La conversione di Nicky Cruz, ex leader dei Mau Mau
Nicky Cruz, ex leader della banda Mau Mau di Brooklyn, era nato in una famiglia nella quale si praticava la stregoneria. Sua madre era coinvolta nell'occulto. Nicky era uno dei suoi 17 figli e, quando era ancora soltanto un bambino, udì per caso sua madre dire che era un figlio non desiderato. Nicky finì sulle strade di New York, pieno di odio e illuso da Satana. I giornali una volta lo descrivevano come un ragazzino perduto "col cuore di un assassino".
Era così crudele, che una volta cercò di ammazzare il suo stesso fratello. Diciassette vittime furono da lui accoltellate nelle lotte tra gang. Lui e l'altro capo dei Mau Mau, Israel Narvaez, vagavano per le strade di Brooklyn, terrorizzando, facendo combattimenti - ripieni di odio e violenza! Dal 1956 al 1958, i Mau Mau furono la più temuta di tutte le gangs di New York City, finendo regolarmente sui giornali.
Uno psichiatra si interessò al suo caso. Passò un'intera giornata con Nicky - e, alla fine, confermò il parere espresso da tutti gli altri. Disse che Nicky era completamente pazzo, irrecuperabile, senza speranza di riabilitazione. La ragione? La sua infanzia, trascorsa nella miseria, a Portorico, lo aveva privato di tutte quelle opportunità di cui altri avevano goduto. Era colpa della società, se lui era un mostro.Ma Gesù aveva un altro piano per Nicky - e, presso un altare di quella casa fatiscente, Cristo compì in cinque minuti quello che gli esperti del mondo sostenevano essere impossibile. Nicky non fu psicanalizzato; la sua mente non fu esaminata. No, Dio colpì il suo cuore con un dardo - il dardo della verità dell'Evangelo: "Nicky, Gesù ti ama!"
Con una semplice e sincera preghiera, egli invitò Cristo a diventare il Suo Signore e Re. In un istante, il cuore di pietra uscì da Nicky, e fu rimpiazzato da un cuore di carne. Nicky pianse, ci abbracciò tutti. Era stato trasformato in modo sovrannaturale dal potere di Dio - quando gli esperti di questo mondo avevano perso ogni speranza di recuperarlo!
Oggi Nicky Cruz e Israel Narvaez sono entrambi dei ministri di Dio. Entrambi hanno scritto dei libri straordinari, raccontando i miracoli che sono accaduti nelle vite di ciascuno di loro. Nicky predica a moltitudini di persone - più di 50.000 ogni volta. Anche Israel Narvaez lavora intensamente, predicando il vangelo di Cristo per il mondo. La banda dei Mau Mau chiamò la conversione dei loro due leaders "un vero miracolo".
La testimonianza di Giovanni Battista Treccani, nipote di papa Paolo VI
Giovanni Battista Treccani è nato in Italia in una famiglia tradizionalmente religiosa. La madre, sorella di Papa Paolo VI, era una devota cattolica, ed aveva molto a cuore la formazione religiosa dei suoi figli. Fin dalla tenera infanzia, Giovanni Battista Treccani avvertì il desiderio di vivere vicino a Dio. Quella che segue è la testimonianza della sua conversione a Gesù Cristo, trascritta da una registrazione.
Ringrazio il Signore di questa buona opportunità in questa mattina. Certamente il Signore ha qualche cosa di speciale per ciascuno di noi. Io ne sono certo. Da questa mattina presto, sentivo la presenza del Signore, e pregavo che potessi giungere qui in tempo. Il treno andava sempre più adagio, però, sono arrivato qualche minuto prima. Grazie al Signore per questo.Mi piacerebbe di più parlarvi in spagnolo, è la mia lingua attuale, però approfitterò dell'occasione di parlare in italiano, benché molti termini non me li ricordo bene.
Gloria al Signore. Sono gli ultimi giorni che mi trovo in Svizzera, già il dieci ritorno alla Patagonia. Quanti sanno dov'è la Patagonia? La Patagonia è l'ultimo della terra, dove... finisce il mondo. Quando il Signore mi ha mandato là, la chiesa cattolica mi mandò come missionario in quel posto, per convertire gli Indios al cattolicesimo. Però un Indios mi ha convertito alla via del Signore!
Io molte volte chiedo al Signore perché non L'ho conosciuto in Italia, quando studiavo a Roma. Perché non L'ho conosciuto nel Vaticano. Perché non L'ho conosciuto nel monastero. Il Signore mi portò così lontano, per rompere le catene che legavano la mia vita, per farmi conoscere la verità, e concedermi la pace nel profondo del cuore. Alleluia.
Prima di dare la mia testimonianza vorrei riflettere un poco su Nicodemo, nel capitolo 3 del Vangelo di san Giovanni. Tutti conosciamo questo... chi era Nicodemo e chi è Gesù. Tutti sapete chi è Gesù, no? Chi è Gesù per voi, personalmente! Molti dicono: si, io lo conosco come una persona della storia... molti come un leader religioso... altri per un martire... ma chi è per noi? La risposta dovete darla voi questa mattina. Se è solamente quella persona che... ricorriamo a Lui quando abbiamo bisogno? Oh, Lui è tutto per noi. Prima dell'aspirina, prima del medico, prima dei nostri amici... Lui deve essere al primo posto. Quando Lui è al primo posto, allora abbiamo la certezza che quando noi eleviamo la nostra preghiera a Lui, Lui certamente ci ascolta. Per questo molte volte non riceviamo la risposta dal cielo, perché noi non siamo disponibili a Lui. Abbiamo il novantanove per cento tutto a nostra disposizione, però per il Signore solo l'uno per cento. Che il Signore ci aiuti in questo.
Io sono giunto al Signore nelle stesse circostanze di Nicodemo. Mi trovavo nella stessa posizione. Ero un buon religioso, però senza pace nel mio cuore. Avevo bisogno di un incontro con il Signore. E certamente l'ho cercato con tutte le mie forze, come Nicodemo Lo cercava con tutte le sue forze. Voleva avere una risposta in Dio, e la risposta in Dio l'abbiamo solamente quando abbiamo una relazione diretta con Lui. E questo è importante nella nostra vita. Non per quello che ci dicono gli altri, ma per una esperienza personale. Nicodemo voleva questa esperienza, un po' a comodo suo, però il Signore ha cambiato tutto il panorama dopo. Nicodemo non riusciva a capire che doveva nascere di nuovo. Molti non capiscono questo termine; anche nelle nostre chiese, succede molte volte questo. Siamo buoni religiosi, però non c'è un cambiamento, non c'è la nuova nascita, non c'è una trasformazione. Nicodemo forse voleva seguirLo nello stesso stato religioso, non poteva concepire che doveva nascere di nuovo. Lui prese un argomento umano, e argomenti ce ne sono molti. Se voi parlate coi Testimoni di Geova, hanno molti argomenti. Parlate con i Mormoni, hanno molti argomenti. Tutte le religioni hanno i loro argomenti. Mi trovavo in Terra Santa i giorni scorsi, ho avuto contatto tanto con gli Ebrei che con i Musulmani, e loro hanno tanti argomenti. Però i loro argomenti finiscono sempre lì. Però il Signore va ancora più in là... il cambio, la trasformazione... e Gesù voleva portare Nicodemo a questo punto. Non poteva capirlo; umanamente non lo possiamo capire, il potere di Dio che interviene nella nostra vita. Allora sì, incominciano a cambiare le cose.
Quando Gesù ebbe l'incontro con la Samaritana... la Samaritana aveva una vita disordinata, però pretendeva attraverso la sua religione di adorare Dio così. Ma Gesù cambiò le cose, e il Signore vuole cambiare anche la posizione della nostra vita.
Io sono nato nel nord Italia. Non vi dico l'età... (risate generali)... no, cinquantaquattro... ero il più piccolo di sette figli. Gli altri due furono allevati perché erano orfani. Quando sono nato mia mamma era abbastanza anziana già... e i dottori hanno detto che era impossibile che potevo nascere. Però mia mamma era una sincera cattolica... più che cattolica, era cristiana... e disse al Signore questa preghiera: Signore, se questo figlio giunge al mondo, io vorrei che lui ti possa servire... questo non era il pensiero di mio padre, perché nella famiglia c'erano molti religiosi, e perciò mio padre era stanco di vedere tutte quelle sottane che entravano e uscivano dalla casa...(risate). Mai più aspettava un figlio che fosse un sacerdote.
Però, ai sette mesi io sono giunto a questo mondo. Ero un bambolino così, e avevano paura che morissi lo stesso giorno. Allora mi avvolsero in tanti stracci e mi portarono alla chiesa del mio paese. Aveva nevicato abbastanza, e [andammo] con un carro trainato con un cavallo. Mi misero il nome di Giovanni Battista. Mi portarono a casa, però mia zia era una persona molto distratta... mi teneva bene avvolto per il freddo, e pesavo così poco che non se ne accorgeva se c'era qualche cosa negli stracci... quando noi avemmo il nostro figlio, mi insegnò come prendere il bambino nelle mani. Però mia zia era una persona molto distratta, e mi prese così, e quando scese dal carro, io sono caduto nella neve... (risate). Mia zia non se n'è accorta, è arrivata a casa, ha messo il tutto sulla tavola, e mia mamma vedeva che non mi muovevo, non piangevo, e sono andati a vedere e non mi trovavano! Dovettero correre subito fuori, e mi trovarono che dormivo placidamente nella neve. Volete sapere una cosa? E' che il Signore mi stava preparando per portarmi alla Patagonia... la Patagonia è il polo sud! E' dove abbiamo anche 34 gradi sotto zero...
Sono cresciuto in un ambiente sereno, però da piccolo incominciai a ascoltare la voce di Dio che mi chiamava. Desideravo con tutto il mio cuore servirLo. Tutto quello che avevo a mia disposizione era la religione. Però avevo fame delle cose di Dio. Incominciai a crescere in quell'ambiente. All'età di dieci anni, partii dalla casa per rinchiudermi in un seminario. Mio padre non voleva, però sono scappato dalla casa. E mi ricordo che avevo bisogno di parecchie cose, mia sorella si stava per sposare, e ha dovuto tagliare le sue lenzuola... in mille modi mi hanno aiutato per entrare in seminario. All'età di 15 anni ho ricevuto gli abiti religiosi. Mi sentivo molto felice, perché non conoscevo il mondo, non conoscevo il peccato ancora, e non conoscevo profondamente quello che era la mia religione! Vivevo una vita artificiale.
Dal nord Italia mi mandarono a studiare a Roma. Io desideravo giungere a quella città. Avevano detto che era la città eterna, la città santa. Io desideravo giungere in quel posto. Benché dopo qualche anno ho dovuto scappare da Roma. E' la città pagana, la città idolatra, la città della menzogna. Però quando sono giunto là avevo questo panorama davanti a me. E incominciai a crescere negli studi, però ho incominciato a sentire che c'era qualcosa che mi faceva essere triste: sentivo un vuoto dentro di me. Allora incominciai a pregare di più, incominciai a rinnovare le mie devozioni, incominciai a approfondire la religione. Però, più facevo tutte quelle pratiche religiose, più mi sentivo vuoto. Mi accorsi che non avevo la pace. Mi accorsi che il carico dei miei peccati era ancora su di me, benché mi confessavo tutti i giorni.
