Viva la libertà di R. Andò. Recensione

Creato il 01 luglio 2013 da Ognimaledettopost


Viva la libertà di Roberto Andò con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Anna Bonaiuto Commedia, 94 min., Italia, 2013
Guardando questo film (opera prima tratta dal libro Il trono vuoto dello stesso Andò) abbiamo capito molte cose.
Abbiamo capito che il cinema italiano è agonizzante ma ancora vivo.
Abbiamo capito che può competere con quello francese senza uscire con le ossa rotte dalla "competizione".
Abbiamo capito che Toni Servillo funziona molto meglio nelle commedie con quella sua faccia che sembra un mascherone e quelle movenze che meglio si prestano ad una macchietta che non ad un personaggio alla Lincoln (tradizione De Curtis?).
Abbiamo capito che gli italiani, certi italiani, sono ancora capaci di fare una commedia intelligente, molto intelligente, con due lire e tanta cultura.
In questa storia, che ha come fulcro uno scambio di persona, si citano Brecht, Shakespeare, Epimenide per parlare dei problemi della politica con piglio agrodolce. Ne esce un film più profondo e ragionato del Ministro di Schoeller, più riuscito e completo della Grande Bellezza di Sorrentino
Oltre al discorso politico ci sono infatti le vicende umane dei due protagonisti (entrambi interpretati da Servillo). Da una parte Enrico Olivieri, che decide di tagliare per un po' i ponti con il partito e la moglie per ritrovare sé stesso (va in Francia, ma ci passiamo sopra). Dall’altra Giovanni Ernani, il fratello gemello filosofo appena uscito da un manicomio, che ne prende il posto e che con la sua umanità e il suo acume rivoluziona la politica italiana restituendo il giusto significato alle parole e ridefinendo la scala di priorità della vita, personale e sociale. 
Si ride e si riflette, ritornando così ad un'arte che ha qualcosa da dire e che, per questo, forma.
Peccato per la regia, un po’ troppo didascalica.
Voto: 7½ su 10
(Film visionato il 29 giugno 2013)


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