Il 7 aprile è la festa della donna in Mozambico. Questa data commemora la morte di Josina Machel, moglie del primo presidente Samora Machel, uccisa nel 1971 durante la lotta armata per l’indipendenza. Josina è diventata la figura-simobolo delle donne mozambicane chiamate a “lottare” per la vita. Questo è un giorno speciale, per le strade si sentono musica e canti batuque; è bello vedere così tante donne cantare, danzare o chiacchierare avvolte nelle vivaci capulane dai mille colori tra le quali spunta quella col ritratto della loro eroina. Il 7 aprile è la loro festa e sono orgogliose di essere mulheres, per un giorno possono abbandonare le fatiche quotidiane e dimenticare per qualche ora problemi e sacrifici. Si danno appuntamento nelle varie città per marciare verso le piazze degli eroi e deporre corone di fiori in memoria di Josina, la loro eroina. Ogni volto racconta una storia, nasconde una vita faticosa, rivendica una lotta, ma dove comincia questa lotta?
Maputo Mercato Municipal
Vi è un impegno sempre maggiore da parte delle famiglie nel mandare le figlie femmine a scuola, affinché non rimanga un privilegio esclusivo dei maschi. L’istruzione e la conoscenza sono strumenti necessari per vivere la vita con dignità, per fare scelte consapevoli, per essere indipendenti, per realizzare i propri sogni. Le donne possono fare progetti per il loro futuro, possono ricoprire ruoli importanti e di responsabilità, possono essere ministre, deputate, insegnanti o dottoresse. La mulher è il nucleo della famiglia mozambicana, come in molte altre società africane: alleva i figli, lavora nei campi, cucina, raccoglie la legna per il fuoco e l’acqua, percorrendo a piedi ogni giorno decine e decine di chilometri. La sfida più ambita è il giusto riconoscimento del lavoro quotidiano delle donne. Lavorano senza orari, sottopagate e spesso sfruttate, senza diritto alle ferie né alla malattia o alla maternità. Altro grande obiettivo è la regolamentazione dei prezzi di mercato, attualmente vengono fissati dai commercianti senza regole precise da seguire, soprattutto nei villaggi più lontani dove le vie di comunicazione, poche e spesso inagibili, sono il pretesto per abbattere ulteriormente i prezzi.
Scelta del pesce sulla spiaggia di Vilankulos
Unite dalla solidarietà queste donne lottano senza armi, non vogliono uccidere nessuno ma manifestare contro la violenza domestica, la povertà, l’analfabetismo e la mancanza di lavoro, certe che l’unica via di emancipazione per i lori figli sia l’istruzione. Sfilano per le strade sorridenti e piene di speranza mentre cantano “viva a mulher mocambicana!”
Scelta e lavaggio del pesce. Vilankulos
questo come molti altri articoli sul Mozambico compaiono sul nuovo numero di Poelela Magazine
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