La musica è un’arte molto importante, scoprire sempre nuove strade o nuovi impatti sonori è sintomo di volersi immergere e lasciarsi sommergere e in questo continuo scoprire e scoprirsi, arrivi ai Video Diva, gruppo della provincia Fiorentina, e scopri che con la poesia c’è un legame visto che il gruppo ha anche un elemento poetico che i lettori di WSF già conoscono, Davide Valecchi.
Ho intervistato i ragazzi dei video Diva, buona lettura e ascolto.
Come nascono i Video Diva?
I Video Diva nascono nel 1999, a Dicomano (FI), da un gruppo di amici appassionati di musica che si ritrovano spesso in un locale storico, il “Samantha”, dancing posto nel sottosuolo della locale Casa del Popolo. Negli anni ’80 sono passati da Dicomano le migliori formazioni della new wave italiana (e non), lasciando un segno profondo. Come non ricordare che il primo concerto dei Diaframma con Miro Sassolini alla voce si svolse proprio a sul palco del Samantha?
Quali sono i principali modelli che ispirano la vostra musica?
I primi nomi che ci vengono in mente sono sicuramente i Diaframma, i primi Litfiba, i Neon. Insomma la new wave fiorentina del decennio Ottanta con l’aggiunta dei CCCP, influenza vera e potente. E poi gli amati gruppi inglesi: Cure, JoyDivision, Bauhaus, Sisters of Mercy, Fields of the Nephilim. Senza dimenticare altri campioni difficilmente ignorabili come Depeche Mode, Nine InchNails e Clock Dva.
E’ molto difficile proporre qualcosa di originale nell’ambiente italiano moderno?
E’ difficile reprimere l’esigenza di creare qualcosa che ci rappresenti, nella totale libertà di seguire le proprie passioni. Questo è il motore alla base dei Video Diva: nessuna restrizione o pregiudizio ma il libero fluire delle proprie inclinazioni per dare vita qualcosa che soddisfi principalmente noi stessi. Che ci faccia stare bene. Il tentativo di proporsi segue la consapevolezza della qualità di quello che si propone. La situazione italiana non è rosea dal punto di vista musicale. Ma non tutto è male. Oggi è molto difficile riuscire a fare della musica il proprio mestiere, in Italia, senza accettare compromessi stilistici, senza vendersi almeno un po’. Ma allo stesso tempo è tutto un fiorire di piccole realtà underground dove qualcuno è disposto ad ascoltarti, a seguirti, magari ad immedesimarsi nei tuoi suoni e nelle tue parole o comunque a trovarci dentro qualche affinità con il proprio sentire. Per farla breve; non si campa con la musica ma la grazie al nostro amore per la musica la nostra vita è sicuramente migliore e, speriamo, anche quella di chi ci ascolta. Ci sono migliaia di gruppi e artisti bravissimi là fuori. Ma non li vedrete mai in televisione: dovete andare a cercarli.
Qual è il rapporto tra la suggestione e l’antico, grande protagonista del cuore di molti artisti “dark”?
I Video Diva sono nati spontaneamente: nessuno si è seduto a un tavolino dicendo: “facciamo un gruppo dark”. Tutto quello che scaturisce da noi riflette le nostre influenze, i nostri amori artistici e musicali. L’immaginario evocato dalla nostra musica riflette in modo piuttosto istintivo tutto questo. Ci viene naturale amare le atmosfere malinconiche, le tonalità scure.Vorremmo conferire un senso di tragica solennità a tutto quello che facciamo. Ma con moderazione. Nessuna immedesimazione aprioristica con la scena. Non ci piace calarci troppo nel ruolo di “gruppo dark” ma ci teniamo mantenere una nostra peculiare identità pur non temendo di mostrare le nostre influenze e origini.
La vostra musica nasce più “dal cuore” o “dalla testa”?
