Anzitutto credo ci sia da stupirsi di questo stupore: chi ha attaccato e ingiuriato (per l'amor di Dio spesso a ragione) a destra e a manca non può meravigliarsi ora di essere ripagato della stessa moneta. Il grido di battaglia di Grillo ('Arrendetevi! Siete circondati!) diventa ora: Aiuto! Siamo circondati! Il buon Marco Cedolin lamenta sorpreso la convergenza tra mainstream informativo e rete nel mettere in discussione la credibilità del grillismo e dei grillini. Il mainstream segue evidentemente i voleri dei padroni del vapore ma la rete fa il suo mestiere (quello esaltato proprio da Grillo e Casaleggio): non fare sconti a nessuno (così come in passato con il PD, Berlusconi, Monti, Di Pietro e via discorrendo) e proporre notizie, argomenti di discussione, evidenziare limiti e contraddizioni di chi detiene il potere, aiutare a trovare non la verità ma una forte “approssimazione della verità”. Così si dovrebbe tacere quando si scoprono sul blog della neo capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle, Roberta Lombardi, sconcertanti giudizi sul fascismo e su Casapound? Giudizi storici sconcertanti perché denotano una ignoranza storica inaccettabile per chi si propone di governare l'Italia. Senza equivoci, fraitendimenti, distinguo l'antifascismo è l'abc della democrazia, è il rifiuto di chi non solo un secolo fa ma anche qualche decennio fa (Piazza Fontana, la stazione di Bologna, l'Italicus, i 33 omicidi dei NAR di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro) ha usato la violenza più efferata per distruggere la democrazia, la libertà, il pluralismo politico. E ancora oggi, sono le ideologie fasciste ad ispirare pericolosissime bande (spesso mimetizzate tra gli ultras del calcio, che aggrediscono ragazzi dei centri sociali, immigrati, omosessuali, barboni) o membri delle forze dell'ordine che sfogano il proprio odio politico e sociale (si pensi alla vicenda della repressione del G8) con la copertura della divisa che indossano. Dovremmo far finta di niente se il 5 Stelle, movimento allo stato nascente, troppo spesso (sulla mafia, sulle tasse, sull'immigrazione ora sul fascismo) sembra fare il verso alla Lega e a Berlusconi per acquisirne l'elettorato?
Se Goldman Sachs giudica positivo l'esito delle elezioni italiane invece di pretendere la censura 'spontanea' della notizia o affermare che la dichiarazione di un alto dirigente della Banca sia stata dolosamente interpretata (traducendo, nel sia pur mio rozzo inglese, l'intervista che di seguito riporto integralmente a me pare che il giudizio positivo ci sia) chiediamoci il perché. Senza ipotizzare fantomatici collegamenti tra Grillo e la grande finanza anglo-americana (anche se poi nel partito in cui ciascuno vale uno ma poi decide solo uno o al massimo due ogni sospetto è inevitabile) perché Goldman Sachs va contro i 'suoi' Mario Draghi e Mario Monti? Perché, come sospetta Emiliano Brancaccio, pensa di potersi avvantaggiare nel caos italiano per fare affari? O perché se la crisi dell'euro è anche frutto della guerra economica e finanziaria tra gli USA e la Germania rendere impossibile la prosecuzione del governo dell'euro così com'è stato fino ad oggi apre ampie praterie all'espansione dell'influenza economica americana nel Vecchio Continente? Vedremo. Intanto ragioniamo, discutiamo, confrontiamoci, critichiamo ogni volta che è necessario. Contestiamo tutti e tutto quando lo riteniamo giusto. Questo possiamo e dobbiamo fare noi cittadini.
*** Il testo 'incriminato' sul sito di Goldman Sachs:
I will be attending a well-known financial forum on the shores of Lake Como late next week, and in that sense, post the uncertain outcome delivered by the Italian electorate, it will be interesting to hear the debate at the forum (although I will be fresh from much bigger excitement at Old Trafford earlier in the week). For now, I have three observations about the Italian election outcome. Firstly, perhaps somewhat oddly, I find the outcome quite exciting because it seems to me for a country who’s GDP has basically not changed since EMU started in 1999, something big needs to change. Maybe this election outcome and the peculiar mass appeal of the Five Star movement could signal the start of something new? Secondly, for the established elite of Italy and, crucially, the other ‘power centres’ of Europe, in particular Berlin and Frankfurt, these results are pretty close to a nightmare. Indeed, it questions many aspects of the status quo, including the widespread view in such circles that debt reduction for the sake of debt reduction is not only a worthy cause, but one that is necessary to attract policy support. If such a consensus were open to change, they should question this belief but I suspect it won’t come quickly or easily. Thirdly and linked to this, in my view, Italy’s real problem is the absence of economic growth, which has caused debt to rise, and not the same problems as some other problematic Euro-zone countries. Italy’s cyclically-adjusted fiscal position is actually in modest surplus (see table below), which is better than virtually all other developed countries. I believe that tightening fiscal policy for the sake of it with a vague aim of debt reduction is not a smart strategy. Italy needs to reform its product and labour markets, boo st nationwide productivity and reform. They also need German and ECB support in order to stay in the EMU, and especially now, to stop a potentially fresh escalation of unnecessary increases in bond yields. In Italy, reform doesn’t equate to austerity as their voters have just shown.
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