Fuori la mafia dallo Stato.
Oggi è un giorno triste per l’Italia; a quasi vent’anni dal massacro di Capaci, si registra un nuovo attentato che ha stroncato la vita di una ragazzina e che lascerà un terrore indelebile nelle coscienze di adolescenti la cui unica colpa è stata, forse, quella di frequentare una scuola intitolata al magistrato e a sua moglie. Se ancora oggi parliamo di questo, mi chiedo perchè continuiamo a definirci uno Stato civile. Non siamo un paese civile, per niente; oltre agli scheletri nell’armadio che ci portiamo da decenni, stragi di Stato che non hanno e mai avranno nè mandanti nè esecutori, non possiamo definirci paese civile a causa dell’elevatissima corruzione fortemente inserita negli apparati statali, nè possiamo definirci paese civile perchè non possiamo permetterci che chi lotta seriamente la mafia, sia costretto ad una non vita. Non siamo un paese civile perchè, in Parlamento, non possono sedersi personaggi chiaramente collusi con la criminalità, e non siamo una società civile perchè la lotta alla mafia non è mai stata prioritaria, per nessuno.
Oggi è un giorno triste per la gente perbene; se veramente vogliamo sconfiggere le mafie, dobbiamo innanzitutto sconfiggere questo sistema, con l’indifferenza verso questa classe politica, colpevole di aver fatto affari con la criminalità, infangando invece chi la mafia la combatteva sul serio. La politica non lotterà mai contro la mafia, ogni tentativo sarà solo e puro sciacallaggio, dobbiamo essere noi cittadini a prenderci il riscatto morale che ci meritiamo.
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