Mentre la scuola pubblica viene privata delle più elementari risorse, prospera con fondi e privati e pubblici una scuola privata dove vige l’omologazione culturale e l’autoritarismo pedagogico; una scuola fortemente caratterizzata ideologicamente; che prevede distinte una scuola per poveri e una scuola per ricchi; la scuola della “chiamata diretta” e del “buono scuola” come forma di finanziamento pubblico indiretto: una scuola che nulla ha a che vedere con la scuola della Costituzione. Di questo modello di scuola proponiamo una analisi in questo articolo uscito sul n. 14 della rivista «Gli Asini». E invitiamo i lettori a due firme: una alla petizione proposta dall’Associazione Nonunodimeno per abolire i buoni scuola erogati dalla Regione Lombardia; una all’appello “Bologna riguarda l’Italia” del Comitato Art. 33 per il voto a favore dell’abolizione dei finanziamenti pubblici alle scuole private nel referendum bolognese del 26 maggio.
L’educazione con Comunione e Liberazione
di Giorgio Morale
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