Magazine Diario personale

Vivere… e sorridere dei guai

Da Iomemestessa

Vivere è un mestiere pericoloso.

Se mangi carne, soprattutto se rossa, peggio ancora se alla griglia, rischi un cancro del colon-retto.

Se fumi, sei un serio candidato al cancro del polmone.

Se bevi alcolici, o, Dio non voglia,superalcolici, c’è in agguato per te un tumore al fegato, o al pancreas.

Se sei sessualmente promiscuo, oppure stai con qualcuno sessualmente promiscuo, nella migliore delle ipotesi ti prendi una malattia venerea, se ti va così così il papilloma virus (e quindi hai discrete probabilità che ti venga un tumore al collo dell’utero), se ti va di sfiga secca diventi HIV positivo.

In tutti i citati casi, hai ovviamente una corsia preferenziale per l’infarto e il diabete.

Se non fai nessuna di queste cose, probabilmente camperai cent’anni, che ti saranno sembrati duecento dai due coglioni che ti sarai fatto, sempre e quando la genetica non ti abbia fatto lo sgambetto, e tu sia crepato comunque, alla faccia delle statistiche OMS, oppure sia rincoglionito dall’Alzheimer, che a me, si metta in chiaro, fa più paura di tutte le prospettive precedenti messe insieme.

Ora. Qui non si incita al consumo di carne, alcolici, zuccheri, sigarette a pioggia, che la morigeratezza è sempre una buona misura. Mentre sul trombare, fate un po’ quel che vi cale. Comunque se potete, non vi risparmiate, che meglio troppo che troppo poco, in questi casi.

Detto questo, vorrei sapere, cui prodest? A chi giova tutto ciò? Non che io sia perennemente dietrologa. Non credo alle scie chimiche, ai complotti, alle teorie arzigogolate. Ma credo poco anche all’OMS, un’organizzazione che non fa niente per niente.

Sono gli stessi che hanno convinto tutti che saremmo schiattati a breve di Ebola. Nel frattempo Ebola, come prevedibile, ha continuato ad imperversare in Africa, e sono stati spesi un sacco di soldi per fantomatici vaccini per proteggere l’Occidente.

Lo stesso accadde, prima, per aviaria e suina. Un sacco di animali ammazzati. Un sacco di soldi spesi per vaccini rivelatisi inutili e mai inoculati ad anima viva. Nel frattempo, nella maggior parte del mondo, non hai bisogno di prenderti l’aviaria, la suina e l’ebola. Per crepare è più che sufficiente una banale cagarella.

Si noti altresì che pur crepando per colpa della qualunque, dalle voci di elementi nocivi è scomparso e quasi mai apparso, lo stress. Che, si sa, lavorare dieci ore al giorno, sotto un bombardamente neuronale continuo, perennementi connessi, interlacciati, ansiati e talvolta mobbati, e convivere con un senso continuo di incertezza nei confronti del futuro, è roba che fa bene alla pelle e al cuore.

E comunque, se nasci, muori. Tutto il resto, è vita.


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