Chi ha conosciuto Vivian Maier la descrive, non senza una punta di fastidio, come una giovane donna eccentrica, con abiti larghi e goffi, la camminata da soldato e il passo pesante e rumoroso. Sempre con una macchina fotografica al collo, però. Una Rolleiflex la più nota, ma ha altresì utilizzato una modesta Kodak e una Leica. Aveva una primordiale passione per i selfies fotografici, con una ricerca non inquinata da una eccessiva dose di egocentrismo ma da intensa ricerca della forma e della tecnica migliori per esprimere il sé.
Vivian Maier ha scattato migliaia e migliaia di fotografie per un numero enorme di rullini, mai sviluppati. Vivian Maier sarebbe potuta essere una grande fotografa, ma non ha mai avuto il coraggio di mostrare i propri lavori e nessuno dei suoi cooscenti ha mai pensato che quelle fotografie particolari da lei scattate potessero essere considerate in qualche modo di valore.
John Maloof nel 2007 è un giovane desideroso di imparare a fotografare, pur non avendo nessun tipo di nozione. In una soffitta polverosa, durante le sue ricerche di ispirazioni e materiali vari, rinviene una serie consistente di rullini, li fa sviluppare e osservando i negativi si rende conto di avere di fronte qualcosa di definibile come “artistico”. Da lì comincia la sua ricerca per scoprire l’autore di tali piccoli capolavori e scopre la figura difficile di Vivian Maier.
Una donna senza contatti con la famiglia d’origine, europea trasferitasi in America, riservata che lavora come bambinaia per ricche famiglie e che è sempre a corto di danaro. I bambini ricordano la sua mania di portare sempre una macchina fotografica al collo, ma anche quella di essere sovente molto dura con loro. Il suo carattere era particolare, difficile da comprendere nonché bizzarro. Una signora da cui si era trovata a stare per qualche tempo la Maier, racconta che la sua stanza era chiusa con un grosso lucchetto e al suo interno vi erano pile e pile infinite di giornali quotidiani. La Maier si mostrava interessata ai fatti curiosi di cronaca, a quelli più bizzarri. Questa curiosità ritorna anche in molte delle sue fotografie, come questa:
Sembra incredibile che il talento di questa giovane donna non sia mai stato preso in minima considerazione, eppure la vita solitaria e tranquilla condotta da Vivian ha preservato accuratamente il mondo dal conoscerne le doti.
Dalla vicenda di Vivian Maier, il giovane Maloof non solo ha arricchito le proprie tasche, ma ha approfondito l’argomento svolgendo una serie di interviste e catalogazioni delle opere mostrando il tutto in un documentario dal titolo Finding Vivian Maier condividendone la regia con Charlie Siskel e curando ogni aspetto del lavoro finale.
Vivian Maier | website