellezza di una perfezione rara, accordata musicalmente da maniere eleganti e raffinate. Le sue origini erano assolutamente modeste, tuttavia, grazia e beltà, per fortuna e giustamente, abitano il corpo che pare a loro. La voce limpida e gradevole, la personalità distinta e la dolcezza di occhi grandi e sognanti: miscela esplosiva per le platee dell’epoca.
Erano anni di rigido puritanesimo e le esibizioni femminili e sensuali della Cavalieri intrigavano gli uomini e destavano ammirazione nelle donne. Inutile dire che fu una donna molto corteggiata e che fece girar la testa a principi e milionari, ispirando amorosi versi e alimentando pettegolezzi, tra realtà e leggenda, come probabilmente piaceva nel tempo in cui le cose si leggevano sui giornali, parevano lontane ed irraggiungibili e forse le si condiva con il sale dell’immaginazione.
Lina Cavalieri
D’Annunzio, che figuriamoci se non aveva qualcosa da dire in merito, la definì “la massima testimonianza di Venere in terra”. E’ anche vero che, più che la sua voce, furono appunto il suo aspetto, la sua personalità carismatica, la raffinata presenza scenica (molto importante in campo operistico) a rappresentare per Lina la carta vincente. La sua vita fu così scandita da grandi successi professionali, da un certo numero di brevi matrimoni e presunti amori, perfino una buona manciata di film, quelli muti.
Negli ultimi anni della sua vita si ritirò in Italia, allontanandosi dalle scene e da una carriera chiacchierata e clamorosa.
Purtroppo, non tutte le favole smettono di raccontarsi prima della fine. Era il 1944, la sua proverbiale bellezza, inseparabile compagna di viaggio del suo successo e della sua fortuna, forse era già sfiorita e c’era la guerra. Lina morì sotto le macerie della sua villa nei pressi di Rieti, durante un bombardamento aereo.
Terminò così la favola della donna più bella del mondo.
Consiglio letterario:
Lina cavalieri. La donna più bella del mondo. La vita (1875-1944), di Franco Di Tizio
(ed. Ianieri, 2004, pp. 508, ISBN 9788888302126)
Piero Fornasetti