L’estate sta finendo e l’inizio della scuola è ormai alle porte ma per gli iscritti alla “Vittra School” certamente non sarà un dramma svegliarsi presto e trascorrere ore intere insieme agli insegnanti. Niente più muri e divisioni in classi, si lavora in un unico spazio all’insegna del colore e delle esigenze: è il lavoro dell’architetto Rosan Bosch che, in collaborazione col Consorzio Vittra, ha ristrutturato l’ex complesso industriale Ericsson disegnando gli interni mediante soluzioni spaziali prossime al modello didattico svedese.
Tanto per iniziare appena si arriva alla Vittra School ci si toglie scarpe e cappotto, lasciandoli in appositi spogliatoi, proprio come al parco giochi e poi via nell’open space definito da 5 ambienti che rispondono alle esigenze dello studente: Laboratory, Watering Hole, Campfire, Cave e Show Off che, in soldoni, equivalgono al laboratorio, ad un’area di ritrovo informale, ad una zona dedicata ai lavori di gruppo, ad una zona di “riflessione” e ad un teatro. I vecchi banchi di legno e i muri bianchi lasciano, dunque, spazio al colore e a forme armoniose che stimolano la creatività dell’alunno ma, soprattutto, permettono di rispettare l’esigenza del bambino che ha bisogno sia di lavorare in gruppo ma anche di isolarsi, di lavorare con le mani, con la voce e con il corpo come anche di ascoltare una persona che parla. Un mio docente di progettazione era solito ripeterci “Bisogna spazializzare i comportamenti umani..” ovvero mettere l’arte al servizio dell’uomo e delle sue esigenze. Eccone un esempio.