La nuova raccolta di versi di Giacomo Gusmeroli
Chi mi conosce e frequenta da più tempo questo mio spazio virtuale sà quanto io apprezzi Giacomo Gusmeroli e la sua opera in ambito poetico. È quindi con estremo piacere che oggi, sia pure con un po’ di (colpevole!) ritardo, mi trovo a commentare con piacere “Vivere qui“, l’ultima fatica in ambito letterario del bravissimo Giacomo Gusmeroli, edita da Transaeuropa Edizioni. Con “Vivere qui” colui il quale si era definito, citando il titolo della sua prima raccolta di poesie, “Apprendista della parola“, compie un ulteriore passo avanti nella propria maturazione stilistica. In questa sua nuova raccolta trovano spazio tre raccolte intitolate “Vivere qui“, “Ancora qui” e “Ora adesso qui“. A queste tre sezioni principali si aggiungono due intermezzi posti, il primo, intitolato “Quattro novelle di qui” raccoglie quattro storie, narrate, come si può intuire dal titolo di questa sezione, in forma di novella, che raccontano la vita e l’opera altruistica, sempre al servizio dei più poveri e bisognosi, del Sùstila, al secolo Maurizio di Sostila, “povero tra i poveri”. Di lui Giacomo Gusmeroli rievoca, con infiniti affetto e gratitudine, le gesta d’altruismo terminando col povero Sùstila che emette “il respiro grande”. Il secondo intermezzo è dato da una nutrita dotazione di note alla parte, o sezione come l’ho chiamata prima, intitolata “Ancora qui“.
Ma procediamo con ordine…
Nella sezione che da il titolo all’intera raccolta, ossia “Vivere qui“, l’autore rievoca la propria vita in quel di Tartano, una vita fatta di piccoli piaceri e di lavoro, studio e preghiera. Di pasti e di vita condivisa coi fratelli e con due genitori di quelli di una volta, una madre che non trovava mai requie e non poteva godere di tempo libero in quanto sempre affaccendata e di un padre che incuteva “timore e affetto rassicurante”; due genitori convinti che il modo per far sì che i figli crescessero bene fosse il perdono. In “Ancora qui” troviamo descritta un ritorno ai propri luoghi natii con citati anche alcuni degli uomini e donne che hanno avuto parte nella sua maturazione di uomo. Conclude questa seconda parte una sorta di piccola Spoon River nostrana, intitolata “Erano divinità a me bambino i vecchi“, nella quale trova spazio un altro gruppo di persone che l’autore, come recita il titolo, considerava alla stregua di divinità tanto erano importanti ai suoi occhi di bambino.Conclude la bellissima raccolta “Vivere qui” di Giacomo Gusmeroli, raccolta nella quale l’autore abbandona il “verso puro” per una forma espressiva che potremmo definire “prosa in forma di verso”, un po’ quello che Raymond Carver, il grande scrittore americano specialista della forma breve del narrare, fa nel suo “Racconti in forma di poesia“, la sezione intitolata “Ora adesso qui” con la quale siamo invitati a farci una passeggiata per le vie di Sondrio al primissimo mattino in compagnia dell’autore. Una raccolta da non lasciarsi sfuggire e da leggere e rileggere con la certezza che ogni volta si riuscirà a cogliere un qualcosa di nuovo che ci era sfuggito in precedenza. Un nuovo tassello che conferma, caso mai ce ne fosse ancora bisogno, l’incredibile bravura di Giacomo Gusmeroli nel raccontare la vita e le sue storie, qualunque sia la forma da lui scelta per farlo.