“Un’esperienza bellissima. Qui il livello è molto alto e sono molto contento di potermi confrontare con tanti altri giocatori di talento miei coetanei che aspirano a diventare importanti nel mondo della pallacanestro“.
In molte fasi del gioco sul parquet della palestra trevigiana, Melli è stato utilizzato come esterno, persino come point forward destinato a portare su palla e impostare il gioco. Melli, un ragazzone di 205 cm per 100 kg, diventa un playmaker?
“Sarebbe anche ora (ride). No, scherzi a parte, qui al camp ci sono tanti lunghi quindi cerco di sfruttare le mie abilità nel portare la palla. Comunque mi trovo più a mio agio a giocare da esterno. Giocare stabilmente da ala piccola, spostandomi gradualmente dal ruolo di ala forte, è il mio obiettivo“.
“Credo che l’Nba sia il sogno di tutti i giocatori di pallacanestro. Come dice Mourinho è un sogno, non è un’ossessione. Ci penso, certo, ma non mi condiziona più di tanto. Voglio prima affermarmi in Europa prima di tentare il grande salto“.
Per affermarsi in Europa, Melli avrebbe bisogno di spazio, di opportunità per giocare e far vedere tutto il suo talento. I minuti per lui però, sono stati davvero pochi: 9 di media nelle 18 gare giocate con Milano con 1.7 punti (7 il massimo, a Bologna contro la Virtus), 16 a sera nelle 12 gare con la maglia della Scavolini Siviglia con quasi 4 punti (17 il massimo, nell’ultima giornata proprio contro l’Armani Jeans). Quale è l’obiettivo per il futuro di Melli?
“Spero di giocare. Credo a Milano. Voglio ritagliarmi un bello spazio, non ho più voglia di trascorrere un’altra stagione in panchina. Se sarà Milano tanto meglio perchè adoro la città e la società. Se a Milano non ci saranno minuti per me, vedremo di cercare alternative“.