- naturali.
Nei momenti migliori, quando la speranza non è sommersa dalle sconfitte, mi piace immaginare un mondo in cui tutti lavorino solo quattro, o al massimo sei ore, uomini e donne, giovani e anziani; dove tutti in misura eguale siano addestrati fin da piccoli a tutto: scienza e tecnica, pensiero e scrittura, contatto con la terra e i suoi frutti, o con il mare e il cielo; dove si sappia ugualmente adoperare le mani e la testa, e anche il cuore. Ognuno dovrebbe poter scoprire le proprie vocazioni, e caso mai rettificarle nella vita, e poi tornare a imparare, quando le svolte dell’esistenza premono a imporre soluzioni diverse. Ognuno dovrebbe sapere che adoperando onestamente testa, mani e cuore si costruisce, invece che distruggere, una civiltà sulla misura di tutti: nelle ore libere dal lavoro invece che divertirsi per forza, come impone oggi il consumo del tempo libero, ci si occuperebbe della propria persona e delle altre persone, per comunicare, amare, assistere; e anche per amministrare la casa, il quartiere, il villaggio, la città, la regione, il paese. Tutti dovrebbero conoscere le leggi e saperle applicare; e saper chiedere quelle modifiche che risultano necessarie per il bene dei più. Così il privato e sociale non si opporrebbero, e ognuno avrebbe tempo per occuparsi in eguale misura dell’una e dell’altra dimensione dell’umano; donne e uomini alla pari, ognuno con le sue inclinazioni, ma senza esclusioni o paure. Ognuno dovrebbe aver diritto di cittadinanza sia nel privato sia nel sociale, e imparare l’arte del governare al meglio se stesso e gli altri, e i rapporti con gli altri. Così che i meriti di ciascuno fossero quelli che derivano dal saper instaurare rapporti costruttivi e il più possibili armoniosi, nel rispetto di tutti. (meditazione su: In nome dell’amicizia da Pelle e cuore di Anna Del Bo Boffino).
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C O R V I
Come a un cane
lisciano il tuo capo
che penzola dalla forca.
I corvi oscurano il cielo
nell’attesa di mangiare
le tue già putride carni.
Volando sulla terra
sbattono la testa nelle nubi
rimanendo agganciati lassù
e si stirano al caldo del sole.
Fuggiamo da questo incubo
che cerca se stesso
penetrando nel nostro io.
Morte: vivi ancora!
Vita: muori ancora!
Drappi neri volteggiano.
Preannunciano la notte
i raggi di un sole
che fugge dal cuore
deluso e sanguinante.
-Renzo Mazzetti-
pace,primavera del 1948,manifestazione di operaie per la pace.