In un paese normale nei momenti di difficoltà si lasciano da parte i dissapori e le differenze, e si cerca di pensare a ciò che unisce: la nazione, che poi saremmo noi, milioni di italiani.
In Italia invece non succede mai niente di tutto ciò, neanche di fronte a delle disgrazie accade, anzi, si procede a strumentalizzare ogni cosa per trarre un vantaggio personale, spendendo inutili energie. Anche questi ultimi tre anni di crisi sono stati gestiti mantenendo questi criteri da masochisti, ed oggi in un momento in cui tutto il paese cerca di convincere Berlusconi - il sole 24 ore ed il corriere in edicola, a firma di Roberto Napoletano e Sergio Romano rispettivamente il direttore ed uno degli editorialisti più influenti, chiedono al Presidente del Consiglio di lasciare, in modo dignitoso, la Marcegaglia ieri a Bologna ha detto: “Siamo stufi di essere lo zimbello Internazionale” – lui continua a rimanere seduto sul suo trono prendendosela con i media colpevoli di aver determinato il recente rating negativo di S&P. Anche questa volta esce fuori dai nostri confini un’ italietta che purtroppo non è solo figlia di chi ci governa, ma di chi, e sono stati milioni, ha permesso ciò. Innanzitutto la maggioranza degli elettori; chi ha avallato questa situazione compreso Fini, che ora cerca di sottrarsi da ogni responsabilità, ma porta indelebile l’onta di aver appoggiato il premier ed il berlusconismo. Non si comprende come un uomo politico che è stato il delfino di Almirante non abbia compreso per tempo che le sue scelte avrebbero avuto delle conseguenze disastrose innanzitutto per l’Italia e gli italiani, non si comprende come una sinistra che formalmente si oppone al centro – destra non ha approvato quando è stata al governo delle riforme (conflitto di interessi) e, non ha abbandonato degli inutili personalismi per concentrarsi e risolvere i tanti problemi che affliggono il nostro paese.
Ognuno, da chi ricopre un posto pubblico al semplice cittadino ha le sue responsabilità, ma ora occorre pensare al meglio per tutti noi, ed una domanda sorge spontanea: vogliamo finalmente essere una Nazione?
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