A Boudhanath, nel Cuore del Nepal buddista, Karma Nyedon Gyatso si dá fuoco in segno di protesta. Il governo nepalese, ancora in bilico, collabora con la Cina e tiene sotto controllo i sovversivi. Ma a volte qualche voce esce dal coro.
É un coro di protesta quello dei rifugiati tibetani in Nepal. La loro voce é stata soffocata piú volte, e non solo nei ben conosciuti giorni olimpici del 2008 quando, davanti ai miei occhi, giovani monaci venivano picchiati e arrestati per aver manifestato il loro pensiero di libertá.
E mentre le voci si spengono a Kathamndu, altre si spengono in Tibet.
Guldrak aveva solo 29 anni ed é morto massacrato dalla polizia cinese di Maywa. La sua colpa? Un semplice furto.
Queste ed altre voci si spengono nell'indifferenza generale.