Non mi verrebbe mai in mente. Hegel sono le interrogazioni da evitare al liceo. Gli sbadigli per prepararsi a quelle stesse interrogazioni. L'idealismo tedesco da rifuggire come la peste, tanto sono elevate e distanti quelle idee, idee tanto idee che assomigliano alle pareti dell'Himalaya.
Eppure sentite che ha raccontato uno come Aldo Nove, scrittore che voglio conoscere di più, vita che ha conosciuto altre vite - immagino sciagurate - prima di quella dello scrittore affermato:
Allora l'eroina sembrava una forma di vita alternativa a differenza della cocaina che aiuta a integrarti, a lavorare. C'era anche la musica a farmi compagnia: i Joy Division, The Cure, Lou Reed e David Bowie. Ascoltavo e mi immergevo nei Paradisi artificiali di Charles Baudelaire, nelle Confessioni di un mangiatore d'oppio di Thomas de Quincey, mi gustavo Timothy Francis Leary, il guru delle droghe psichedeliche, e Aldous Huxley, gran sostenitore degli allucinogeni e "padre spirituale" del movimento hippie. Però ero anche innamorato della filosofia di Hegel, delle sue bellissime pagine sulla natura. E proprio questo interesse mi portò fuori dalla tossicodipendenza
Non so voi, ma queste parole mi hanno gettato una nuova luce su Hegel. Ora sto scrutando i suoi ritratti con una certa curiosità. Con una certa gratitudine, anche. Come se le sue pagine fossero una delle migliori dimostrazioni - se anche con Hegel ci si riesce... - che i libri, davvero, i libri possono cambiarci la vita, mica scherzi...