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VIZIO DI FORMA - Un viziato esercizio di stile

Creato il 08 marzo 2015 da Furio Spinosi @ilfilmaniaco

VIZIO DI FORMA - Un viziato esercizio di stile

VIZIO DI FORMA (P.T. Anderson 2014)
Voto complessivo: 6

Sono così amareggiato che ero quasi indeciso se limitarmi o meno ad un tweet lapidario e liquidare il settimo film di Paul Thomas Anderson così... Ma poi ho compreso che fosse necessario e doveroso mettere in chiaro che quest'opera è senza alcun dubbio un omaggio "letterario" e un capriccio registico, una modesta parentesi nella eccellente e rispettabile carriera di questo cineasta, che fra i suoi alti e bassi ha sempre avuto qualcosa di interessante da dire per il cinema. È troppo se dico che faremmo meglio a fingere che Anderson non abbia mai realizzato questo suo adattamento del romanzo Vizio di forma. Ammetto di non conoscere Thomas Pynchon e la sua narrativa, ma sono fermamente convinto che un film debba camminare da solo. Tolto l'indubbio carisma della "strana coppia" poliziotto/investigatore debosciato composta da Joaquin Phoenix e Josh Brolin, non c'è una sola idea nuova di cinema.

VIZIO DI FORMA - Un viziato esercizio di stile

Profondità di campo, costumi e scenografie d'epoca
perfetti, ma non è un po' fine a se stesso tutto ciò?

È tutto forma e poca sostanza: costumi, primi piani di teste e corpi eloquenti che parlano per un'epoca e di un cinema di genere, più che di una vera storia. Parla chiaro anche lo stile di montaggio del film che si rifà alla vecchia Hollywood, quella del classico noir, con i tagli di scena in dissolvenza incrociata... È chiaro come il sole che Anderson il vizio di "forma" l'ha preso alla lettera, perché formalmente il film è una riproposta fedele del genere hardboiled, senza aggiungere particolari note innovative. Nulla di più. Nel trailer ingannevole è stato spinto il tono umoristico delle scene circa le abitudini tossiche dell'investigatore privato Doc Sportello & compari, ma poi vedendo il film ci si accorge che oltre ad avere solo alcuni momenti che fungono da gag riempitive, non sono in nessun modo una novità. Di fatti avevamo già ammirato questa commistione fra serio e faceto in pietre miliari del genere come Pulp Fiction o Il Grande Lebowski

VIZIO DI FORMA - Un viziato esercizio di stile

Le "gone girl" a volte ritornano, ci insegna Fincher, ma questa
è una femme poco fatale...

Debolissima è anche l'interpretazione da parte di Katherine Waterston della "finta ragazza scomparsa" di Doc ("gone girl" è il termine poliziesco). Pessima e fiacca l'idea di affidare la narrazione con voce fuori campo a un personaggio, Sortilége, di cui fondamentalmente non sappiamo e non ci frega nulla. Buoni i momenti fra Phoenix e Brolin, ma il resto lo si butta, visto che l'intreccio complesso, ma evanescente non è reso così coinvolgente da farti volare due ore e mezzo di chiacchiere.

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