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Viviamo nel paese di bengodi e non lo sappiamo

Creato il 04 agosto 2011 da Speradisole

VIVIAMO NEL PAESE DI BENGODI E NON LO SAPPIAMOIL SOGNO DEGLI ITALIANI HA PARLATO NIENTEMENO CHE IN “PARLAMENTO”

Berlusconi ha parlato, sì, ma dalla faccia si capiva che nemmeno lui credeva a quello che stava dicendo. Gli calavano le braccia e crescevano le borse sotto gli occhi.

Ormai sono tre anni che sta seduto sulla sedia di presidente del consiglio, ed ha parlato in “parlamento” la bellezza di cinque volte.

La prima volta nel 2008 quando chiese la fiducia e presentò il nuovo governo. Per forza aveva vinto le elezioni e le camere registravano, per la prima volta nel paese, una maggioranza bulgara.

La seconda volta due anni e mezzo dopo nel settembre 2010, per dire che nella sua maggioranza c’era stata una scissione.

La terza volta il 13 dicembre dello stesso anno per presentare il nuovo assetto di governo, con l’ingresso dei “responsabili”, al posto dei finiani.

La quarta il 21 giugno del 2011, su rilevazioni e monito da parte del Presidente della Repubblica.

La quinta il 3 agosto 2011, per via delle speculazione dei mercati sul nostro paese.

Uno sforzo immane, per uno che ha una stitichezza congenita ai discorsi in parlamento, perché in quella sede è costretto ad ascoltare le parole dell’opposizione e non tollera di essere non solo contestato, ma non “condiviso”.  Preferisce i comizi e lo sventolio di bandiere.

E’ ovvio che, per uno che si ritiene  il sogno degli italiani ed è l’imprenditore che ha tre aziende in borsa.(sic), è anche troppo, è una degnazione. Sembrava dire, ma che ci faccio qui, quando questi non capiscono un accidente di niente.

Ma cos’ha detto in sostanza: che la crisi economica c’è, ma è planetaria e l’Italia sta meglio degli altri, che la ricchezza delle famiglie è consistente, tutte hanno il conti in banca, che le banche sono solvibili, e che il governo avendo tenuto fermi i conti, è il più bravo del mondo, che c’è un complotto plutocratico dei mercati contro l’Italia perché non hanno capito niente di come siamo messi.

Ma come mai noi non avvertiamo niente di tutto questo “benessere” di cui invece dovremmo sentire i benefici? Siamo tutti ingrati? Lo siamo tanto che l’ultimo sondaggio dice che Berlusconi è al di sotto del 23% dei consensi, è a livello di Zapatero, il quale, per il bene del paese, ha fatto un passo indietro.

E’ vero che abbiamo un debito pubblico grandissimo, ma è anche vero che nel 2001, quando Prodi  consegnò i conti a Berlusconi, il debito era al 106% , ora dopo 8 anni del governo Berlusconi è salito al 120% e siamo ritornati al tempi del 1994.

Siamo tornati indietro di 20 anni, e nei 10 anni di governo Berlusconi, non si è investito niente di niente, niente infrastrutture, niente sviluppo del Sud, anzi sono stati tolti soldi dal sud per finanziare  altro. In questi anni solo annunci niente fatti, tra cui spicca l’annuncio del ponte di Messina. Quasi fosse uno scherzo del destino ed una presa in giro agli italiani ed al sud in particolare.

Si è provveduto a demolire i sindacati, a demolire la ricerca, la scuola, non si sono sfruttate le nuove tecnologie, i nuovi mezzi, solo tagli indiscriminati lineari per tenere i conti a posto  Sono state fatte solo stravaganti e costose decisioni di “italianità” come l’Alitalia che ci è costata un pozzo di quattrini, mentre non abbiamo mosso un dito per salvare una delle più belle aziende del made in Italy alimentare come la Parmalat.

Sappiamo anche noi che la crisi non è solo nostra, ma com’è che gli altri paesi crescono molto di più di noi?

Eravamo come la Francia che ora è cresciuta del 12%, noi appena del 2% .

La risposta sta nella poca credibilità di questo governo e nella poca credibilità di Berlusconi, il che vuol dire che gli investitori fuggono da questo paese piuttosto che rischiare di perdere i loro soldi. E se ci imprestano dei soldi, chiedono che noi paghiamo di più in interessi perché non si aspettano da noi, un balzo di credibilità.

Tutto questo non serve al paese, lo affonda, ma la maggioranza e Berlusconi in particolare, dice che stiamo benissimo. Tanto che nel fare la finanziaria, per paura di perdere le elezioni, ha rimandato al pareggio di bilancio al 2014, a dopo le elezioni così ci penserà qualche altro governo a fare “il cattivo”.

Ora è ben dire che cosa ci saremmo aspettati da un “leader” consapevole della situazione e che non viva tra le nuvole.

“Non abbiamo capito che fin dal 2007 c’era in atto una speculazione, che il problema pur derivando dall’America, avrebbe colpito anche noi. Dovevano cercare di approfittare della situazione di crisi per investire il più possibile, infatti è in tempo di crisi che si possono fare anche spese che poi rendono.

Non dovevamo praticare tagli lineari, che colpiscono i più poveri, ma provvedere a far pagare a chi può di più. Dovevano fare la riforma del fisco, e non solo tentare di tener fermi i conti. Dovevamo concretizzare le liberalizzazioni già iniziate da Prodi, invece di fermarle. Dovevamo contrastare la grande evasione fiscale, con mezzi efficaci come la tracciabilità dei pagamenti, invece di cancellarla.  E soprattutto dovevamo cercare di riportare i conti al meglio possibile entro il 2012 e non dopo due anni ancora, prendendo i soldi dove ci sono, nelle rendite finanziare”.

Ma si sa, questi sono discorsi “di sinistra”, e mai una maggioranza del genere farebbe un minimo di questi discorsi e tantomeno un po’ di autocritica per giustificare il fondo del barile che stiamo raschiando. Si continua ad ingannare il paese e chi vivrà, vedrà e soprattutto, se rimane un po’ di fiato, provvederà.



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