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Voi che sapete che cosa è amor. Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen
Creato il 23 gennaio 2011 da SpaceoddityNon c'è una tale superfetazione erotica nel drammatico - e simbolico - capolavoro Match Point, ma neanche nel più esplicito e raffinatissimo Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni. L'amore si fa, in Vicky Cristina Barcelona, ma si fa come eco di una discutere, capire, immergersi frenetici in ciò che significa questa forza, ciascuno a partire da quel che è, da cosa vuole, da come si presenta.
Intorno a Juan Antonio (Javier Bardem), artista talentuoso e sensuale, ruotano senza sosta i sensi e le emozioni di Vicky (Rebecca Hall), Cristina (l'irrinunciabile Scarlett Johansson di molti film di Allen), Maria Elena (la sempre più bella Penelope Cruz), ciascuna con un portato di storie e di energie sprecate da guidare, mano nella mano, lo spettatore nel definire questo di Woody Allen un film senz'altro senile, nonostante l'avvenenza dei protagonisti e la loro florida energia erotica.
Uomini e donne in preda ad avventure senza un domani, a sofisticati non sense sentimentali, incerti sulla loro posizione, identità in crisi di persone, in equilibrio tra un abisso e una vita rassicurante, ma indesiderata. L'autore c'è, eccome: Woody Allen ha sostituito alla sua persona una voce di straordinaria abilità narrativa, capace di accelerare o ritardare il ritmo con un tocco di straordinario e graffiante sarcasmo. Ma i personaggi, lungi dall'essere completati o messi in guardia dall'ironia di quest'autore, sembra giochino a sprofondare sempre più nella loro incompiutezza affettiva: si rendono conto di essere convenzionali, ma ogni pretesa soluzione per superarsi li ricaccia in una più profonda banalità esistenziale.
Mi sembra come se le età si fossero azzerate, come se questo discutere da adulti di sentimenti e combinazioni (per cui ricordo il delicatissimo laboratorio di Sesso, bugie e videotape), corrispondesse alla rinuncia a crescere ed essere che è propria di chi non vede con certezza un domani davanti a sé. Il problema, è chiaro, non è qui giudicare persone o situazioni sullo sfondo di una fotografia stupenda e di una regia sempre magistrale. Non mi preoccupa il modello che ne emerge, sia perché la realtà sopravanza di molto ogni immaginazione, sia perché intuisco e, in parte, condivido le domande che stanno alla base di certi comportamenti. Lascio all'etica alle sfere che le competono e a chi voglia normalizzarla, ma ho un appunto estetico importante: non mi aspetto soluzioni, ma certo una soluzione.
Il finale di Vicky Cristina Barcelona, come anche in Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni, sembra un po' affrettato, sbrigativo, non offre una vera risposta. Mi duole dirlo, è anche piuttosto convenzionale. Forse l'ovvietà di quest'esito rende ancora più pungente l'ironia che accompagna i personaggi e le loro storie, il rimarcare con perfetto tocco autoriale le loro crisi preconfezionate e ormai spacciate all'ingrosso con la diffusione capillare della produzione industriale. Ma il dubbio su ciò che accade dopo o davvero dentro questi personaggi, a mio avviso, depotenzia il loro centro focale, il loro interesse, riducendo il film a un mero gioco combinatorio di occasioni e di inquadrature superbe.
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