Tutto ciò lascia intuire quanto, anche per la provincia di Alessandria, le esportazioni siano muri portanti per la sopravvivenza dell’economia locale; i dati relativi al commercio estero sembrano infatti confermare che il seppur modesto rimbalzo dell’economia dipende, in larga misura, dall’andamento delle export, influenzato positivamente da “clienti storici” quali Germania e Francia, le cui imprese sono da anni in affari con il nostro territorio.
A trainare la crescita dell’export piemontese sono stati, nel periodo gennaio-settembre 2010, tutti i principali comparti. In particolare il settore dei metalli e prodotti in metallo, che da solo rappresenta più del 23% dell’export provinciale, ha messo a segno un incremento del 63,4%; la meccanica, terzo settore per vendite all’estero dell’economia alessandrina, ha fatto registrare un aumento tendenziale del 12,9%; i prodotti tessili e dell’abbigliamento, sesto comparto dell’export provinciale, del 4,7%. Infine la categoria residuale cosiddetta degli “Altri prodotti”, che rappresenta il 49,9% delle esportazioni della provincia, ha messo a segno un incremento del 32,4%.
Per contro sono risultate in flessione le vendite all’estero dei settori “Prodotti alimentari, bevande e tabacco” (- 0,2%) e dei “Mezzi di trasporto” (-8,6%), rispettivamente quarto e quinto comparto esportatore della provincia.
“La crescita dell’export – ha commentato il presidente della Camera di Commercio, Piero Martinotti – “costituisce un segnale positivo e dimostra, se ancora ce ne fosse stato bisogno, le capacità concorrenziali dell’industria provinciale, che appare in grado di stare con profitto sui mercati esteri”, in particolar modo dei settori trainanti delle industrie meccaniche, dei metalli e dei prodotti in metallo. Restano però ancora molti timori”, – ha proseguito il presidente Martinotti – “soprattutto per quel che riguarda l’andamento dell’occupazione, che evidenzia ancora una crescita dei numero di disoccupati e del ricorso alla mobilità, nonché alti livelli di cassa integrazione”.