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Vittoria aganoor

Da Silvy56
VITTORIA AGANOOR
Là, tra quelle colline, in quell'angolo cheto dimondo, in quel viale di vecchie querce, s'eran dette le parole sante che il cuore non dimentica più. Non deliri, non ebbrezze spensierate, ma il forte, il serio sentimento di due cuori buoni, di due intelligenze robuste che s'incontrano, s'intendono, si stimano, e s'amano anche per questo. Quanti ostacoli avevan dovuto superare, quanti dubbi, quanti affanni, quante speranze rotte prima di raggiungere quella mèta cara! E lui, quando fuggendo dalla città, dal rumore, dalle leggerezze mondane, giungeva a quel cantuccio di paradiso, da lei, che lo attendeva in fondo al giardino, sotto le querce e lo accoglieva sempre con quelle parole così semplici e così innamorate, le parole che sapeva dire lei sola, con quegli sguardi ardenti e casti ad un tempo, e gli parlava seria di quel suo amore immenso, e gli baciava le mani con quella sua espressione altera del volto, che, anche inginocchiata innanzi a qualcuno, l'avrebbe fatta parere una regina o una santa, lui si sentiva rinascere, si sentiva felice; un'onda di fede, di tenerezza purissima lo avvolgeva tutto, una grande smania lo prendeva di ringraziare qualcuno, di conoscere Dio, di gridargli la sua gioia. VITTORIA AGANOOR- Dal Vero-

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