Lo sapevate che le quattro stagioni di Vivaldi si rifanno a dei sonetti che descrivono appieno i cambiamnti stagioali e le conseguenti azioni di uomini e animali? Provare a leggere e poi riascolatre la meravigliossa musica barocca:
ESTATE
“Sotto dura Staggion dal Sole accesa
Langue l’ huom, langue ‘l gregge, ed arde il Pino;
Scioglie il Cucco la Voce, e tosto intesa
Canta la Tortorella e ‘l gardelino.
Zeffiro dolce Spira, mà contesa
Muove Borea improviso al Suo vicino;
E piange il Pastorel, perche sospesa
Teme fiera borasca, e ‘l suo destino;”
Adagio e piano - Presto e forte
“Toglie alle membra lasse il Suo riposo
Il timore de’ Lampi, e tuoni fieri
E de mosche, e mossoni il Stuol furioso!”
Presto
“Ah che pur troppo i Suo timor Son veri
Tuona e fulmina il Ciel e grandioso
Tronca il capo alle Spiche e a’ grani alteri.”
AUTUNNO
“Celebra il Vilanel con balli e Canti
Del felice raccolto il bel piacere
E del liquor de Bacco accesi tanti
Finiscono col Sonno il lor godere”
Adagio molto
“Fà ch’ ogn’ uno tralasci e balli e canti
L’ aria che temperata dà piacere,
E la Staggion ch’ invita tanti e tanti
D’ un dolcissimo Sonno al bel godere.”
Allegro
“I cacciator alla nov’ alba à caccia
Con corni, Schioppi, e canni escono fuore
Fugge la belua, e Seguono la traccia;
Già Sbigottita, e lassa al gran rumore
De’ Schioppi e canni, ferita minaccia
Languida di fuggir, mà oppressa muore.”
INVERNO
“Aggiacciato tremar trà neri algenti
Al Severo Spirar d’ orrido Vento,
Correr battendo i piedi ogni momento;
E pel Soverchio gel batter i denti;”
Largo
“Passar al foco i di quieti e contenti
Mentre la pioggia fuor bagna ben cento”
Allegro
“Caminar Sopra ‘l giaccio, e à passo lento
Per timor di cader gersene intenti;
Gir forte Sdruzziolar, cader à terra
Di nuove ir Sopra ‘l giaccio e correr forte
Sin ch’ il giaccio si rompe, e si disserra;
Sentir uscir dalle ferrate porte
Sirocco Borea, e tutti i Venti in guerra
Quest’ é ‘l verno, mà tal, che gioja apporte.”
PRIMAVERA
“Giunt’ è la Primavera e festosetti
La Salutan gl’ Augei con lieto canto,
E i fonti allo Spirar de’ Zeffiretti
Con dolce mormorio Scorrono intanto:
Vengon’ coprendo l’ aer di nero amanto
E Lampi, e tuoni ad annuntiarla eletti
Indi tacendo questi, gl’ Augelletti;
Tornan’ di nuovo al lor canoro incanto:”
Largo
“E quindi sul fiorito ameno prato
Al caro mormorio di fronde e piante
Dorme ‘l Caprar col fido can’ à lato.”
Allegro
“Di pastoral Zampogna al suon festante
Danzan Ninfe e Pastor nel tetto amato
Di primavera all’ apparir brillante.”