Allora giunsi a una tremenda realtà. Non sapevo cosa fare, non volevo parlarne nemmeno con i miei superiori. Però un giorno mi decisi ad andare a loro, e feci loro qualche domanda. Allora mi dissero: "Devi recitare cinquanta Ave Maria, devi recitare cento Padre Nostro". Però finivo, e mi trovavo sempre peggio. E: "Devi leggere la vita di quel santo". Molte volte non andavo in vacanza per leggere le biografie dei santi, per vedere se loro avevano trovato la risposta nella loro vita. Però la triste realtà al finale di quella biografia, mi trovavo nelle stesse condizioni di quel santo. E quelli avevano la stessa condizione mia! Mai trovarono la risposta ai loro problemi. E questo mi rendeva ancora più triste. Non sapevo cosa fare.
Giunsi al Vaticano. Era la prima volta che vedevo il papa. In quel tempo era papa Pio XII. Io ho detto: certamente quando il papa passa davanti a me, la sua benedizione giungerà al mio cuore, e mi aiuterà a uscire da questa situazione. Vi sto parlando del 1950. Era l'anno santo. Ogni 25 anni c'è un anno santo... per me son tutti gli anni santi, tutti i giorni! Alleluia! Perché la presenza del Signore è con noi. E questo è importante. Quando un pastore chiese a uno dei papi ultimi, e gli disse così: "Quante volte nella sua vita ha sentito la presenza del Signore?", ha detto: "Due volte: quando sono stato consacrato sacerdote, e quando mi hanno fatto papa". Che miserabile. Se io non sento la presenza del Signore nel giorno, mi sento morire! Ed è così per la vita di un cristiano, se non c'è la presenza di Dio non siamo niente! Siamo morti! Non c'è vita! Perché Lui è la vita!
E quando ero lì in quella grande chiesa di San Pietro... non so quanti l'hanno vista... all'entrata della basilica di San Pietro c'è la misura delle più grandi chiese del mondo. La basilica di San Pietro misura quasi un chilometro, 988 metri, e sono circa 500... [di larghezza] e 117 di altezza... è tremendo.
Quando mi trovavo in quella grande chiesa, era piena di gente, e Pio XII non veniva camminando, era portato da 12 principi, e lui era seduto nel suo trono, e sulla sua testa c'era la tiara. Sono 3 corone la tiara. La classica, la tiara classica, voi sapete quanto pesa? Pesava 15 chili! Argento, oro e pietre preziose. Certo, lui muoveva la testa dentro perché era agganciata nella sedia! Se no sarebbe rimasto schiacciato. Però grazie al Signore che le tiare dei papi restano nel museo vaticano, ma noi abbiamo la corona incorruttibile di gloria, che né il fuoco, né i ladri, la possono rubare. Alleluia.
E quando vidi il papa che veniva in questa posizione, e io credevo fermamente che lui era il vicario di Cristo. Voi sapete chi è il vicario di Cristo? (rispondono: "lo Spirito Santo"). Lo Spirito Santo. "Non vi lascio orfani, vado al Padre e pregherò"... e vi darà lo Spirito Santo, il vicario, colui che ci conduce a Dio, attraverso la santificazione. E io desideravo che il papa mi desse la benedizione. E quando lui veniva avanti, davanti a lui c'era un chierico che portava la croce. E guardavo la croce. Guardavo quel Cristo crocifisso con la corona di spine sulla sua testa. E allora fu la prima volta che considerai il Cristo coronato di spine. Allo stesso tempo, credendo che il papa era il vicario di Cristo, io ho detto: perché deve lui portare una corona così, se Cristo ha portato una corona di spine per amore nostro? Qual è il significato?
E allora avevo la mia mano bene in alto, e aspettavo quella benedizione. Però quando il papa è venuto vicino, la mia mano non era più in alto. Già l'avevo abbassata, perché avevo visto quel contrasto. Cristo coronato di spine, e un uomo caricato di oro e argento. E venne dentro di me una tristezza grande. Incominciai a piangere. Corsi al seminario, e il mio superiore mi chiese: "Hai avuto quell'esperienza che tu cercavi?" Io ho detto: "Non ho avuto niente". Chiesi: "Perché? Perché tutte queste cose?" Allora dice: "Eh, è necessario. Dobbiamo gradire attraverso queste cose." E' per questo che dopo molte volte la celebrazione della messa, io restavo seduto lì nel banco, e molte volte piangevo senza sapere perché. E dicevo: "Signore, se ti sto servendo qui, perché non ti sento? Perché non ho nessuna esperienza dentro di me?". E non avevo nessuna spiegazione.
Andai a confessarmi, e dissi al mio confessore: "Io vorrei che in questo momento io possa sentire il perdono dei miei peccati. Possa sentire la pace che lei mi sta offrendo". Perché dopo la confessione lui mi diceva sempre "và in pace e non peccare più". Però non arrivavo alla porta della chiesa che già non avevo più la pace, e sentivo ancora il peso dei miei peccati. Però mi presi da lui quel giorno, e gli dissi: "Datemi questa pace che voi mi offrite. Datemi il perdono dei miei peccati". E allora tristemente lui guardò la terra, abbassò i suoi occhi, e mi disse così: "Non posso dare quello che io non ho". Io credevo che ero l'unica persona che viveva in quella condizione. Però vedevo che anche il mio superiore stava nelle stesse condizioni. E mi disse, "vai dal vescovo, forse lui ti può aiutare". E chiesi al vescovo se lui aveva la pace. Lui disse "si, ho pace dentro di me". Ma forse aveva pace nella sua tasca. Ho insistito a lui, e allora tristemente anche lui non mi ha potuto guardare in viso; anche lui era nella stessa condizione. Quando uno di questi papi stava per morire, un pastore evangelico gli chiese se lui aveva la certezza della sua salvezza. Allora il papa rispose così: "Non ho nessuna certezza della mia salvezza, però sono certo che vado al purgatorio. Però ho seicento milioni di cattolici che pregheranno per me, e io non passerò molto tempo dentro lì". Però gloria al Signore, noi abbiamo la certezza della nostra salvezza! Quando Lui ci chiamerà, andremo alla casa del Padre! La riteniamo la nostra casa, dove Lui ci aspetta. E questo è molto importante, quello che Nicodemo non capiva, e quello che i religiosi non possono capire.
Allora, mi sentivo disperato, avevo finito i miei studi di filosofia. Invece di avvicinarmi a Dio mi avevano allontanato ancora di più! Incominciai gli studi di teologia... peggio ancora! Avevamo non so quante ore di teologia dogmatica di studio ogni settimana, però una sola ora alla settimana di studi della Bibbia. E solamente qualche parte della Bibbia, quello che ci conveniva...
Allora presi una decisione: se qui a Roma non trovo quello che la mia anima cerca... mi hanno consigliato anche altri, "devi chiuderti in un monastero; là, attraverso le penitenze potrai trovare la pace". Allora ritornai al nord Italia, in un paese che si chiama Lovere, è provincia di Bergamo, su una montagna c'è un monastero. Entrai in quel monastero. Quando bussai a quella porta, venne un monaco a ricevermi. Aveva una barba lunga e aveva un cappuccio in testa. Nemmeno mi ha guardato in faccia, e mi disse bruscamente: "Cosa cerchi?". Io ho detto: "Vengo a cercare la pace, la serenità". Certamente c'era la pace in quel posto. La pace esteriore, che nemmeno i passeri andavano lì, perché era così triste quel posto! (ride) Però, mi dissero, "se tu resisti", perché io ero magrolino, "puoi rimanere".
Allora suonò la campana, vennero tutti i frati del monastero, mi portarono in chiesa, e mi fecero sdraiare in terra davanti all'altare e mi coprirono con uno straccio nero, e hanno acceso quattro candele. Era il simbolo che dovevo morire al mondo. Allora cominciarono a cantare il salmo 51. Io tremavo dalla paura sotto quello straccio! (ride) Era simbolo che dovevo morire. Quando mi alzai di lì, mi cambiarono gli abiti, mi cambiarono il nome anche. Mi misero il nome di Clementino. Non so dove l'hanno pescato! (ridono) Però non hanno potuto cambiare la condizione del mio cuore. Rimanevo nella stessa posizione.
E mi diedero due cose nelle mie mani: la disciplina e il cilicio. La disciplina è una catenella, finisce in sette catenelle... tre volte al giorno la usavamo, e la pelle diventava sempre più sensibile, perché lo stesso abito che usavamo sfregava sul corpo, era un continuo dolore, anche la pelle era molto sensibile. E quando c'era una tormenta dentro di me, io usavo la disciplina, mi chiudevo nella mia cella, e molte volte fino a essere bagnato di sangue, cercando la risposta nel mio cuore.
Il cilicio era una cintura con delle punte, era di ferro. Non era fatta a misura, apparteneva agli altri monaci che erano morti... meno male che ero più magro... si usava sempre alle 12 della notte, e dovevamo alzarci e cantare il salterio in fila. E quando uno pregava doveva inclinarsi profondamente così. Allora quelle punte penetravano nella carne. Parecchi dei miei compagni sono morti di tetano, per infezione, per causa di quelle punte.
Un'altra cosa che mi dava fastidio era il cranio di un monaco morto... ci portavano all'ossario comune, perché i monaci quando morivano erano sepolti nella sabbia, senza mura. Allora poco tempo dopo restava lo scheletro pulito, ed erano portati in un solo posto. Quando i monaci entravano nel monastero, dovevano scegliere un cranio, e uno doveva portarlo sul tavolino dove studiava. E io avevo una paura tremenda! (ride) Principalmente di notte... dovevo coprirlo con uno straccio perché mi spaventava! E peggio ancora, non avevamo la luce elettrica dentro nella cella, e la paura era ancora più grande...
Quando mi trovavo nel monastero è morto mio padre anche. Solamente ci avvisavano così: "pregate perché il papà di uno di voi è morto". Uno si chiedeva: sarà mio padre, sarà mio padre? E questo era tremendo. Però l'ho saputo dopo, che fu mio padre che era morto. Ero a pochi chilometri dal mio paese. Lui mi chiamò fino all'ultimo momento. Però non mi hanno permesso di giungere là. Benché la legge di Dio dice "onora tuo padre e tua madre", la religione dice di odiare mio padre e mia madre. Veramente c'era già un odio tremendo dentro di me.
