A quanto pare Vladimir è stata arrestata con una bandiera rainbow ed una scritta “Gay ok” in mano. Sembra il copione di una Stonewall anni settanta, invece è la Russia nel terzo millennio.
Inutile dire che: sì, sicuramente sapeva a cosa andava incontro, come lo sapeva Rosa Parjs quando si è seduta dalla parte “sbagliata”.
Inutile dire che le battaglie giuste si fanno anche così (spesso solo così) e quindi Vladimir ha fatto bene: questo consente di smascherare il regime omofobo russo meglio di ogni altro atto.
Ora però Vladimir è italiana e in Italia non è vietato dire che “gay è ok” e non dovrebbe essere vietato da nessuna parte, anche se a quanto pare un bel lavoro dell’UNAR sull’omofobia non arriverà nelle scuole italiane, tacciato di propaganda gay (che è assurdo pensare che questo accasa ancora in Italia, oggi).
So che Emma Bonino è già al lavoro, ma credo sia il caso di minacciare di ritirare la nostra delegazione e tutti i nostri atleti se Vladi non viene liberata immediatamente.