La Francia ha scelto. Nicolas Sarkozy non ride più e viene rispedito a casa. Francois Hollande sale all’Eliseo! Si spezza così l’asse Parigi-Berlino! I socialisti si riprendono la Bastiglia come non succedeva da tanto tempo. La Francia cambia rotta e con essa, si spera, anche l’Europa!!! Il nuovo presidente si rivolge subito all'Unione Europea promettendo "un nuovo inizio". Lo chiamano prima Angela Merkel, che lo invita a Berlino, dopo aver rifiutato finora di riceverlo. Poi Mario Monti che più da banchiere che da vero rappresentante delle istanze di tutti i cittadini italiani ri-propone “una stretta cooperazione in particolare nel quadro europeo, ai fini di un'unione sempre più efficace e orientata alla crescita”. Infine il presidente degli Stati Uniti Barack Obama che gli dà il benvenuto sulla scena internazionale a partire dal G8 di Camp David. Fra la festa a Tulle e la Bastiglia che lo aspettava, per Hollande è già tempo di mettersi a lavoro. L'euro ha aperto in calo sui mercati asiatici, le sue promesse elettorali dovranno da domani mattina fare i conti con il bilancio. Il tempo di salire su un jet e dopo un'ora Hollande e la sua compagna sono già alla Bastiglia, dove il nuovo presidente si è proclamato rappresentante "della gioventù di Francia", ha annunciato che si tratta dell'inizio "di un movimento europeo" e che è ora "di dire basta all'austerità!". Per la Francia, si chiude l'era Sarkozy, l'uomo che ha indispettito la gente di sinistra e che aveva promesso di modernizzare il paese irritando molti anche fra i suoi compagni di partito. E in Italia è stata così servita la vendetta trasversale alle sue risatine assieme alla Merkel sulle spalle di Silvio Berlusconi e dell’Italia! Ride bene chi ride ultimo! E adesso sghignazzano di soddisfazione gli uomini del Cavaliere! Il “nano capoccione”, come lo ha magistralmente ribattezzato Fiorello, ha fatto a malapena la metà delle riforme promesse, ma a pesare sulla sconfitta è stato il suo metodo, i suoi accenti a volte sprezzanti e lesivi per la propria immagine e per gli interessi del popolo francese. Con la sconfitta di Sarkozy, cade uno dei due pilastri del "tandem franco-tedesco" di questi ultimi anni e si riaffaccia sul Vecchio Continente la speranza di un'Europa nuova, dove il profitto, il capitale, il pareggio di bilancio a tutti i costi - "costi quel che costi" - non siano il verbo assoluto, dove le regole del “gioco” vengano dettate dalla politica e non dalla Bce, dove si spera che gli interessi della gente comune, del popolo sovrano, possano tornare finalmente al centro della scena internazionale, dove francesi, tedeschi, italiani, spagnoli e greci possano sentirsi finalmente uniti, tutti insieme, come cittadini europei e non più sudditi delle banche, dei mercati e dello spread!
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La Francia ha scelto. Nicolas Sarkozy non ride più e viene rispedito a casa. Francois Hollande sale all’Eliseo! Si spezza così l’asse Parigi-Berlino! I socialisti si riprendono la Bastiglia come non succedeva da tanto tempo. La Francia cambia rotta e con essa, si spera, anche l’Europa!!! Il nuovo presidente si rivolge subito all'Unione Europea promettendo "un nuovo inizio". Lo chiamano prima Angela Merkel, che lo invita a Berlino, dopo aver rifiutato finora di riceverlo. Poi Mario Monti che più da banchiere che da vero rappresentante delle istanze di tutti i cittadini italiani ri-propone “una stretta cooperazione in particolare nel quadro europeo, ai fini di un'unione sempre più efficace e orientata alla crescita”. Infine il presidente degli Stati Uniti Barack Obama che gli dà il benvenuto sulla scena internazionale a partire dal G8 di Camp David. Fra la festa a Tulle e la Bastiglia che lo aspettava, per Hollande è già tempo di mettersi a lavoro. L'euro ha aperto in calo sui mercati asiatici, le sue promesse elettorali dovranno da domani mattina fare i conti con il bilancio. Il tempo di salire su un jet e dopo un'ora Hollande e la sua compagna sono già alla Bastiglia, dove il nuovo presidente si è proclamato rappresentante "della gioventù di Francia", ha annunciato che si tratta dell'inizio "di un movimento europeo" e che è ora "di dire basta all'austerità!". Per la Francia, si chiude l'era Sarkozy, l'uomo che ha indispettito la gente di sinistra e che aveva promesso di modernizzare il paese irritando molti anche fra i suoi compagni di partito. E in Italia è stata così servita la vendetta trasversale alle sue risatine assieme alla Merkel sulle spalle di Silvio Berlusconi e dell’Italia! Ride bene chi ride ultimo! E adesso sghignazzano di soddisfazione gli uomini del Cavaliere! Il “nano capoccione”, come lo ha magistralmente ribattezzato Fiorello, ha fatto a malapena la metà delle riforme promesse, ma a pesare sulla sconfitta è stato il suo metodo, i suoi accenti a volte sprezzanti e lesivi per la propria immagine e per gli interessi del popolo francese. Con la sconfitta di Sarkozy, cade uno dei due pilastri del "tandem franco-tedesco" di questi ultimi anni e si riaffaccia sul Vecchio Continente la speranza di un'Europa nuova, dove il profitto, il capitale, il pareggio di bilancio a tutti i costi - "costi quel che costi" - non siano il verbo assoluto, dove le regole del “gioco” vengano dettate dalla politica e non dalla Bce, dove si spera che gli interessi della gente comune, del popolo sovrano, possano tornare finalmente al centro della scena internazionale, dove francesi, tedeschi, italiani, spagnoli e greci possano sentirsi finalmente uniti, tutti insieme, come cittadini europei e non più sudditi delle banche, dei mercati e dello spread!
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