All’inizio del dicembre del 1947, durante i funerali del regista tedesco Ernst Lubitsch (stroncato da un infarto sul set del film La signora in ermellino, a 55 anni d’età), il suo collega William Wyler esclamò, affranto: “Niente più Lubitsch”; Billy Wilder, accanto a lui, gli replicò: “Peggio ancora… niente più film di Lubitsch!”. Da questa risposta trapelano la stima e l’ironia di un gigante del cinema quale Billy Wilder nei confronti del suo amatissimo maestro, colui per il quale lo stesso Wilder avrebbe coniato l’espressione ormai proverbiale “tocco alla Lubitsch”, per definire quella perfetta alchimia di ritmo, comicità e grazia insita nelle pellicole del leggendario cineasta.
A distanza di un secolo esatto dal suo esordio dietro la macchina da presa, Ernst Lubitsch rimane un regista con sorprendenti tratti di modernità, in grado di coinvolgere e divertire anche le nuove generazioni di pubblico grazie a capolavori che non hanno perso quasi nulla del loro smalto originario, dell’irresistibile forza umoristica che, a loro tempo, li aveva già resi dei classici: basti pensare a titoli come Mancia competente (1932), Ninotchka (1939), Scrivimi fermo posta (1940) e Il cielo può attendere (1943). E ovviamente Vogliamo vivere!, da molti considerato il suo capolavoro, che si è rivelato addirittura uno dei fenomeni cinematografici della scorsa estate: riproposto in sala da Teodora Film in edizione restaurata, Vogliamo vivere! (titolo originale To be or not to be, ripreso dal celeberrimo verso di Amleto) ha incassato ben 400.000 euro al box-office, raccogliendo oltre 50.000 spettatori in tutta Italia.
Ora, dopo il grande successo di pubblico, il cult di Lubitsch torna disponibile in Dvd in un’edizione speciale per Flamingo Video, distribuita da CG Home Video. Diretto da Lubitsch nel 1942, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, e accolto da diverse polemiche legate alla volontà di ironizzare su una grande tragedia storica quale il nazismo (come era già accaduto, due anni prima, a Il grande dittatore di Charlie Chaplin), Vogliamo vivere! costituisce una straordinaria celebrazione del potere della finzione, dell’arte e del teatro come risposta alla barbarie che si stava scatenando in Europa. Il film, difatti, è ambientato nella Varsavia sotto l’occupazione tedesca, dove un celebre divo del palcoscenico, Josef Tura (Jack Benny), è impegnato a destreggiarsi fra i sospetti dei nazisti, con l’aiuto di sua moglie, l’affascinante e vanesia Maria (Carole Lombard), e gli altri membri della sua compagnia.
Fra equivoci, inganni, messe in scene e formidabili travestimenti, Ernst Lubitsch riesce così a dar vita a un infallibile meccanismo comico, in cui il teatro assurge a strumento privilegiato di resistenza nei confronti della grottesca ottusità del potere, qui simboleggiata dalla figura del ridicolo Colonnello Ehrhardt (Sig Ruman), in più occasioni sbeffeggiato e messo alla berlina dall’abilissimo Josef Tura. Oggi, Vogliamo vivere! continua a farsi ammirare per la perfetta costruzione narrativa – davvero un magnifico esempio del “Lubitsch touch” – e per il talento dei suoi interpreti, capitanati dall’impareggiabile Jack Benny e dalla star Carole Lombard, scomparsa subito dopo le riprese del film, a causa di un incidente aereo, a soli 33 anni. L’edizione Dvd di Vogliamo vivere! include, fra gli extra, il trailer della riedizione cinematografica, il dettagliato commento alla pellicola del critico Vieri Razzini e un’autentica chicca per cinefili, ovvero L’allegra prigione, un mediometraggio di 48 minuti diretto da Lubitsch nel 1917.
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