“Oggi siamo qui per ricordare il pellegrinaggio di Hofer ma soprattutto per rinnovare il nostro impegno a difendere i valori che sono alla base della nostra Autonomia speciale, ovvero i valori della responsabilità, dell’amore per la propria terra e per il proprio popolo, della solidarietà e del rispetto degli altri”
Per favore qualcuno spieghi all’assessore pellegrino (nel senso dei pellegrinaggi), e a chi inopinatamente finanzia il suo assessorato, che Andreas Hofer non è un eroe della patria. Forse lo è della fede; ma questo, eventualmente, è un fatto tutt’altro che pubblico. Qualcuno abbia la pazienza di spiegargli che l’oste della Passiria fu un epigono sanfedista, un avanzo della reazione vandeana di lingua tedesca. L’interprete, suo e nostro malgrado, della barbara reazione clericale di inizio Ottocento ad un mondo che stava cambiando sotto il segno della libertà, dell’eguaglianza e della fraternità. Qualcuno abbia il buon cuore di spiegare al retorico assessore, che se le cose fossero andate come sognava il suo barbuto, e barboso, eroe sanfedista, da queste parti saremmo ancora condannati a bere solo birra e per di più in brache alla zuava; e non avremmo mai conosciuto le mistiche meraviglie dello Champagne. E a noi, come si sarà capito, lo Champagne fa impazzire. E fa godere. Come un sacco di altre cose che ci ha regalato la Francia giacobina e bonapartista. Per questo, tutti in coro, gridiamo: Vive la France(e lo Champagne). E abbasso Hofer! E pure gli hoferiani. Assessori, e birra, compresi.
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