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Voglio essere Chiara: il coraggio di avere paura

Creato il 18 marzo 2011 da Gianclint

 

Voglio essere Chiara: il coraggio di avere paura

Chiara vuole un regista vero e non distruttore di gioco davanti alla difesa

La tempesta emotiva che si era scatenata alle 22.30 di Martedì si è placata. La schiuma di una rabbia furibonda ora è diluita nella risacca di una disincantata delusione. Il clima interiore, quindi, favorisce l’emergere della mia parte razionale. 29 partite giocate. 62 punti. 18 vittorie, 8 pareggi e 3 sconfitte. Media, arrotondata al decimo, di 2,1 punti a gara. Mai una volta siamo riusciti a trasformare una sconfitta in una vittoria. E questo è un dato molto preoccupante. In 3 casi abbiamo rimontato parzialmente. Con il Catania Inzaghi pareggiò l’eurogol di Capuano. La gara con il Bari brucia ancora. Due pareggi dal sapore amarissimo.

Poi c’è la tripla rimonta con l’Udinese in quel rocambolesco 4 a 4 dal gusto meno acre.  Stop. Di contro, siamo stati ripresi 4 volte. All’ Olimpico Floccari rispose alla perla di  di Ibra. A Marassi Pazzini pareggiò, su azione da calcio d’angolo, il gol di Binho .A Lecce Olivera, solo soletto in area su corner , vanificò la magia di Zlatan. Ancora a Marassi Floro Flores, a causa di un disgraziato rimpallo, annacquò l’incanto del gol di Pato. Non abbiamo mai perso dopo essere passati in vantaggio. Due volte, a  S.Siro, contro il Palermo, e al Bentegodi ,siamo riusciti a vincere dopo essere stati raggiunti sull’uno a uno. Questa, nuda e cruda, la storia in cifre del nostro campionato, dall’esito ora incerto.

Tra noi, ed è naturale, visti i giorni bestiali da cui veniamo, prevalgono i pessimisti. Io mi arruolo tra loro, pur non avendo certo alzato bandiera bianca..Agli ottimisti dico: “ Ragazzi, bisogna avere il coraggio di aver paura.” Al di là delle cifre, sulle quali tornerò, è oggettiva, scusate l’ossimoro, la sensazione che la squadra da parecchio non sia incisiva. Si fa una fatica bestiale a creare occasioni da gol. E l’assetto decisamente più solido della fase difensiva viene scalfito da incomprensibili leggerezze sui calci piazzati degli avversari. Di contro, purtroppo, spicca un’avvilente inadeguatezza nello sfruttare le palle inattive a nostro favore. E’ possibile risolvere questi problemi, che sono un aspetto specifico e circoscritto di una partita di calcio?

Certo, noi non abbiamo grandissimi colpitori di testa. E neppure grandi crossa tori. Abate, però, è migliorato molto e riesce a mettere dentro qualche pallone invitante. Credo che i suoi progressi siano dovuti  al lavoro, all’esercizio. Penso che, con un adeguato allenamento durante la settimana, una particolare attenzione agli schemi, si possa migliorare notevolmente. Anche se questa mi sembra una chimera, visto che veniamo da anni in cui il problema è stato colpevolmente ignorato, facendomi imbufalire. E  passiamo a trattare la questione vitale, il fluire del gioco. Questo dipende da un reparto, il centrocampo. D’accordo, pure i terzini influiscono, ma…. Qui ci sono due scuole di pensiero, che, a ben vedere, non sono poi così distinte. Qualità e quantità.

E’ chiaro che ognuno di noi vorrebbe vedere abbinate le due cose. Poi, nell’impossibilità di farlo, vengono a galla le differenze. Per esempio, il mio ideale di centrale è un Raijkaard. Quindi non un Desailly, ma neanche il Pirlo degli ultimi anni. Se devo scegliere tra il fosforo privo di dinamismo e la forza fisica senza qualità, ci penso. E la soluzione dipende dal resto della composizione del reparto. Insomma, non si può ragionare solo sui singoli. Una squadra non è la somma algebrica di valori individuali. Occorre complementarietà. Il Pirlo, Seedorf, Dinho, per me, era un corazzata Potemkin. La mortificazione di quella voglia di vincere che invade ogni fibra del mio essere.

