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Voglio che questo paese torni ad essere un “Paese Normale”

Creato il 07 giugno 2010 da Asinistra

Non sono un economista, ho difficoltà a fare quadrare un bilancio come quello famigliare, figuriamoci di quello di uno stato. Se poi iniziamo a ragionare in maniera un po’ più allargata e pensiamo ad una coalizione di Nazioni come l’Unione Europea i conti diventano autentica fantascienza.

Ormai sono diversi giorni che il Ministro Tremonti è balzato al ruolo di protagonista con un apparente virtuoso piano, che da una parte soccorre le economie deboli europee, e dall’altra risana quei conti pubblici che questo governo ha provveduto a sputtanare dopo aver ripetutamente mentito su quella che era una crisi generata dal fallimento del modello capitalista.

Prima di soffermarmi su alcuni dei punti sulla quale è incentrata questa manovra voglio però sottolineare un problema di lessico, che forse non è di secondo piano rispetto alla sostanza generale. In tutto questo ultimo periodo di smisurato “ottimismo” il governo di questo paese ha sempre parlato di ripresa della crescita, stando sempre attento a non pronunciarsi, se a questa ripresa di crescita, corrispondeva una crescita dell’occupazione. Non ha neanche fatto cenno ad una ripresa di quella che è una “Occupazione virtuale” fatta dal popolo delle partite iva e da quella marea umana che risponde al nome di precariato.

Nel pubblico impiego, alcuni punti rasentano il grottesco, se dietro non ci fosse una situazione occupazionale drammatica. Dopo aver fatto la campagna sui ”fannulloni” questo governo blocca il turn-over e chiude le finestre di pensionamento non volendosi separare dai tanto vituperati dipendenti.

Il blocco dell’anzianità nella scuola poi, è l’ennesimo atto di prevaricazione e inaffidabilità di uno Stato nei confronti dei suoi dipendenti. Già questi provvedimenti rendono evidente come questo governo, dopo aver abbondantemente contribuito alla precarizzazione del mercato del lavoro, dia un ulteriore contributo alla destrutturazione dello stato-sociale impedendo di fatto il ricambio generazionale nel mercato del lavoro , usando i fondi previdenziali, non tanto come ammortizzatori sociali a salvaguardia dei lavoratori, ma a salvaguardare gli interessi di quelle aziende che speculando sulla pelle dei lavoratori, alle crisi facevano seguire delocalizzazioni e ulteriore precarizzazione e disoccupazione.

Mi congratulo per la sfrontatezza con la quale per l’ennesima volta non si è voluto per lo meno equiparare dal punto di vista fiscale le rendite finanziarie alla fiscalità operata sui lavoratori dipendenti, o al popolo delle partite iva o ai precari.

Su una cosa il governo dice una parziale verità: non metterà le mani nelle tasche degli italiani. La stragrande maggioranza degli italiani infatti sarà costretta sempre più a pagare servizi che strutturano lo “stato sociale”, e nelle tasche degli italiani non rimarrà alcunchè.

Io non voglio contribuire a una manovra che servirà ad impoverirmi ulteriormente, insieme alla maggioranza degli italiani, mentre chi in questi anni ha speculato e sfruttato continuerà ad arricchirsi.

Voglio che vengano tassate le rendite finanziarie, che il clero paghi l’ICI per quegli edifici e locali non adibiti al culto, voglio che la lotta all’evasione fiscale e alla corruzione sia compiuta con tutti i mezzi possibili comprese le intercettazioni telefoniche.

Voglio che questo paese torni ad essere un “Paese Normale”

Loris

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