Nell'anno '59 vennero i miei zii che vivevano in Argentina, e chiesero... a quel tempo era arcivescovo di Milano, che dopo fu Paolo VI... e chiesero a lui dove mi trovavo... perché avevano bisogno di un missionario là. Loro dissero "abbiamo bisogno, dovete mandarlo con noi". Però [la risposta fu] "non può uscire dal monastero, è impossibile!" Io avevo preso i voti solenni. Ero considerato come un morto. Ero così nel registro civile del mio paese, ero già cancellato. Quando ho dovuto fare il passaporto, mi hanno detto "ma se lei è morto?!". Ho dovuto portare mio fratello e mia sorella per dare testimonianza che ero della famiglia. Però grazie al Signore che le mie ossa non sono rimaste nel monastero. Il Signore mi ha preso fuori a tempo. Allora chiesero il permesso al Vaticano, e mi hanno tolto dal monastero. Io dissi, dove vado adesso, se per me era l'unica speranza il monastero? Però, il Signore aveva preparato qualche cosa di meglio.
Mi preparai per andare in Argentina. E lo stesso giorno che partii per l'Argentina, non avevo i soldi sufficienti per pagare il mio biglietto della nave. Però avevo fiducia che il Signore mi aiutava. Mia mamma mi disse, "io sono contento che tu vada, se è per il bene della tua anima". Mi dispiaceva lasciarla sola. Però quella stessa mattina venne una donna e mi portò un libro, e dentro c'era una busta e c'erano i soldi che avevo bisogno per pagare il mio biglietto. Mi mancava 30.000 lire, e lì c'erano 30.000 lire. Nessuno lo sapeva. Uno solo, Colui che mi stava chiamando. Allora partii contento per l'Argentina. E per due anni ho lavorato come missionario cattolico in Argentina.
Però vedevo che non potevo fare niente per i poveri Indios. Materialmente potevo aiutarli, ma spiritualmente non potevo fare niente. Io non potevo dare a loro quello che non avevo. E l'unico che davo loro era una stampa, una medaglia, un poco d'acqua benedetta, e se volevano un poco di più, dovevano pagare.
Però un giorno, ritornavo a una piccola chiesetta che c'è su una montagna... ritornavo a quella cappella. Io andavo tutti i giorni là. Sapevo che non trovavo niente, però dovevo dare il buon esempio. Però a metà strada, giusto dove noi oggi abbiamo la nostra missione centrale, mi trovai con un Indios, e allora mi venne incontro e mi salutò. Lui era molto sorridente, io avevo una faccia triste e severa. Ero sempre arrabbiato, avevo un carattere tremendo. Il Signore deve cambiare anche il nostro carattere. Deve cambiare anche il nostro carattere. Deve cambiare il nostro carattere! E questo è parte nella nuova nascita! Alleluia.
E quando venne a salutarmi, io non lo conoscevo, però mi disse: "Che cerca in quel posto?". Mi vergognavo a rispondere; sapevo che non trovavo niente. Però lui mi disse così... il testo della Bibbia: "Perché cercate fra i morti Colui che vive?". E però voleva dirmi questo: che cerchi in quel posto, perché cerchi fra le cose morte Colui che vive?
Allora mi disse così: "Io so che tu cerchi la pace. C'è un solo posto dove trovarla." Io dissi: "Che ne sai tu, povero Indios ignorante?". Io avevo tanti libri in testa, però avevo un cuore vuoto. Però lui mi disse così: "C'è un solo posto". Ma se il Cristo io ce l'ho qui, sul petto... avevo una croce. Ce l'ho grande, una statua in chiesa... ho l'eucarestia... ce l'ho il Cristo! Però lui mi disse così: "Io voglio dirti di un Cristo vivo, un Cristo che ti può aiutare, un Cristo che può cambiare la tua posizione". Io non capivo quello che lui mi diceva. E lui disse, "Questa sera vieni da noi, e pregheremo per te". Io dissi: "Pregare per me?" Ma se non mi sentivo peccatore! Perché io confessavo i peccati degli altri.
Però giunse la sera, il 24 giugno del 1961... è inverno nella Patagonia, stava nevicando. Alzai la mia sottana, era scuro di notte, e cominciai a correre, e come Nicodemo giunsi di notte, di nascosto, avevo paura che gli altri mi vedessero. Entrai in quella piccola chiesa, non c'era luce elettrica, non c'era nemmeno pavimento, era terra, però c'era un piccolo gruppo di cristiani che pregavano. Io incominciai a ascoltare quelle preghiere. Tutto era nuovo per me. Io dicevo, "Che belle preghiere. Dove saranno scritte?" (ride). Volevo cercarle nel mio libro. Ero abituato a ripetere quello che gli altri hanno scritto. Quando hanno finito di pregare, il Signore mi diede la prima lezione. Tornai alla chiesa cattolica, e per molti mesi celebravo messa nella chiesa cattolica, però andavo anche al culto evangelico. A prima vista sembrava che dovevo cambiare religione. Però la cosa non era così. Dovevo arrendere il mio cuore al Signore. Mi sentivo felice quando ero lì al culto; però avevo i miei obblighi nella chiesa romana. Però il 31 ottobre dell'anno '61, come questa domenica è il compleanno della mia nascita (applaudono)... io mi trovai davanti alla chiesa cattolica, erano le cinque del pomeriggio. Allo stesso tempo i fratelli [evangelici] lodavano il Signore nella chiesa.
Però io dovevo celebrare una processione nella chiesa cattolica. Ero molto arrabbiato perché non potevo andare là. Ero lì davanti alla chiesa romana, c'era il vescovo presente, e c'era presente quasi tutta la città. Allora il vescovo dice, "incomincia la processione". Io avevo gli abiti sul mio braccio, però avevo anche la mia Bibbia nelle mani. Volevo correre là. Però dovevo realizzare quella processione. Il vescovo dice, "incomincia la processione". Però io non volevo muovere un solo passo in più, perché sentivo che era giunto il momento della mia decisione. E il vescovo incominciò a urlare e a sgridarmi, "dai, comincia la processione!". E allora in quello stesso istante sentii una voce che parlò dentro di me, e mi disse così: "A che serve che tu realizzi questa processione, a che serve che gridi "viva Cristo re", quando Io non regno ancora nel tuo cuore?". Allora dissi al Signore in quell'istante: "Signore, vieni e regna nel mio cuore!". Incominciai a sentire la presenza del Signore. Allora il vescovo mi spinse un'altra volta: "incomincia la processione!". Ma la processione era già incominciata, era quella dentro di me, alleluia! Allora mi tolsi gli abiti, li tirai al vescovo, e cominciai a correre verso la chiesetta evangelica. Dietro di me il vescovo mandò il popolo cattolico, però ero abbastanza magro e correvo abbastanza (ride). Entrai in quel piccolo posto, passai fino lì davanti, perché sempre mi sedevo là prima. Il fratello predicava sul figlio prodigo. Mi sentii come un figlio prodigo, e in quello stesso istante piegai le mie ginocchia, e accettai Gesù come mio sufficiente Salvatore, e sentii la Sua presenza, sentii la nuova nascita dentro di me. In parole non potrei spiegare quello che ho sentito in quel momento, però fu una cosa gloriosa. E se fino a quell'istante mi ero sentito prete della chiesa romana, da quell'istante sentii che ero un vero sacerdote di Gesù Cristo. Non era facile per me. Molte cose mi legavano. Però i fratelli allora mi presero, contenti lodavano il Signore, e lì fuori c'era il popolo cattolico aspettando a me che passavo, perché non si realizzò la processione; da quel momento non si è realizzata più nessuna processione. Forse hanno paura che un altro sacerdote sia salvato (ride).
I fratelli mi portarono vicino a un fiume... acqua abbastanza fredda, acqua che viene dalla neve che si scioglie... e mi portarono lì nell'acqua, e ho detto, "cosa fanno adesso?" Io credevo che dovevo morire lì! (ride)... meglio morire lì nell'acqua che morire per mano dei cattolici, perché erano lì che mi aspettavano! Allora mi immersero nell'acqua [per il battesimo], e i miei occhi si aprirono alla verità.
Non fu facile per me; la polizia mi buttò fuori dalla città lo stesso giorno, e ho dovuto camminare quasi 100 chilometri, alla frontiera con il Cile, sotto un albero, quella fu la mia prima chiesa, la mia prima casa, la mia prima congregazione, perché non avevo niente materialmente parlando, però avevo tutto, e da quell'istante la presenza e la gloria del Signore è stata sulla mia vita. Adesso già abbiamo 18 posti dove predichiamo la parola del Signore. Abbiamo comunità di 600-800 membri. Il Signore veramente ci sta aiutando. In molti paesi dove c'era la chiesa cattolica, sono andati via.
Parlo dell'ultima missione soltanto, cercherò di essere breve, qualche minuto solamente.
C'era una monaca che dominava un paese. Dominava le autorità di un paese, e noi era da 14 anni che volevano giungere in quel posto, e stavamo pregando il Signore. Avevamo delle comunità tutt'intorno lì, meno che in quel paese. E allora i giovani della mia comunità, loro vanno tutti i sabati ad annunciare il Vangelo ai villaggi. Allora sono giunti da quel paese a un'altra missione, sono 25 chilometri. Incominciarono a guadagnare al Signore famiglia dopo famiglia, e quando la monaca se ne rese conto, già mezzo paese era convertito al Signore! Abbiamo già costruito un locale di culto più o meno come questo, quest'anno, però quando sono tornato nel mese di giugno, già quel posto era pieno! Non ci stava più la gente, ne abbiamo dovuto costruire un altro vicino. Adesso ci sono 300 persone che si stanno preparando per il battesimo. A dicembre inauguriamo il nuovo locale, e celebriamo anche il battesimo. E' così anche in altri villaggi. Ci stanno chiamando dappertutto per ascoltare la parola del Signore. Ho un programma alla radio, che giunge in molti posti, e molte persone si convertono al Signore, e lì nasce una nuova comunità. Ringraziamo il Signore per questo.
Non fu facile. Sono stato avvelenato due volte, ma il Signore mi ha liberato. Un'altra volta sono stato pugnalato, ho perso molto sangue, mi trovavo in un posto lontano del paese. Non ho denunciato quella persona, era un cattolico che era stato un alunno mio quando ero prete, ma lui non poteva capire perché avevo abbandonato la chiesa romana. Però lo affidai nelle mani del Signore. Dopo qualche anno dovevo costruire la cappella d'Eschel, che è grande, 11 per 42, però non avevo i mattoni, avevo bisogno di venticinquemila mattoni per costruire, e non avevo un soldo in tasca. Allora quella persona passò con il suo camion davanti a noi, e si fermò, e mi chiese cosa pensavo di fare. Io ho detto "voglio costruire un edificio, una chiesa". Lui dice: "hai i mattoni?" "No". "Hai i soldi per pagarli?" "No, non li ho nemmeno" (ride). E non mi disse niente più. Io andai a visitare un'altra missione, e quando tornai c'erano i venticinquemila mattoni lì! Quell'uomo costruiva i mattoni, li fabbricava, e donò quei venticinquemila mattoni. Il Signore veramente ha guadagnato il suo cuore. Il Signore è buono. Pregate per questo.
