Occhi blu
Anno spaziale: 2010. Nonostante possa risultare incredibile, sulla Terra ancora forme di vita intelligenti. La metamorfosi dello stile di vita ha portato ad inseguirci, ad una rarefazione dei rapporti per cui ricevo più visite sul profilo di Facebook rispetto a casa mia. É la fine del mondo o dei rapporti? Scopriamolo insieme, buona lettura!
Stiamo assistendo ad un capovolgimento del mondo: le nonne sono su Facebook e aggiungono i nipoti, mentre fanno una partita a Fashion World e chattano con una loro amica. I genitori idem, con l’aggravante che oltre al profilo principale creano un fake (o simulacro) che, come una spia dell’Intelligence, spia i figli fingendosi uno di loro.
É una perversa legge del contrappasso: i figli sconsacrano chiese, tradizioni e valori e i genitori, quando ci sono, sconsacrano la loro privacy invadendola come un gigantesco blob voglioso di notizie perfettamente inutili ma tanto rassicuranti.
La situazione è paradossale: ci ritroviamo mamme quarantenni su Facebook a caccia dei loro alunni, cugini/parenti/zii e cognati che ti chiedono di continuo l’amicizia (e il motivo rimane ignoto, basato unicamente su un fittizio legame di parentela), nonni che condividono la foto del tortellino con i loro amici e via elencando.
Ma la colpa, ammesso che ne esista una, è di Facebook o dei tempi che stiamo vivendo? Direi che si può ben ripartire.
Facebook, negli intenti originali, è nato come network per condividere foto/video/musica tra amici utilizzando la rete: abolizione quindi dello storage fisico (il classico passaggio di foto che avveniva tramite chiavetta o CD ai vari partecipanti dopo una festa), si condivide tutto online e ci si tagga di continuo, diventando involontari protagonisti della serata o ragazzi soli in cerca di ribalta sociale.
I tempi che stiamo vivendo comportano un’accelerazione impressionante di tutti gli eventi: grazie ad Internet ogni evento diventa obsoleto nel giro di poche ore, le foto della festa scattate ieri saranno già roba vecchia entro stasera (ed alcune di queste forse diventeranno anche foto profilo dei tuoi amici), siamo portati a comunicare maggiormente con mezzi impersonali (telefonino, email, skype) perchè sono universalmente accessibili, economici e rapidi.
E così, basandoci su tempestività ed efficienza, apriamo la strada a nuovi equivoci: basta uno status su Facebook ambiguo o un messaggino troppo legato al contesto (non offre riferimenti per essere interpretato al destinatario) e si scatena subito l’apocalisse, Facebook è più aggiornato sui nostri interessi più di quanto non lo siano fidanzate e amici, la nostra vita diventa parte integrante e pulsante di questo enorme network.
Incredibilmente Facebook attrae anche persone di una certa età (seppur in minor numero). Come mai?
Paradossalmente il social network permette (nonostante renda i rapporti virtuali e lontani) di non sentirsi soli, di far parte di una famiglia pulsante che di continuo sforna qualcosa di nuovo.
Farmville, ad esempio, riscuote un enorme successo: e si tratta semplicemente di gestire una fattoria, cosa che una persona di 60/80 anni ha sicuramente già fatto in gioventù.
Ma si sa, il richiamo della campagna (seppur virtuale) è troppo forte
Furbi loro o stupidi noi? In ogni caso, anche nel 2010, trovare il coraggio per chiarire con la nostra ragazza di persona e per chiedere scusa ad un amico guardandolo negli occhi, forse, non è ancora una cosa impossibile.
Riflettiamoci, ragazzi.
Marco
anni sicuramente ha già faTT