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E andiamo di nazional-popolare.Benvenuti al sud è il grande successo cinematografico della stagione, con cifre che dovrebbero farlo diventare l’incasso italiano numero 1 dell’anno, è tratto da Giù al nord, altro enorme successo, stavolta tra gli sgallettati francesi ed è già previsto un sequel, prevedibilmente intitolato Benvenuti al Nord. Se a ciò aggiungiamo un Claudio Bisio che recita in modalità spot delle Pagine Gialle e uno pseudo-attore come Alessandro Siani per protagonisti, allora la situazione non si mette troppo bene.
L’inizio della pellicola non fa che confermare questa impressione. Le battute sembrano uscite da Zelig, cosa che non stupisce visto che il pubblico di riferimento cui parla è pur sempre quello. I personaggi sembrano macchiette ed è tutto giocato sulla solita sequela di stereotipi infinita, sia sul Nord che sul Sud.Claudio Bisio è il direttore di una piccola filiale lombarda delle Poste Italiane che per farsi trasferire nella Gran Milàn finge di essere invalido. Ovviamente viene subito sgamato e per punizione lo spediscono per raccomandata senza ricevuta di ritorno in un paesino della Campania, vicino a Napoli. Tragedia, per lui, ma è qui che il film inizia a farsi interessante.Le battute cominciano ad andare oltre il buonismo e il politically correct, pur non spingendosi certo al livello di un South Park, e le trovate divertenti si susseguono con una buona regolarità, grazie a un buon adattamento di Massimo Gaudioso, abituale sceneggiatore di Matteo Garrone. Tra le cose che strappano un sorriso: la signora meridionale che continua a portare roba da mangiare, la fissazione per il caffè a tutte le ore e la ricostruzione del Sud criminale ironicamente alla Gomorra quando la moglie di Bisio (la Finocchiaro) viene giù a trovarlo.
Insomma, Benvenuti al Sud cerca di proporre un’immagine più attuale e originale del Meridione e pur con i suoi difetti (una regia non pervenuta, colonna sonora così così, recitazione dei protagonisti a livelli minimi), scivola piacevole, guardabile e allegro, merito anche di attori secondari come Valentina Lodovini e Giacomo Rizzo, entrambi provenienti non a caso da L’amico di Famiglia di Paolo Sorrentino.Un film meno peggio del previsto, dunque.Peccato per la caduta di stile del finale: si cerca per tutto la storia di combattere (con risultati alterni) contro i soliti stereotipi sul Sud e poi come scena conclusiva ci si mette una bella panoramica mediterranea con i bambinetti che corrono dietro a una Fiat e, soprattutto, con in sottofondo le note di “O’ sole mio”?!Ma allora vaciapadirat!(voto 6-)
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