Noi in Patagonia abbiamo avuto il 3000% di inflazione quest'anno. Ci sono operai che guadagnano 25 dollari al mese, ed è un'opera in crescita, e adesso abbiamo cinque cappelle in costruzione. Stiamo per costruire una scuola dove insegniamo a lavorare e prepararsi nella Bibbia. Vengono dai campi, non sanno fare nessun lavoro, l'unico è andare a cavallo. Vi invitiamo alla Patagonia, affinché potete aiutarci nell'opera del Signore.
La domenica devo fare quasi 600 chilometri. Lascio un gruppo in un paese, un altro in un altro paese, vado a celebrare il culto in un paese dove ci sono parecchie comunità, e torno verso sera per celebrare il culto nella mia comunità. Le strade sono molto difficili, molte volte dobbiamo attraversare anche dei fiumi. Prima lo facevo a piedi, quando non avevo la macchina... in pieno inverno, con l'acqua fino alla cintura. Con neve ai lati del fiume, però con il desiderio di predicare la parola di Dio. L'ambiente della Patagonia è un posto molto inospitale, per il vento forte, per le grandi distanze... sono 3000 chilometri di lungo, e quasi tutto deserto; ci sono parecchi villaggi, di pastori, di caprai, però con desiderio di conoscere la parola del Signore. Aiutateci nella vostra preghiera, e ricordatevi ogni tanto di noi.
E se desiderate venire a trovarci, venite nell'estate là, in dicembre, gennaio, febbraio e marzo, sono i mesi tollerabili. Però in febbraio abbiamo il congresso dei giovani; sono centinaia e centinaia di giovani, che si riuniscono lì all'aria aperta in un bosco nella Cordigliera delle Ande, un posto molto bello per ricevere il consiglio della parola del Signore. La prima settimana di marzo abbiamo il nostro raduno, vengono tutti i nostri fratelli, e tutti quelli che servono il Signore; abbiamo fatto abbastanza letti, benché ci mancano parecchi materassi ancora (ride). Se voi volete donare un materasso verrebbe bene. Costa 25 dollari un materasso là; un sacco di farina costa quasi 15 dollari adesso. Pregate affinché il Signore ci possa aiutare. Siete benvenuti alla Patagonia.
Alleluia.
Io vorrei pregare per qualche persona questa mattina. Il Signore vuole cambiare totalmente la tua vita. Ci sono cose ancora che legano la tua vita, benché sei religioso, protestante o cattolico, però hai bisogno della persona di Cristo. E le cose che tu mai hai potuto superare, il Signore è qui per aiutarti. Io vorrei pregare per te. Se tu lo desideri, che io preghi per te, alza la mano. Amen. Gloria al Signore. La comunità preghi con me adesso. Alleluia, Dio è fedele. Benedetto il nome del Signore.
Se senti che qualcosa ti lega ancora, vieni, Dio vuole operare questo miracolo. Non dubitare un solo istante, credi solamente. Lui può aiutarti, come ha aiutato Nicodemo. E come ha aiutato me. Come ha aiutato molti che sono qui presenti, Lui vuole aiutare anche te. Abbi fiducia in Gesù in questo momento.
La testimonianza di Vilma Laudelino De Souza, ex strega nera
Lei doveva scegliere tra i suoi antenati qualcuno per assisterla in questo rito. E quando io sono nata, sono nata in una notte che pioveva. Mia nonna quando mia madre era negli ultimi momenti, mia nonna la stava aiutando a partorire, si è aperta la finestra e mia madre si è spaventata, e mia nonna ha capito che quello era un segno delle entità. Mi ha preso dal grembo di mia madre, mi ha alzato e ha invocato un'entità che si chiama [pronuncia un nome], e mi ha consacrato a questa entità.
Se dovessi raccontare in dettaglio che cose sono successe nei ventidue anni successivi, io dovrei spendere tante ore per raccontarvi cosa è essere consacrata ai demoni. Ma all'inizio della mia vicenda, mia madre è stata portata all'ospedale. Lei stava male, e qualcuno mi ha detto, "Riposa bene perché la mamma tornerà dall'ospedale".
Nella Bibbia Gesù dice, "Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi", ma se conoscerete la menzogna, la menzogna vi incatenerà.
Qualcuno mi ha detto, "Tua madre tornerà", ed è stata la porta di entrata per ciò che è successo dopo.
Tutti sono andati a dormire. Tutti sapevano che mia madre stava entrando in terapia d'urgenza. Mi hanno detto aspettare e io ho aspettato alla porta di casa. Qualcuno mi ha detto "lei tornerà". Non so se tu ti sei mai svegliato di notte con paura, con una sensazione di freddo. Io mi sono svegliata, ho sentito questo, qualcuno apre la porta ed è mia madre che sta entrando. Questa scena era così brutta che non sono mai riuscita a dimenticarlo. Mia madre lì era strana, mi dava paura, e quando mia madre era vicina che io le dico, "Mamma che bello che sei tornata", non era mia madre, era una cosa fredda, una cosa che ha preso la figura di mia madre, ma in realtà era un'altra forza strana, che io non conoscevo da bambina. Io avevo confusione, ho cercato di dire, "Mamma... ma tu non sei mia mamma!" E quella donna ha iniziato ad avvicinarsi a me ed è entrata dentro il mio corpo. Per la prima volta io mi sono sentita come cadere in un buco nero. Era qualcosa di terribile, ho aperto gli occhi ed era già chiaro. Mia madre era ancora all'ospedale. Non c'era nessuno, neanche mia sorella più grande. Io correvo, spaventata, mentre c'era là un cane, che mio padre aveva avuto come regalo. Quell'animale arriva vicino a me e inizia a dire parole umane, il cane parlava con parole umane. Questo non mi era mai successo. Io avevo solo quattro anni d'età. Io non potevo immaginare cosa iniziava a formarsi intorno a me, fino a che la mia vita fosse arrivata al punto più buio, terribile, chiamato magia nera.
Da quel momento le cose cominciano a succedere. Avevo sette anni e già avevo delle capacità, e fenomeni di paranormalità, di chiaroveggenza, di sdoppiamento, avevo fenomeni di levitazione, io mi sdraiavo, aprivo gli occhi e il mio corpo era nell'aria. Una cosa orribile, avevo incubi, visioni, una così nitida, così reale. I quadri si materializzavano, le cose si muovevano in casa. Era come un orribile film d'orrore. Ho iniziato quella ricerca tra delle donne che potevano aiutarmi, delle donne che potessero aiutarmi a capire, a sminuire quella situazione. Sono stata portata in una sessione familiare di spiritismo presieduta da mia nonna, tutti con i bonghi, in mezzo una tovaglia con dei sacrifici, e mi hanno messo in questa tovaglia, e entravano delle entità, dei demoni in me, io ero spaventata e continuavano con i bonghi, e là io sono stata "battezzata" in [una setta chiamata] umbanda, che è un'insieme di magia nera con un [la parola è incomprensibile].
Avevo solo sette anni. A sette anni nessuno ha capacità per avere queste entità, mentre a me le hanno date. Temporaneamente quei terrori notturni si sono accentuati, e dopo sono venuti con più violenza. Mi ricordo che quando ero a scuola, alcuni fenomeni iniziavano a manifestarsi in me. La mia mano, le mie braccia, io non riuscivo più ad avere il controllo del mio corpo. E un fenomeno chiamato psicografia inizia a prendere possesso di me.
Io non volevo, era un torpore. Il mio quaderno inizia ad essere pieno di scritte, delle frasi disoneste. Un giorno la mia maestra mi ha preso e ha detto, "Avete visto perché questa bambina non capisce niente?" E io volevo dire, "Non sono stata io a scrivere questo!" Ma nel mio quaderno c'erano dei disegni, delle scritte, erano disegni di Satana, e sotto c'era scritto, "Io sono il demone della mezzanotte". Io avevo vergogna, tutti nella scuola cominciarono a chiamarmi "il demone della mezzanotte".
Hanno parlato a mia madre e le hanno detto, "Il problema di questa bambina è spirituale". Mi hanno portata in una chiesa perché fossi esorcizzata. Ma ti voglio dire che la religione non salva nessuno. Se era vero che salva, io non avrei bussato a così tante porte cercando una risposta che non avevo trovato.
Sono stata portata in una chiesa perché mi facessero un esorcismo, con dei catecumeni della chiesa. E i fenomeni sono peggiorati. Quando io sentivo parlare di Dio, io guardavo le immagini religiose [nella chiesa], e le immagini mi attraevano. I miei occhi, la mia mente, il torpore del mio corpo, io ero attratta dalle immagini. E un'immagine nella chiesa cattolica mi guarda e inizia a parlarmi, quell'immagine che era immobile. E tu mi puoi domandare, "ma tu comunicavi con un'immagine?" Si, quell'immagine mi raccontava i peccati dei sacerdoti, e mi chiamava con una voce ammaliante, che mi attraeva. Forse mi domanderai perché i cristiani evangelici non tengono immagini. Forse mi domanderai, "chi allora risponde alla preghiera della persona sincera che fa una promessa, che si piega, davanti a un'immagine, chi risponde?" Io voglio dirti, la parola di Dio ti dà la risposta: tutto ciò che l'essere umano vuole sapere, la Bibbia lo dice. L'apostolo Paolo ha detto nella prima lettera ai Corinzi, nel capitolo 10, ti dice che dietro agli idoli ci sono i demoni. Ogni volta che un uomo cerca i favori di un'immagine morta, è in pericolo perché nel Salmo 115 dice che gli idoli non possono parlare, non possono fare niente. Allora dice Paolo, le cose che le persone sacrificano agli idoli le stanno sacrificando ai demoni. Ogni volta che un uomo cerca il favore di un idolo, il pericolo è che il demone che è dietro quell'idolo, cosa che Gesù ha detto nel vangelo di Giovanni, dice che il diavolo vuole uccidere, rubare, distruggere. In quel modo Satana porta a compimento ciò che vuole nella vita dell'uomo.
Io non sapevo queste cose. E tu mi puoi domandare, "non ti hanno mai parlato di Dio?" Si, dentro quella chiesa mi hanno parlato di un Dio che amava solo le persone buone. Mia madre diceva, "Dio ti porterà all'inferno se non fai la brava". Qualsiasi cosa succedeva, anche le cose pessime, era colpa di Dio. Da quando ero bambina avevo un'idea di Dio, lo immaginavo come un vecchio con la barba, un vecchio cattivo, che faceva tuoni e rumori lassù per spaventare la gente qua sotto. Ma dentro quella chiesa, mentre qualcuno parlava di un Dio onnipotente, io non riuscivo a capire, ero bambina. Dio amava persone buone, non quelle cattive. Come nel capitolo 22 dei Proverbi, che dice, insegna al bambino la via che deve seguire, perché lui non s'allontanerà da quella via; dice, nella direzione che tu istruirai il tuo bambino, lui sarà condotto fino alla sua vecchiaia in quella direzione.
