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Voilà la Réclame

Creato il 25 febbraio 2012 da Pedroelrey

Disponibili pubblicamente le prime anticipazioni sull’andamento del mercato pubblicitario per mezzo nel nostro paese dell’anno appena trascorso.

Il mercato pubblicitario italiano nel 2011, secondo le rilevazioni della Nielesen,  complessivamente si chiude con una riduzione degli investimenti a totale tipologie di comunicazione [commerciale nazionale, locale, rubricata e di servizio] del -3,8%.  Un risultato che è comune alla raccolta di tutti i media ad esclusione di Internet.

La televisione rimane abbondantemente il mezzo che assorbe la maggior quantità di investimenti pubblicitari, con una quota superiore al 50% sul totale, nonostante un calo nella raccolta pubblicitaria del -3,1%. La stampa riporta risultati negativi: i periodici sono quelli che nell’anno hanno subito meno perdite, fermandosi a un -3,7%,  i quotidiani registrano un calo del 5,8% e la free press crolla letteralmente registrando una flessione quasi del 43%.

Internet, come anticipato, è l’unico mezzo in crescita con un +12,3% rispetto al 2010 con una dimensione in valori assoluti degli investimenti che è quasi pari a quella della radio e circa un quarto del totale della raccolta della carta stampata [quotidiani + periodici]. Paragone utile, oserei dire necessario, per [ri]dare un senso alla dimensione dopo che  si assiste ad annunci continui di sorpassi del Web sulla stampa che, evidentemente, non si riferiscono alla nostra realtà nazionale.

Internet aumenta anche il numero di aziende, il numero di inserzionisti  rispetto all’anno precedente seppure in maniera modesta: +4,5% [3762 vs 3600]; inoltre in quasi la metà dei casi  [42,7% ] si tratta di imprese, di marchi che investono esclusivamente su questo mezzo. Logica di investimento che è vicina quelle che investono nella stampa, soprattutto periodica, e al contrario distante dalle aziende che investono in televisione con meno di un quinto [18%] che ha una pianificazione mono mediatica.

Elemento che, da un lato, consente di comprendere come sulla Rete e, in parte, sulla stampa siano veicolati prevalentemente piccoli budget ancora oggi, e dall’altro lato, evidenzia un potenziale problema di efficacia di tale modalità di pianificazione, di investimento essendo noto che una gestione multimediale, una coimunicazione che utilizza un ventaglio di mezzi, solitamente, ha maggiori probabilità di successo, a parità di condizione evidentemente. Sono aspetti che di riflesso forniscono una dimensione alle attese di ricavi del comparto editoriale dal Web nel nostro Paese.

Voilà la Réclame


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