Un decadente circo Barnum. Quando li ho visti schierati a Madrid, mi sono sentita morire. “ Andiamo al Bernabeu per imporre il nostro gioco”, disse Tassotti. Lo mandai al diavolo, insieme al suo capo antico, emigrato in Inghilterra, al capetto intermedio, volato a Vomitolandia, e a quello nuovo. Poi le cose, per fortuna, sono cambiate. Resta il fatto che le 4 rimonte subite e la difficoltà nel creare azioni pericolose denotano una sofferenza di fondo. E’ indubbiamente migliorata la capacità di rubare palla. Non quella di ripartire velocemente e andare a fare davvero male. Gli Orrendi, a prescindere dalla disgustosa dose di fortuna, ci sono enormemente superiori in questo.

L’Ibra stanco, fermo, sempre in fuorigioco da parecchio tempo sicuramente influisce. Ma è l’unica causa? Non credo. Ed è vero che, anche per questioni psicologiche, inibisca Pato? Non penso. Carenze tecniche di un centrocampo, tra l’altro incredibilmente falcidiato? Sì. Binho ora è calato. Però, con la sua corsa, la sua capacità di saltare l’uomo, è un giocatore fondamentale, se in forma? Per me, no. Io, pensando alle esigenze della squadra, per l’anno prossimo al suo posto vedrei bene, per esempio, un Caracciolo. Insomma, una prima punta che sappia di dover partire dalla panchina e sia pronta a dare il suo contributo. La seconda punta di riserva è Cassano. I due titolari sono Ibra e Pato, ma devono imparare a riempire di più l’area.

Ritengo che una vera prima punta, anche se non eccezionale, sia indispensabile nell’organico. Pippo? Ha 38 anni ed è reduce dalla rottura dei legamenti……  Balo? Credo che gli investimenti pesanti vadano fatti a centrocampo e in difesa. Tornando al presente, nessun dubbio. A Palermo voglio Pato, Cassano e il Boa trequartista, infortunio permettendo. Perché Allegri l’abbia rischiato in quel modo a Londra, è cosa che non riesco ancora a digerire. Portandolo in panchina con il Bari…. Già, il Prince. Fisico, velocità, corsa, tempi di inserimento, piedi non eccelsi ma discreti. Il tipo di centrocampista che più si avvicina ad Ambro. Quello che desideravo. E su di lui occorre riflettere, per uno snodo tattico dal quale deve dipendere la nostra campagna  acquisti.

Qual è la dimensione più consona al Boa del futuro? Trequartista o centrocampista? E Thiago? Rimarrà il fantastico stopper che è o può avanzare? Per me è un potenziale Raijkaard. Resta inteso che, comunque la si pensi, bisogna ragionare sull’ assetto della squadra, prima di fare acquisti. Parametri zero? Be’, ritengo che un buon terzino sinistro sia una necessità assoluta, che non deve dipendere dal costo. Il Trio Lescano incideva per più di quaranta milioni sul nostro bilancio. Uno è andato. Speriamo di liberarci di Seedorf. Pirlo? Improponibile il suo ingaggio attuale. Si potrebbe discutere sulla metà. Difficile anche pensare a un suo impiego con un trequartista che sia più offensivo del Boa.

Ganso? Con il Prince dietro e uno più dinamico e robusto di Pirlo, mi potrebbe andare bene. Da valutare, però, i suoi infortuni. Insomma, vorrei tanto che la Società riflettesse con intelligenza, prima di decidere. Poi, per carità, sono possibili scelte diverse. Ma sempre nell’ottica di un progetto complessivo e non delle figurine Panini. A me sembra, invece, che per troppo tempo si sia ragionato con i piedi e non con il cervello. Quest’anno si è notato un cambiamento. Spero che la transizione  si completi verso il meglio. Ora, però, incombe un presente che si chiama Palermo.

Niente scherzi, per favore. Gli Orrendi vanno a mille! E’ pur vero, comunque, che nel girone di ritorno abbiamo fatto gli stessi punti. Al Barbera bisogna vincere. Senza se e senza ma! Max, se la necessità lo impone, inventati qualcosa. Magari anche un Abate a centrocampo. L’importante è che tu non metta Seedorf. E provale intensamente, per piacere, le situazioni su palla inattiva! Se ci facciamo fregare lo scudetto da Ipocritino Bei Capelli, non rispondo più delle mie azioni. Forza Milan!

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