Vi voglio raccontare qualcosa della mia infanzia. Io sono la quarta di sette figli. Mia madre è figlia di europei, e mio padre di africani. Io sono l'unica che ha le caratteristiche un po' da neri. Mio padre è nero, mia madre con gli occhi chiari. Sono nata a Rio, in mezzo alle persone dell'alta società. Mio padre era di una casa ricca. Ho vissuto un po' di preconcetto razziale, anche nella famiglia. I miei stessi fratelli mi dicevano, "tu non sei figlia della mamma!" Io sentivo l'ostilità dei ricchi, il disprezzo delle persone. Quando [in quella chiesa] sentivo parlare di Dio io ero confusa. Sono tornata a casa ho detto, "Papà, chi è Dio?". E non mi sono mai dimenticata che mio padre ha messo le mani nelle tasche e ha detto, "Dio è i soldi in tasca! Se tu non lavori non sarai mai niente". Proprio da questi insegnamenti confusi ho iniziato a vivere tra due verità.
Ho detto, "Come minimo questa storia di Dio c'entra con i soldi. Ma se esiste Dio, io lo odio".
Io sto raccontando questa storia per tante persone... raccontare un sentimento ostile verso Dio, che è nato nel cuore di una bambina prima ancora dei dieci anni.
Io ho detto a Dio, "Signore, io non voglio più raccontare del mio passato, voglio raccontare alla gente di quanto sono grata per ciò che Tu hai fatto, per la Tua bontà verso di me!" Ma Dio mi ha detto, "No, vai, e racconta a tutti quelli che troverai, non perché vedano la miserabilità dell'essere umano, ma perché capiscano che Io amo, perdono, riscatto e trasformo anche le persone che mi odiano".
Possessioni violente
Da quando quel sentimento di odio verso Dio è entrato nel mio cuore, io mi svegliavo di notte, e una volta c'era un uomo vestito di nero vicino al mio letto. Dal primo istante ho pensato, "sarà un ladro". Ma oggi io so che quello veramente era il grande ladro delle anime. Era un uomo con un volto scuro che mi ha risposto, "Io sono il diavolo". Io sono svenuta; durante tutta la mia vita, tutto il resto della mia vita, dovunque andavo, quell'uomo era vicino a me. E lui era sempre materializzato vicino a me. Io lo vedevo e dicevo, "Mamma, è qui vicino a me!" E mia mamma mi diceva, "Non c'è nessuno, smettila". E quell'uomo rideva, e un giorno ha invaso il mio corpo. Quando lui invadeva il mio corpo, sei uomini non potevano trattenermi. Io ero un caso sgradevole, i miei fratelli non volevano stare vicino a me, dicevano, "Ma tu hai visto qualche film d'orrore". Io non riuscivo a vedere i film d'orrore perché io mi sentivo protagonista di un orrore; era dentro di me.
A tredici anni d'età, mentre stavo cercando, volevo che queste manifestazioni finissero, sono arrivata al candomblé, dove si fa la magia nera, dove c'erano le più grandi autorità della magia nera. Sono andata a cercare la risposta in questo posto. Un uomo toglie una tovaglia, mi fa un segno di riverenza. Io svenni, e recuperai i sensi la mattina seguente. Quando mi sono svegliata, mia mamma preoccupata mi ha chiesto, "Ma tu non stai sentendo niente?" Ha detto, "Figlia, sono entrati dei demoni dentro di te". Io avevo solo tredici anni, ma Satana non ha... badato a questo.
Sono andata a bussare dai [praticanti di una specie di magia nera]. Ma il Salmo 42 dice, "Un abisso chiama un altro abisso". Invece di non avere più queste manifestazioni, peggioravano. Adesso era entrato in me un'entità che si chiama [pronuncia un nome], uno spirito di seduzione. Io che ero timida, invece ho iniziato ad avere una personalità promiscua. E dal momento che ho avuto questo carattere strano, mia madre non sapendo come fare, proprio perché il mio carattere era orribile, ha detto, "Maledetta l'ora che ti ho messo al mondo". Ma nella mia adolescenza, i miei genitori mi correggevano, mi insegnavano le cose giuste, ingiuste, mi dicevano anche più delle cose non giuste. Mio padre era un boemio, suonava, era un musico. Mio padre mi diceva, "Vai a comprare della birra per i miei amici". Ma nella mia epoca i bambini non bevevano, le ragazze non bevevano. Ma quando mio padre beveva e lo vedevo, io ho iniziato a coinvolgermi nell'alcolismo anch'io. Lui beveva con gli amici e anch'io, a tredici anni ho iniziato a bere, sono entrata profondamente nell'alcolismo. Proprio come dice la Bibbia, un abisso chiamava un altro abisso.
Io iniziavo a bere e ero spinta a cercare il gusto, volevo assaggiare tutti i tipi di bibite. Anche le sigarette, ero attirata anche dalle sigarette; ho preso per la prima volta un sigaro per la strada, e Satana ha iniziato a usare anche queste cose. Io ho detto, "Questo non è così brutto. Mio padre beve, fuma, anche i suoi amici". E io a tredici anni... uno sta crescendo a tredici anni... ho iniziato a bere, ero inondata da queste cose; ero sempre in giro, nei bar, anche se non era comune che una ragazza quarant'anni fa andasse in un bar a bere o a fumare. Ma per me era irresistibile. Io entravo nei bar, le persone erano spaventate di vedermi, ma era l'epoca della Cuba Libre, rock, e così via. Io sentivo spesso questo, e sono caduta nel più profondo abisso.
Nei carnevali c'era una cosa che si chiamava "lanciaprofumo", una specie di droga. Mio padre annusava questa cosa, e anch'io ho detto, "anch'io voglio sentire questo". Ho provato la droga, la mia mente era così leggera, avevo una sensazione strana, sembrava che camminavo sulle nubi, ed è così che sono entrata anche nel mondo dei vizi. Ho sentito quel profumo, non riuscivo più a pensare, se mi sembrava di essere felice... Proprio in quel periodo dove una ragazza non avrebbe mai provato la droga o fatto queste cose, io a diciassette anni ero completamente viziata.
E ho avuto tre coma alcolici nella mia gioventù, proprio iniziati con un assaggio nel bicchiere di mio padre. E a vent'anni, io ero conosciuta da tutti, in tutti i bar. Anche i miei genitori avevano vergogna di me. Loro non sapevano che era stato proprio quel resto della birra di mio padre che mi ha attratto a quei vizi.
Anni '60
Quegli anni sono conosciuti come un'epoca di forza, di felicità, un rock molto pazzo, capelli lunghi, musica di protesta, era pieno di droghe, era la voce della gioventù. I musicisti che rompevano le chitarre, cantavano proteste contro un sistema razziale, di razze diverse. Io ancora annusavo le droghe, andavo in queste feste... erano "gli anni d'oro".
A Rio... io sono nata a Gavia, in una zona aristocratica di Rio, vicino Ipanema, Copacabana, [elenca altri luoghi]. La mia zona era proprio in mezzo a questi posti buoni, proprio l'alta società, tutti che arrivavano bevendo con rhum nella mano, perché quello faceva chic. E io facevo impatto, perché "è una ragazza che è appartenuta a tutte le nostre feste", dicevano... "è molto conosciuta tra di noi"... C'erano addirittura delle ragazze che si buttavano, dopo aver bevuto, con tutta questa droga. Una ragazza si è buttata dal secondo piano. Tutti dicevano, "Dobbiamo goderci la vita, la gioventù, e vivere". Le canzoni ci dicevano questo, le proteste, i movimenti... Di colpo arrivano anche i Beatles, che fumavano hashish, i Rolling Stones anche...
Tutto questo è entrato nella mia mente e mi ha proprio allontanata da Dio. Tutto questo mi ha coinvolto, io sono rimasta coinvolta con i ragazzi, le ragazze, il rock...
Quando avevo diciotto anni ero già una donna sconfitta, ero la vergogna della mia famiglia, la tristezza del mio sistema. La società diceva, "Quella donna non vale niente". Una volta quella stessa società mi aveva spinto a fare questo, e poi mi hanno rifiutata.
Io già sniffavo, bevevo, facevo di tutto. Proprio in mezzo a tutto questo, ogni giorno io cadevo di più, fino a che sono diventata la ragazza del più grande spacciatore di droghe della mia zona, proprio in quegli anni. Anche se si chiamavano anni dorati per me non erano così.
Un giorno, dopo una festa, il mio fidanzato è stato sequestrato dallo squadrone della morte, e lo hanno colpito con cinquanta colpi. Tutti mi conoscevano, avevo veramente una brutta fama, e quando sono tornata nella mia zona, dopo che era successo questo al mio fidanzato, mi hanno chiesto, "Perché hanno ucciso il tuo ragazzo e a te no?" E io ho detto, "Perché io ho una protezione". Avevo delle entità, spiriti di seduzione, spiriti maligni... Ma con il tempo, quando ho aperto gli occhi, ho capito che se la mia vita era rimasta illesa, non era perché dei demoni mi proteggevano. Ma questo, la mia vita, è costata il prezzo del sangue di Gesù. Dio che si è fatto uomo, la Parola venuta in carne, Colui che ha passato delle notti pregando, digiunando, Lui ha detto delle parole eterne, che ancora oggi garantiscono la liberazione di coloro che credono nella sua Parola.
Ma quei trenta ragazzi amici del mio fidanzato mi hanno dichiarato la morte. Quando tu sai che devi morire, in questo giro tutti sanno che devi morire. Tutti sapevano che io ero la prossima che doveva morire. E mi hanno detto, "Là c'è una donna che risolverà il tuo caso". Mi stavano preparando già per avere un alto ruolo nell' occultismo. Ma quando uno è cieco, tu vai dove ti dicono di andare.
Io sono andata in questo posto, dove mi hanno detto che c'era una donna che poteva aiutarmi.
Mi hanno dato un vestito nero e hanno acceso delle candele rosse e nere, hanno spento le luci. Una donna è entrata, tante persone erano là con la faccia per terra e iniziano a evocare, a fare un rituale strano con un crocifisso capovolto. Ho ascoltato qualcuno che ascoltava fuori, e ho visto un uomo che entrava materializzato. Un uomo che non aveva né la coda, non aveva neanche le corna. Era un uomo bello, ma nel [la registrazione si interrompe per un attimo] una persona non può immaginare. Questo uomo si è avvicinato e mi ha guardato e io l'ho riconosciuto: era quell'uomo che quando ero piccola mi picchiava ed era entrato nella mia camera. Era quell'uomo che era entrato dentro il mio corpo quando ero piccola. Lui passa e entra in quella camera. Ho iniziato a sentire qualcuno che rideva, e esce una donna vestita di nero con una corona, con un pugnale in una mano. E là in quel luogo c'era Lucifero, il principe dei demoni, che mi ha guardata e mi ha detto, "Tu!". Io ero spaventata. Ha detto, "Io ti sto aspettando qua dal giorno in cui sei nata". Quell'idea non mi è piaciuta, ma da quel momento mi invitano a fare un patto eterno di sangue. Questo patto è "privilegio" di pochi, dicono loro. Ma intanto, è relativamente comune tra quelli che hanno il successo artistico, culturale, politico e imprenditoriale. E secondo l'invito di quel principato mi ha fatto la più grande autorità di magia nera in Brasile. Un'autorità alla quale nessuno riesce a dire di no.
