1973: Sean Connery ha ormai dato un irrevocabile addio al personaggio dell'agente segreto più famoso del mondo, per la EON di Albert Broccoli e Harry Saltzman si pone il pressante problema di trovare un sostituto che possa essere apprezzato dalla critica. Scottati dall'esperienza fatta con George Lazenby, questa volta vengono attentamente vagliati diversi candidati: Jeremy Brett (che aveva impressionato i produttori per la sua interpretazione in My Fair Lady), Julian Glover (che intepreterà invece il ruolo di vilain in Solo per i tuoi occhi) e Michael Billington. Alla fine la spunta Roger Moore, che era già stato in lizza per il ruolo fin dai tempi di Dr. No e che aveva dalla sua la popolarità raggiunta in ruoli molto "compatibili" con Bond come il Lord Brett Sinclair di Attenti a quei due e - soprattutto - la lunga militanza nel ruolo del Simon Templar televisivo. A Moore, al contrario di quanto avvenne con Lazenby venne lasciata ampia libertà di reinterpretare il personaggio con il proprio stile. Del resto i tempi ormai sono cambiati ed un aggiornamento non può far male (anche nell'abbigliamento, purtroppo, come testimonia la foto sopra con 007 in canottiera e completino Jeans azzurro mutanda). Un dettaglio un po' buffo a pensarci: Connery nell'ultimo film interpretato appariva - a 41 anni - già piuttosto "stagionato" dal punto di vista fisico, mentre Moore iniziò a interpretare Bond all'età di 45 anni per i successivi 12 anni!
Concluso ormai il ciclo della SPECTRE (e probabilmente anche per variare un po'), venne utilizzato come base per la sceneggiatura il secondo romanzo scritto da Fleming Live and let die, dove il cattivo è il primo ministro dell'isoletta caraibica di Sainte Monique, che governa utilizzando la paura per i riti voodoo e pianifica di acquisire il monopolio della vendita di droga negli Stati Uniti. La sceneggiatura (comoe già in Una cascata di diamanti e nel successivo L'uomo dalla pistola d'oro) è firmata da Tom Mankiewicz, figlio del Joseph di Eva contro Eva e futuro autore di film come Cassandra Crossing, Ladyhawke ed i primi due Superman.
I gadgets tornano a farsi interessanti: a parte un classico rilevatore di microspie da utilizzarsi nelle stanze d'albergo, c'è un orologio Rolex in grado di generare un fortissimo campo magnetico, proiettili anti-squalo caricati con un gas che si espande molto velocemente. Anche i cattivi non scherzano, utilizzando feticci voodoo attrezzati con telecamere e fucili per il controllo del territorio. I mezzi di trasporto non hanno particolari dotazioni, in compenso c'è una scena di inseguimento con i motoscafi con un salto - effettuato per davvero - di 30 metri che entrò addirittura nel Guinness dei primati.
Jane Seymour - Solitaire
Le Bond girls tornano finalmente ad avere un po' di carattere: Jane Seymour interpreta la cartomante Solitaire, che si innamora perdutamente di Bond (anche perchè lui la inganna con un mazzo di tarocchi truccato). L'aspetto fisico della Seymour, esile elegante e con gli occhi di due colori diversi è molto adatta ad un personaggio un po' enigmatico. Come accade spesso alla Bond girls la carriera della Seymour è poi decollata prevalentemente in TV.
Gloria Hendry invece interpreta la prima Bond girl di colore: l'agente Rosie Carver. Indimenticabile sia la parrucca-permanente sia il fisico, davvero statuario. La Hendry, a parte questo ruolo ha recitato in diverse pellicole di genere blaxploitation e ha preso parte a diverse serie TV, ma senza riuscire a fare un vero salto di qualità.
Gloria Hendry - Rosie Carver
La regia resta saldamente nelle capaci mani di Guy Hamilton, che continua sul filone "funny Bond" per il quale fra l'altro Moore è molto più portato rispetto a Connery. L'azione viene continuamente contrappuntata da scenette divertenti, come quando 007 trova il serpente nel bagno della sua stanza (che differenza rispetto al ragno di Dr. No!), o tutta la scena dell'inseguimento di motoscafi con la macchietta dello Sceriffo Pepper (Clifton James).
In omaggio al cambiamento dei tempi, da questo film in poi nella sequenza "gunbarrel" Bond non porterà più il cappello. I titoli di testa rimangono appannaggio del solito Maurice Binder, che aggiunge al consueto stile il tema fiamme e un gusto voodoo per i teschi ed i volti spiritati. La canzone omonima del film è bellissima ed è firmata nientemeno che da Sir Paul McCartney, un vero colpaccio per la EON.
Al contrario di quanto avvenuto per Al servizio segreto di sua maestà questa volta il cambio di attore protagonista venne vissuto in modo assai poco traumatico. Il film registrò una ottima affluenza del pubblico, sebbene inferiore alle aspettative della produzione, e Moore venne confermato senza pensarci su due volte. L'anno successivo uscì infatti L'uomo dalla pistola d'oro: 007 ormai aveva cambiato volto e Moore sarebbe rimasto per ben altri sette capitoli, stabilendo un primato di longevità difficilmente superabile.
1973 - Live and let die (Vivi e lascia morire)
Regia: Guy Hamilton
Scenografia: Syd Cain
Costumi: Julie Harris