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Viva lo sporco!

Da Stefanod
Questa mattina Eleonora e Sofia avevano scuola d'italiano. Una volta finita la lezione ci siamo fermati nel parco giochi della scuola. Lo scivolo e le altalene erano un po' bagnati dalla pioggia di ieri, e alcune zone del cortile erano un pochino fangose. Eleonora e Sofia non avevano la classica tutona da pioggia visto che si erano vestite per la scuola, e non con l'idea di stare all'aperto. I loro vestiti comunque erano "normali", pratici, caldi e in materiali facilmente lavabili. Già mentre correvano verso i giochi mi sono reso conto che si sarebbero sporcate con inevitabili schizzi di fango, sabbia della sabbionaia e compagnia bella. Mi sono venute in mente le volte che da piccolo ho sentito tanti genitori (i miei, per fortuna, devo dire di no) pronunciare la fatidica frase "attento/a a non sporcarti!". Ho pensato che in molti casi, specialmente all'aperto, sporcarsi fa in qualche modo parte del gioco. È quasi naturale, è segno di attività. Correndo si schizza, e gli schizzi macchiano i vestiti, che tanto poi si possono lavare. Ed è proprio quello che è successo: le bimbe hanno giocato e si sono sporcate. I loro vestiti adesso sono in lavatrice. Insieme ai miei. Oggi pomeriggio sono andato a farmi un paio d'ore di mountain bike nel bosco di Ursvik, e quando sono tornato c'erano forse un paio di macchie di pulito fra il fango che mi copriva. Mentre pedalavo ero proprio contento, anche del fatto di non aver detto alle bimbe di stare attente a non sporcarsi.

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