Lui stava aspettando e mi stava preparando per quell'incontro. Ho iniziato a lavorare con Lucifero, il principe dei demoni. Ho conosciuto come uccidere una persona senza muovere le mani. Io potevo distruggere un uomo, potevo farlo morire; potevo farlo diventare omosessuale, potevo distruggere anche una famiglia, anche le persone che erano buone. Io conoscevo il potenziale dei demoni, potevo distruggere qualsiasi cosa.
Ma una notte, dopo aver praticato la magia nera per molto tempo... non pensate che magia nera è una cosa per le persone semplici che non sanno né leggere né scrivere, è pieno di gente con un alto rango, con la migliore classe politica, in tutti i posti, persone che hanno anche molti soldi... queste persone cercano delle risposte, gloria, potere e fama. Cercano questa gloria che il mondo offre, proprio ai piedi dei principi dell'inferno.
Io ho iniziato a praticare questo. E una notte è successa una cosa particolare. In mezzo a una sessione di magia nera, una donna era furiosa, e dice, "Non la posso toccare!" Dice, "Io voglio uccidere una donna evangelica". Io ho detto, "Bene", perché là mi hanno insegnato a pregare contro gli evangelici. Mi hanno insegnato che gli evangelici erano un nemico per noi. Dovevano essere distrutti; sempre, quando era possibile, io dovevo distruggere chiunque si diceva evangelico. Perché loro mi dicevano, "Per via degli evangelici le entità non possono governare in questo luogo". E quella donna inizia a parlarmi della sua vicina. Dice, "La mia vicina di casa è una fanatica! Lei non idolatra Maria, lei parla solo del suo Dio, dice sempre Alleluia, canta degli inni... La mia vicina dice che le nostre entità sono demoni. Lei è pretenziosa, e dice che va in cielo".
Guardate l'importanza della testimonianza di un credente che cammina nella presenza di Dio. Mentre quella donna mi diceva, senza immaginare ho iniziato a stare attenta, quando lei mi ha detto, "La mia vicina è così pretenziosa, lei mi ha detto che devo accettare Gesù come mio Salvatore". E io allora ho pensato, "Io imparerò e distruggerò i credenti". Non ho mai immaginato però che il fondatore della Chiesa dei credenti, che l'autore e compitore della fede dei credenti aveva già dichiarato duemila anni fa che le porte dell'inferno non avrebbero prevalso contro la sua Chiesa. Alleluia, Cristo è la verità. Non c'è Dio come il Dio dei credenti. Io non ho imparato questo a un culto evangelico, ho imparato questo quando ero ancora nella magia nera.
Quando quella donna inizia a menzionare il nome di Gesù, questo demone, Lucifero, va dietro di me e dice, "Basta!" Dice, "Io non posso toccare quegli evangelici. Loro hanno uno Spirito contro il quale io non ho potere". Dentro quella sessione di magia io mi sono domandata, "Chi sarà il Dio di questi evangelici? Chi sarà lo Spirito che hanno gli evangelici?". Ma io non sapevo, e per questo ho immaginato che loro erano i peggiori fattucchieri. Io potevo uccidere una persona entro ventiquattro ore volendo, però non potevo toccare gli evangelici.
Cari, dopo che ho conosciuto la verità, dopo che gli occhi della mia mente si sono aperti, io ho scoperto il segreto dei credenti. Ho scoperto perché tutto l'inferno insieme non può nemmeno contro un credente. Sapete cos'è? È perché ogni vero credente ha nelle porte della propria anima il marchio del sangue di Gesù. Ogni credente ha il nome scritto nei cieli, ha una sicurezza come nessuna autorità in questo mondo può avere. Ogni evangelico ha un angelo di Dio accampato attorno a sè. Ha una promessa, come nel vangelo di Matteo il Signore dice, "Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine dei tempi". Non è senza ragione che l'apostolo Paolo nel suo canto di vittoria nel capitolo 8 di Romani dice, "Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?". Ma io non sapevo queste cose.
In un'altra occasione ero proprio nell'abisso, coinvolta con tutti questi sacrifici, con tutte queste cose. Una notte ho partecipato alla morte di un imprenditore. Qualcuno è venuto e ha detto, "Vorrei uccidere il mio socio". E ha parlato con Lucifero. Dopo sette giorni tutti [gli altri praticanti di magia nera] saltavano. Ho guardato quella scena macabra con dei sacrifici, candele rosse, nere. Gli ho detto, "Cos'è successo?" E hanno detto, "Quell'uomo contro il quale abbiamo pregato [pregato il diavolo], è morto da due giorni". Io ho pensato, "Io non so se esiste l'inferno o il diavolo, ma se esiste io sicuramente sono vicina a questo".
Fino a quel momento non avevo mai creduto né in Dio né nel diavolo né nell'inferno. Gli spiritisti non credono nell'inferno. Se conoscete lo spiritismo, sapete che parla della reincarnazione. I cattolici parlano di purgatorio. Altri dicono, "Se tu muori è tutto finito". Ma io non ho mai creduto nell'inferno. Ma quando ho visto quella scena, io ho preso una decisione. Sono arrivata a casa e ho detto, "Mamma, mai più io praticherò la magia". Ho rotto i miei altari e mia madre ha detto, "Tu non puoi, tu sei nata così, tu non puoi!". Io voglio dirti, questa è una bugia del diavolo. Nessuno è nato per essere schiavo di Satana. Ho iniziato a buttare via tutto, tutto. Se qualcuno conosce lo spiritismo sa cosa sto dicendo. Avevo un sacco di immagini, vestiti, manuali... Ho buttato tutto dentro un fiume, pensando che se buttavo via, io ero libera dai demoni che erano dentro di me.
Ma in quella sera, io ero seduta sul mio letto. Quando di colpo, quell'uomo che entrava sempre nella mia camera come se fosse padrone della mia vita, entra... fino qui lui si presentava con dei nomi come delle entità con i nomi [elenca dei nomi]. In quella notte invece lui venne vestito di nero, con gli occhi e il viso pieno d'odio, ha messo il dito nel mio naso e ha detto, "Tu sei mia. Io sono il diavolo. Nessuno dei miei schiavi mi può abbandonare come vuoi fare tu".
In quel momento ho cercato di reagire. Io avevo dei poteri, potevo uscire dal mio corpo, potevo ipnotizzare la gente, potevo fare varie cose, potevo entrare spiritualmente nella vita di persone, avevo tanti poteri. Ma in quel momento, lui metteva il dito nel mio naso e mi diceva, "Io sono Satana. Io sono Lucifero. Tu sei la mia schiava. Se tu provi ad abbandonarmi, io ti porterò all'inferno". Ma io ho aperto la bocca e ho detto, "Mai più ti servirò!".
Fino ad allora io non avevo mai creduto a queste cose. Lui mi prende alla gola, si apre la terra, come un abisso, e io inizio a cadere dentro. Ho iniziato a cadere nell'abisso. Vedevo le tenebre davanti a me. Tutto ciò che assomiglia all'inferno, peggio! Era come cadere in un buco... Io cercavo di trattenermi, ma io scivolavo in questo buco. C'erano delle pareti, e lui mi ha fermato e mi ha detto, "Guarda il tuo cadavere". Io già mi vedevo verso l'inferno con il mio corpo morto. E lui mi ha detto, "Domani, domani morirai, e la tua anima sarà eternamente con me all'inferno".
Le tenebre erano orribili, io continuavo a scendere nell'abisso, ma di colpo un nome è venuto nella mia mente. E mentre stavo andando nel fondo dell'inferno, ho detto, "Se esiste un dio più potente di Lucifero, io prometto che se lui mi salverà io lo servirò tutta la vita!"
Allora ho visto come il cielo, e una voce e una luce che veniva dall'alto, un qualcosa che veniva dall'alto, e mi ha tirato fuori da quell'abisso, e Lucifero è caduto. Sapete chi era, era un uomo che attorno a Lui c'era il fuoco, brillava come il sole, come un muro di fuoco. Quest'uomo era Gesù di Nazareth. [la registrazione si interrompe per qualche istante]
Quando l'ho visto cadere per terra, io non conoscevo la verità, io sono andata contro Lucifero e ho detto, "Vedi, sono più forte di te!" Volevo calpestargli la testa, ma lui ha detto, "Io non ho potuto portarti adesso, ma tu mi pagherai". La Bibbia dice che il salario del peccato è la morte. Nessuno deve illudersi. Tutto ciò che l'uomo semina, lo raccoglierà.
Da quel momento Satana inizia ad aprire una battaglia contro di me, ciò che noi chiamiamo battaglia spirituale. Lui inizia a toccare la mia famiglia. Ogni sette giorni, uno della mia famiglia cadeva, o si deviava. Dopo tre settimane, mia mamma comincia ad avere una tubercolosi. Nella prima settimana ho sepolto un bambino che tempo prima avevo consacrato al diavolo. L'avevo consacrato a [dice un nome], che è un demone del Brasile.
Quando mia madre ebbe la tubercolosi, io sapevo creare la tubercolosi nelle persone, ma non sapevo come toglierla. Allora io stessa ho invocato il principe delle tenebre, e lui mi ha detto, "Vedi, che con me nessuno può?" Era materializzato. Ho detto, "Va bene, ma tua madre è una tua serva, perché vuoi portare via mia madre?" Lui ha detto, "Io distruggerò la tua famiglia, distruggerò te. Io non voglio avere niente con te. Io ti porterò all'inferno. Tu vedrai che con me nessuno può niente".
Oggi, dopo tutto questo, dopo che ho conosciuto il Figlio del Dio altissimo, io so che contro Satana c'è solo Uno che ha tutto il potere, Uno che l'ha vinto, che l'ha svergognato, che l'ha esposto alla vergogna. È il Signore, che può liberare tutti coloro che Lo cercano con sincerità. Ma io ancora non sapevo queste cose.
E io ho chiesto misericordia al diavolo. Ti sto dicendo, non illuderti. Non cercare di fare accordi con Satana. Satana non ha misericordia di nessuno. Un giorno lui mi ha detto, "Tu devi salire su un ponte e buttarti da là. Io ti aspetterò. Quando tu cadrai là, cadrai sotto il treno, io porterò via la tua anima".
