2003: Vodka Lemon di Hiner Saleem
Premiato al 60° Festival di Venezia (ma non solo), un film interessante anche se non destinato a un vasto pubblico.
Ottime le critiche: “Un film denso di poesia e lieve come una piuma… Tragedia e commedia si fondono e confondono senza mai dimenticare la tenerezza dello sguardo” (Il Corriere della Sera), “Vodka Lemon si distingue per la delicatezza del tocco… Il regista mescola sapientemente dramma e ironia, solitudine e amore” (Repubblica), “Il film è malinconico, poetico, ferocemente divertente” (L’Unità).
Ha del fascino Vodka Lemon che il curdo Hiner Saleem (studi a Roma e a Parigi) dirige coinvolgendo, nella produzione, ben quattro nazionalità (Francia Italia Svizzera Armenia). La fotografia è splendida, i paesaggi difficilmente dimenticabili (siamo in un villaggio del Kurdistan armeno postcomunista), i personaggi ben caratterizzati e capaci di catturare la nostra attenzione. Ma il film, nel suo complesso, non è facile. Volutamente statico, macchina di ripresa sempre ferma (sono gli attori a muoversi), pochi avvenimenti, pochi primi piani, pochissimi dialoghi. Si corre a volte il rischio di mettere a dura prova la pazienza dello spettatore ma, contrariamente a quanto si potrebbe credere, non ci si annoia. Si rimane incuriositi dal ritratto di un mondo che sembra distante mille anni luce dal nostro, ritratto lucido e asciutto: niente fronzoli, nessun sentimentalismo, nessuna retorica. Un mondo impervio dove vivere è una scommessa, dove povertà e desolazione regnano sovrani (“Hanno distrutto il socialismo -dichiara il regista- ma non hanno ancora costruito il capitalismo: non ci sono strade, non ci sono trasporti e ognuno pensa per sé”). Ma Vodka Lemon è tutt’altro che un film pessimista: lo dimostra l’ultima bellissima scena (citazione chapliniana), favolistica e surrealista, col suo messaggio positivo di possibile riscatto e rinascita.
Da elogiare l’ottima prova di tutti gli attori e l’accattivante colonna sonora.
p.s.
1) Nel 2005 Hiner Saleem è stato insignito del titolo di Cavaliere delle Arti e delle Lettere dal Ministro della Cultura francese Renaud Donnedieu de Vabres.
2) Il paesaggio, vero protagonista di Vodka Lemon, è così descritto da Marco Luceri: “L’Armenia dipinta nel film è un immenso luogo dell’assenza: le grandi montagne sempre innevate, i piccoli paesini sperduti, le poche vallate solcate da strade lunghissime e strette, quasi sempre vuote, che sembrano portare verso il nulla”.
3) Alla nostra attenzione la frase che il regista ha riportato in ogni intervista: a proposito dei curdi, il nonno di Hiner Saleem diceva “Il nostro passato è triste, il nostro presente catastrofico, ma per fortuna non abbiamo un futuro”.