Vanno “bocciati” energicamente i provvedimenti assunti da Poste Italiane in tema di chiusura e di razionalizzazione degli Uffici postali lucani. Le decisioni assunte avranno conseguenze molto negative in termini di quantità e di qualità dei servizi postali erogati ai cittadini.
Quando c’è da “incassare” Poste Italiane è sempre in prima fila (come si è verificato per la gestione del bonus-carburanti, fortemente voluto dai parlamentari lucani del PDL) ma quando occorre “spendere e investire” il colosso postale è latitante!
La decisione dell’ANCI Basilicata di proporre ricorso al TAR contro i provvedimenti di chiusura degli Uffici va nella giusta direzione.
È necessario, però, appellarsi a Province e Regione perché difendano, efficacemente e senza ipocrisie o pressappochismo, le ragioni della Basilicata.
Le Istituzioni locali non possono limitarsi alla sola “critica pubblica” (e magari, in privato, chiedere ed ottenere qualche assunzione o qualche altra contropartita che non interessa alla collettività) ma devono riaprire il tavolo del confronto.
Cosa aspetta la Regione, ad esempio, ad affidare a Poste Italiane la gestione delpagamento dei ticket sanitari? Perché la liquidità di cassa di Regione e Province (seppur “modesta” per via della crisi finanziaria) non viene investita in buoni ordinari postali, senza particolari vincoli di durata? Perché alcune strutture di proprietà della Regione e degli Enti locali non vengono messe a disposizione di Poste Italiane a canoni agevolati e simbolici?
Perché queste “cose” non sono state già fatte o concretamente avviate nell’estate scorsa quando ci fu la mobilitazione contro l’ipotesi di razionalizzazione che, oggi, purtroppo, è diventata realtà?
Che fine hanno fatto le altisonanti rassicurazioni degli esponenti dei governi provinciali e regionale, a guida centrosinistra, che, soddisfatti, tranquillizzavano i lucani circa la trattativa con il vertice di Poste Italiane (si veda, ad esempio, comunicato stampa su basilicatanet del 21/09/2012)?
Auspico, infine, che i nostri Parlamentari assumano un impegno concreto con il popolo lucano e che conducano realmente una battaglia politica e di civiltà, l’ennesima per scongiurare il pericolo che la “Basilicata diventi una provincia della Campania o della Puglia”.