Io non so se tu riesci a immaginare cosa sia per qualcuno lavorare per quindici giorni per poter riuscire ad avere i soldi per comprare la propria bara. Io nell'ultimo giorno di questi quindici, ho scritto tre lettere, e in una di queste lettere ho messo i soldi per la mia sepoltura. Era già notte, io dovevo uscire di notte per andare a lavorare, ma mi sarei buttata sotto un treno dal ponte. Volevo farla finita con tutto questo. Mi sono seduta sul letto, ho iniziato a pensare, ho detto, "Questa è l'ultima notte della mia vita, non voglio dormire". Non so se tu riesci a immaginare cos'è l'ultima notte di un suicidio. La mia mente era come se ci fosse un martello.
E nella mia mente un pensiero mi diceva, "Tanto noi nasciamo per soffrire, nella vita non c'è niente di buono. Non c'è nessun gusto nel vivere". E io pensavo a tutta la mia esistenza. Ma nella notte fonda, io pensavo a Dio e dicevo, "Ma è vero o è una bugia che esiste Dio?". Allora arriva una voce dall'alto che mi dice, "E se ti dico che Dio esiste?". Guardate bene, quando Dio si è avvicinato a me, distrutta, condannata dai demoni, Dio ha dovuto lavorare sugli insegnamenti di mio padre, che diceva, "Dio è i soldi nelle tasche!" E quando quella voce mi ha fatto la domanda io ho detto, "Se ci fosse Dio non ci sarebbe la guerra, la povertà... Non esiste Dio!".
Guardate quello che fanno i demoni. Loro allontanano l'uomo da Dio, e accusano il Dio del cielo per tutti i disastri che sono i demoni che causano, dando la colpa a Dio.
E quella voce mi ha detto, "E se ti dico che c'è un Dio onnipotente?" Quando questa voce mi parla è come qualcosa che entra dentro il mio cuore, forte, ho avuto paura, e ho detto, "Se esiste un Dio così non gli piace una persona come me". Mi venivano davanti i miei peccati, la stregoneria, i vizi, e ho detto, "Se c'è un Dio, a Lui non piace la gente come me".
E per la terza volta quella voce soave, diversa dalle altre voci che avevo già sentito delle altre entità che conoscevo, quella voce mi ha detto, "Ma se io ti dico che esiste un Dio onnipotente che ti ama? Ti ama esattamente come tu sei". Quello mi ha toccato. Quello ha rotto le mie resistenze, ho iniziato a piangere, e ho pensato, "Che buono se esistesse un Dio che amasse le persone come me... che bello se ci fosse un Dio che accetta persone come me".
In quel momento, mentre piangevo, ho visto una luce enorme in mezzo alle tenebre. Esattamente quello che dice il vangelo di Matteo, stava succedendo in me: io ero quel popolo che camminava nelle tenebre, e quella luce è arrivata. Io ho tolto le mani dai miei occhi; non vedevo più la mia camera. Davanti a me, in mezzo a una luce forte, io non riuscivo neanche a guardare la luce... ho potuto vedere però in mezzo a quella luce, un trono bianco. Io ero in piedi, camminavo verso quel trono, ma sentivo queste entità, questi demoni, che subito prendevano possesso del mio corpo, e il mio corpo è caduto per terra. Vedevo il mio corpo come un serpente che camminava. Io cercavo di fare resistenza contro questo, ma entravano dei demoni dentro di me, tutte le entità entravano dentro di me, tante, tante entità, tutto ciò che era dal candomblé, da umbanda, da tutta la magia nera che ho fatto. Ho capito che chi era dentro di me era nemico di quel Dio che si manifestava nella luce. Però c'era quel Dio di luce che voleva avvicinarsi a me.
Io ho iniziato a vedere la mia miseria. Ho iniziato a vedere che ciò che c'era dentro di me era nemico della luce. Io piena di angoscia, ho detto, "Dio, ma perché sono nata! Guarda come sono! Guarda com'è la mia vita! Tu mi hai fatto nascere per soffrire così tanto?". E ricordate, l'unica cosa che mi avevano detto è che Dio ha avuto un Figlio, e che quando Lui è venuto al mondo gli avevano dato oro, profumi, e mi dicevano che questo Figlio di Dio era morto affinché il mondo non finisse.
Io non avevo affetto, ero proprio lo scarto della società. E nella mia ignoranza, ancora pensando come una strega, ho pensato, "Se Dio ha un Figlio, il modo di colpirlo è offendere questo Figlio". E io Gli ho detto: "Allora io ho sofferto di più del Tuo Figlio!"
Ho sentito una mano che mi toglieva dalla terra, e io ho detto, "Forse Dio vuole uccidermi perché ho parlato contro suo Figlio". Ma era diverso. Il Dio altissimo mi stava portando a un luogo di salvezza. Mi ha messo in piedi; ho sentito un'aria... io ho pensato, "Qualcuno mi sta portando da qualche parte".
Ho aperto gli occhi: ho visto un luogo diverso. Ho visto delle strade piccole, una piazza grande, un palazzo grande... ho detto, "Cosa faccio in questo luogo? Che luogo è questo?"
E c'era una moltitudine che gridava. E io dicevo, "Cosa sta succedendo vicino a queste scale?". E ho visto la scena che ha cambiato il futuro della mia anima.
C'erano tante persone che dicevano, "Non avvicinatevi". Erano dei soldati, come i soldati romani. Ho veduto come un'uomo che si alza, guarda una colonna [un asse, un tronco]. C'era un uomo attaccato là, e lui dice, "Cosa devo fare con Gesù di Nazaret?". E io confesso a voi, fino a quel momento io conoscevo solo delle entità della magia nera. Conoscevo tutte le entità. Ma non avevo mai sentito parlare di questo Gesù di Nazaret. Ho cercato di guardare, "Chi è su questa colonna?" Era pieno di soldati romani... questo uomo era attaccato a questa colonna. Io non riuscivo a vedere la sua faccia. Ho iniziato a urlare, e io dicevo, "Crocifiggilo!", anch'io lo dicevo. Pensavo, "Ma cosa faccio in questo luogo? Cosa c'entro con quest'uomo? Che cos'è questa scena?".
Ho guardato indietro, e ho cercato di vedere chi era là. Ho visto tutti i miei amici, tutti quelli che erano con me nella magia nera, quelli che bevevano con me, che erano nelle feste, che si prostituivano, tutti erano là con me. E tutti urlavano, "Crocifiggilo!", anch'io dicevo, "Crocifiggilo!", ma pensavo, "Cosa c'entro con questo?". Io non sapevo che per via della mia vita di peccati, anch'io facevo parte della moltitudine che ha condannato il Figlio unigenito di Dio a morire sulla croce del Calvario.
Ma quando ho visto quel giudice che si lavava le mani, quando vedevo la moltitudine che saliva le scale, i soldati che lo portavano, anch'io che vedevo questo, vedo questo posto grande, vedo quando prendono quest'uomo, lo legano a una colonna, come facevano con i soldati. Vedo un soldato che inizia a picchiare Gesù. E vedo quell'uomo che soffre, e il popolo che grida, e quel soldato che continua a flagellare quell'uomo. Io vedevo il suo volto, vedevo la pazzia della gente. Vedevo gli occhi di quell'uomo, come soffriva. Io lo guardavo, guardavo quello strumento con cui lo picchiavano. C'era un pezzo di legno con tante cose di cuoio attaccate, e c'era un pezzo di ferro, e quando picchiavano quell'uomo, io vedevo la carne di quell'uomo che veniva via. Vedevo gli occhi di quell'uomo, i pezzi della sua pelle che cadevano, e sangue che cadeva da ogni parte. E lui che aveva gli occhi pieni di dolore, e quello strumento con cui continuavano a picchiarlo, e portava via la sua carne.
Lui però non parlava, non diceva una parola. Io dicevo, "Perché lui non bestemmia, non inizia a difendersi?" Io non sapevo che erano i miei peccati che lo stavano castigando. Che era la mia vita come strega, e la mia vita di vizi... Io vedevo che quell'uomo muoveva le labbra; io dicevo, "Starà pregando? Un uomo che viene distrutto sta pregando?". Io sono qua per dirti, che durante tutto il tempo del suo martirio, Gesù di Nazaret, il Figlio del Dio altissimo, ha pregato per noi, ha pregato per me, ha pregato per te, e stava pregando già dicendo, "Dio, abbi misericordia di quell'anima, di quella vita". Mentre muoveva le labbra io dicevo, "Come fa a pregare in questo momento? Come fa a pregare in questo momento?" Lui muoveva le labbra... ho iniziato a vedere la carne che cadeva, la schiena tutta distrutta, vedevo il soldato che si allontana, vedevo quell'uomo debole, ho visto mentre hanno legato le sue mani dietro, dove lo picchiavano in faccia, sputavano addosso a lui, lo picchiavano, gli davano calci. E vedevo quell'uomo che stringeva gli occhi per il dolore. Ho visto quell'espressione di dolore, e ho visto nel volto di Gesù, il Figlio del Dio altissimo, mentre lo picchiavano... non era come lo vedi nei quadri, era una faccia distrutta, piena di ematomi, sangue che scendeva dal naso, dalla bocca, e continuavano a picchiarlo. Il sangue, gli sputi, era una cosa orribile, non volevo più vedere quello. La gente applaudiva mentre picchiavano quell'uomo, ma lui non apriva la bocca. Ho visto dei soldati che sono tornati, portavano una specie di cuscino. Vedevo una corona con queste spine grandi intrecciate, di tre centimetri. Vedevo uno che alza la testa di quell'uomo e gli mette quella corona. Ho visto che lo picchiavano ancora in testa, vedevo le spine, vedevo l'espressione di dolore, vedevo quell'uomo che si raccoglieva, e il sangue che scendeva dal suo volto disfatto, la moltitudine che applaudiva... Io non sopportavo più, non ce la facevo più a vedere così tanta sofferenza, e ho detto, "Basta, non fate più così, questo è il Figlio di Dio! Lui non merita questa sofferenza!" E ho detto, "Dio, io sono una strega!" E tutti mi hanno guardato, e per la prima volta, in quella scena, quell'uomo così disfatto, così pieno di sangue, ha aperto gli occhi, e mi ha guardato. Io non so se tu riesci a capire! Gesù, il Figlio di Dio, stava guardando direttamente verso di me. E pensavo, "Lui avrà odio verso di me, perché Lui ha sofferto molto".
Ma voglio dirvi una cosa: non ho mai visto uno sguardo così pieno d'amore, così pieno di bontà, così pieno di misericordia. Io ero catturata da quello sguardo, era lo guardo di Gesù. Lui per la prima volta mi guarda e mi dice, "No, figlia mia, Vilma". Io mi sono spaventata, ho detto, "Dio mi conosce, Gesù sa il mio nome! Io non sono allora un vegetale, non sono una cosa, io non sono allora il prodotto dell'evoluzione". Lui mi ha detto, "No, Vilma. Io ho sofferto tutto questo e sono morto per amore di te". E Gesù ha teso le mani verso di me, e quando io stavo per buttarmi ai suoi piedi, ho aperto gli occhi, ed ero ancora nella mia camera. L'orologio mi stava svegliando: era l'orario che avevo messo per poter andare a buttarmi sotto il treno.