La nostra musica nasce. Quello che ci piace esce fuori sul momento e se può essere sviluppato, lo realizziamo. Il nostro metodo compositivo è molto semplice: ci troviamo in sala prove e suoniamo, senza nessuna limitazione stilistica. Sono molti anni che suoniamo insieme e ci viene naturale lavorare in questo modo. Questa, se vogliamo è la parte che viene dal cuore: amore, passione, istinto. La razionalità arriva in una seconda fase, quando c’è necessità di dare un senso compiuto a tutto e nel modo che ci soddisfi maggiormente. E’ la stessa cosa che succede in un rapporto d’amore fra due esseri umani.Tutto nasce spontaneamente ed è in un certo senso anarchico: ma perché il rapporto sia duraturo e migliori nel tempo è necessario usare la testa e compiere delle scelte. E’ un lavoro di coordinamento.
Il destino di quasi tutte le band nostrane avvicinatesi al movimento dark-wave in Italia, non ottiene lo stesso riscontro che pare avere, in Inghilterra, Stati Uniti o Nord Europa. Cosa ne pensate? E, se concordate, quali credete siano le ragioni?
Concordiamo. Purtroppo in Italia resiste ancora il mito della canzone leggera, abbiamo un’istituzione ridicola come la SIAE e nessuna etichetta discografica “a grosso budget” vuole rischiare alcunché, preferendo affidarsi a cloni di gruppi e artisti di successo. Non a caso nascono sempre più reality dedicati alla musica. La musica diventa un prodotto creato a tavolino e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nessuno investe su cose “diverse”, prodotti di questo genere sarebbero solo per un pubblico (guadagno) limitato. Una proposta come la nostra sarà sempre di nicchia.Negli anni 80 era diverso, c’era maggior voglia di stupire, c’era uno spirito diverso e anche alle proposte più impensabili veniva data una possibilità, con la speranza che potesse “fare tendenza” ed inaugurare magari un filone di successo. Negli anni ‘90 abbiamo avuto il Consorzio Produttori Indipendenti dei C.S.I. e il Tora Tora degli Afterhours: tutti sappiamo che cosa è successo ma lo spirito con cui questi progetti sono stati creati e portati avanti era quello giusto. I produttori offrivano delle possibilità, poi stava al gruppo sfruttarle e dimostrare cosa sapeva fare. Senza il Consorzio non avremmo avuto i Marlene Kunz, gli Ulan Bator e i Disciplinatha,ad esempio.
Date?
Ecco il punto dolente. I posti per suonare sono sempre meno, la SIAE obbliga i locali a farsi carico di costi assurdi solo per far suonare un gruppo e inoltre la natura schiva e di nicchia del nostro genere certo non aiuta. Essere etichettati come gruppo “dark “ o “goth”, se da un lato aiuta ad inquadrarti agli occhi di un potenziale pubblico automaticamente esclude la possibilità di suonare in locali per così dire “generalisti” o anche dediti all’indie rock, all’elettronica o quant’altro. Non c’è molto amore nell’underground italiano. E’ una cosa triste perché è una guerra tra poveri. Per questi motivi le nostre date sono sempre state poche anche se scelte con oculatezza e seguite. Inoltre non siamo un gruppo esordiente, lavoriamo tutti e di tempo libero ne rimane poco: sicuramente chi ha più tempo ha anche più possibilità di crearsi una rete di contatti e coltivarli nel modo giusto. Da parte nostra possiamo andare orgogliosi di una cosa: non abbiamo mai leccato il culo a nessuno né per suonare né per qualsiasi altra cosa. Se la nostra musica vi piace, siamo disponibili. Fine.
Al momento poi stiamo preparando il nostro prossimo album completo e, viste la ridotta quantità di tempo che abbiamo a disposizione non è facile dedicarsi ad altro. Per chi ci conosce però possiamo assicurare che ci stiamo impegnando al massimo per questo disco. Nei live si possono già sentire alcuni dei nuovi brani. Se avete la pazienza di aspettare, non deluderemo. Andiamo avanti come abbiamo sempre fatto con umiltà e dedizione.
Video Diva: http://www.videodiva.it/