Ma io voglio confessarvi che davanti allo sguardo del Principe della pace, del Signore dei signori, di Colui che era, che è, e che verrà potentemente, quella strega è morta; io mi sono buttata a terra e ho pregato per la prima volta a Dio.
Non avevo mai fatto una preghiera, mai. In quel momento mi sono buttata per terra e ho detto, "Dio, la mia vita è tutta distrutta! Non c'è più niente, non ho più soldi, la mia vita non vale più niente! Ma io ho capito una cosa oggi, il Tuo Figlio Gesù ha sofferto ed è morto per me, e per questo io voglio dare oggi la mia vita, il resto di ciò che ho, perché Lui possa fare ciò che vuole con la mia vita". Quando mi sono alzata, io ero già una nuova persona. Lo sguardo di Gesù di Nazaret era su di me. Ho cercato i demoni attorno a me: loro non erano più là, perché il sangue di Gesù era sceso anche su di me.
Sono andata fino alla cucina. Mia mamma che era tubercolosa, stava male. Quando per la prima volta ho predicato il Vangelo, per la prima volta nella mia vita, avevo gioia, era qualcosa di buono, qualcosa di buono proprio, dentro... ho detto, "Mamma, oh mamma! Gesù ha sofferto ed è morto per me! Questo Gesù ha sofferto ed è morto per me!" E questo Gesù meraviglioso ha restaurato la salute di mia madre, ha cambiato il quadro della maledizione. Quando Gesù è entrato nella mia vita, è finita la maledizione della magia nera. La maledizione di tutta la magia, magia bianca, magia nera, perché il sangue di Gesù è la nostra bandiera di vittoria.
Io non sapevo come ringraziare Dio. Ho dato la mia vita a Lui come dono, e Gli ho promesso, "Dovunque tu mi manderai, non importa dove, io non mi vergognerò di Te. Anche se non ho un bel passato, io non mi vergognerò di essere ancora un'altra testimone del Figlio del Dio altissimo, l'unica via che può condurre veramente l'uomo a una vita di pace".
Ho dedicato la mia vita completamente al Vangelo del Signore Gesù Cristo. Io ho l'onore e il privilegio di annunciare la Parola del Signore onnipotente. Stavo viaggiando e partecipando in molti incontri a livello nazionale. Ho viaggiato per l'America del Sud, e ho visto in tutte queste nazioni la gloria di Dio, l'onore, ancora oggi è lo stesso Gesù di anni fa, è lo stesso Gesù che ha riscattato me quella notte. Ho avuto la benedizione di partecipare a evangelizzazioni, a tante missioni, come Porte Aperte, tante missioni nel mondo. Il Signore mi ha benedetto con tanta misericordia. Ha restaurato la mia struttura familiare. Oggi io sono una felice madre di cinque figli, hanno tutti nomi biblici. Sono sposata con un pastore evangelico, siamo membri di una chiesa evangelica in Rio. Mio marito è pastore, io sono una missionaria. Il Signore è buono ed è fedele, e ha aperto tante porte per il futuro. Stiamo anche andando in Europa, in Africa, dovunque il Re delle nazioni ci manderà. Noi non ci vergognamo del Vangelo, perché so che è la potenza di Dio per salvare tutti coloro che credono.
Che Dio possa benedirvi. Cristo Gesù, la Persona più gloriosa, il più grande amico, l'Uomo più importante, la Persona più cara. Guardate, quella mamma che tante volte ho visto piangere, quella mamma che aveva maledetto il giorno in cui sono nata, ho visto la stessa mamma dire, "Grazie a Dio che Lui mi ha dato una figlia come te!". Mio padre, che per settant'anni non ha mai creduto in niente, un giorno guardando me mi ha detto, "Figlia mia, io non ho mai creduto in nessuna religione, in nessuna storia, ma guardando te, io devo dire, esiste un Dio che trasforma le persone!". E il mio papà mi ha detto, "Presentami il tuo Dio!" Ho avuto l'onore di condurre mio padre a Dio perché anche lui fosse lavato dal sangue di Gesù. Gesù ha cambiato la mia storia. Oggi sono una serva del Dio altissimo. Anche se ho ricevuto tanti titoli di onorificenza, il titolo più grande è essere un servitore di Dio. L'onore più grande è chiamare il Dio della Bibbia il mio Dio. È meraviglioso. Chiamare il Dio che ha creato tutte le cose, chiamarlo il mio Dio.
Lui è accessibile a tutte le persone. Lui è ancora con le braccia aperte, e ogni volta che mi ricordo delle sue parole, calde, amorose, eterne, che dice nel capitolo 11 del vangelo di Matteo, "Venite a me, tutti voi che siete stanchi e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete il mio giogo, imparate da me, io sono mansueto e umile di cuore, e in me voi troverete riposo per le vostre anime". Gesù è la via, non c'è un altro nome. Quello che importa è che tu puoi essere salvato. Apri il tuo cuore a Gesù, permetti a Gesù di prendere il controllo della tua vita.
Io non ho più demoni, non sono più una strega, sono oggi missionaria, missionaria dell'Evangelo di Gesù Cristo. Posso dormire e riposare in luogo sicuro, perché il salmista dice, il Signore è la tua protezione; non temerò di giorno e neanche di notte, perché il Signore è il mio guardiano.
Che Dio possa benedirvi, nel nome di Gesù.
LIBERO DAL SATANISMO
Testimonianza personale di Jeff HarshbargerMi puntai la pistola alla testa, ma per qualche motivo non riuscivo a premere il grilletto. Sapevo che la pistola funzionava, ma proprio non riuscivo a premere il grilletto.
Disgustato di me stesso, ci riprovai la notte seguente. Una notte di Settembre del 1981, cercai di impiccarmi. Legai una corda alla trave del tetto del garage, e diedi un calcio alla sedia sulla quale ero salito. Caddi al suolo con la corda ancora legata alla trave.
"Che fallimento", pensai. "Non sono neppure in grado di uccidermi".
La storia del mio coinvolgimento nel satanismo è talmente comune che la si potrebbe quasi considerare un cliché. Ero un giovane solitario proveniente da una famiglia rovinata. Mio padre era un alcolista. Le cose a casa peggiorarono finché, alla fine, i miei genitori divorziarono. Io cercavo un posto a cui appartenere. Cercavo della gente che avesse attenzione per me e che mi accettasse. Cercavo amore, ma ero nel mezzo di una famiglia violenta che mi aveva lasciato disperato e spaventato. In risposta a questo, iniziai a cercare forza nel soprannaturale e nei poteri occulti.
Ero maturo per una tale esperienza, e per lungo tempo avevo nutrito interesse per la magia e per altri aspetti del paranormale. Sebbene fossi un giovane ragazzo, sapevo che esisteva una dimensione spirituale, e che ci doveva essere un modo per entrare in contatto con essa.
Il mio primo contatto con il satanismo avvenne nel 1978; una tempesta di neve colse di sorpresa la mia città. Ero uno studente di 17 anni, e durante la tempesta stavo lavorando in un negozio del posto. Stavo iniziando a chiedermi come poter tornare a casa quella notte, quando il responsabile del personale del negozio, un giovane di soli 18 anni, mi invitò a stare a casa sua, a pochi passi da lì.
Questo giovane sembrava avere tutto quello che io avevo mai desiderato. Prestigio, potere, dava tutta l'impressione di avere il controllo della propria vita e di essere molto più vecchio dei suoi 18 anni.
Quella notte, lui mi rivelò la fonte della sua forza. Ero affascinato. Mi mostrò le nozioni magiche e oggetti relativi all'occulto, che lui accumulava. Mi convinsi. Più tardi, quella notte stessa eseguimmo una cerimonia, e io diedi la mia vita a Satana.
Dopo essermi diplomato, questo mio "insegnante" e io ci trasferimmo per andare al college. Noi due cercammo di avviare un nostro gruppo satanista. Il gruppo [coven] sarebbe dovuto essere composto da 13 discepoli, ma noi riuscimmo a reclutarne solo 6, tutti maschi. Andammo ad abitare tutti in una stessa casa, dove eseguivamo rituali satanici che creavamo e improvvisavamo liberamente. Le attività del gruppo comprendevano lanciare sortilegi e sconsacrare Bibbie e ogni altra cosa Cristiana su cui riuscivamo a mettere le mani.
Durante questo periodo fui continuamente in contatto con i demoni, sebbene non con Satana stesso. I demoni erano dei servi potenti, ed erano sempre ai miei comandi, o almeno così credevo. Alla fine le parti spaventose e disgustose del satanismo oscurarono quelle che mi entusiasmavano. Cominciai a preoccuparmi della direzione che il gruppo aveva intrapreso. Sapevo di non poter partecipare al prossimo passo, il sacrificio di sangue. Sapevo che c'erano delle linee che neppure io avrei oltrepassato. Volevo uscirne.
Pensai, all'epoca, che l'unica cosa che mi restava da fare era suicidarmi. Con mio rammarico, fallii. Oggi so che solo l'intervento Divino ha potuto salvarmi dalla pistola e dal cappio.
Dopo essere tornato a casa, cercai di obliare i miei pensieri ubriacandomi, ma notai che il sapore della birra mi disgustava lo stomaco. Così, accesi una sigaretta per calmarmi i nervi, ma mi bruciò le labbra! Alla fine io, l'aspirante sacerdote satanista, andai in camera mia, mi stesi sul mio letto e cominciai a piangere.
Non dimenticherò mai in vita mia quello che accadde in seguito. Era notte fonda. Il resto del gruppo era fuori a festeggiare, così la casa era vuota. Nel silenzio udii una voce provenire da dietro il mio letto: "Esci da qui!" Smisi di piangere e guardai in giro per la stanza aspettandomi di vedere qualche demone. Eppure non ce n'era nessuno. La voce riprese, da un altro punto del letto, e disse di nuovo: "Esci da qui!"
Ricordo che fui talmente scosso da quel comando che obbedii immediatamente. Strisciai fuori dalla finestra più vicina passando dalla camera da letto alla strada, e sentii la presenza di Dio.
Le mie ginocchia divennero deboli e caddi sulla mia faccia; non avevo alcun dubbio su chi fosse. Alzando lo sguardo al cielo implorai: "Gesù, metti a posto la mia vita".
È passato tanto tempo dai giorni in cui ero coinvolto nel satanismo, ma credo ancora in un regno spirituale. Credo che vi siano demoni e angeli, male e bene. Ma ho scelto la luce invece delle tenebre. Il Signore mi ha aiutato ristabilendomi completamente. Ora sono sposato da 15 anni. Mia moglie Liz e io viviamo a Bonita Springs, in Florida. Con l'aiuto di Dio ho fondato il Refuge Ministries (Ministerio Rifugio).
Insieme, avvertiamo gli altri dei pericoli dell'occulto e di come aiutare le persone ad esserne liberate. Non lavoriamo solo con ex satanisti; so cosa significa essere soli e confusi, portati alla disperazione. Siamo qui per chiunque il Signore voglia mandarci.