Beh non siete i soli. Ascoltate questa storia…
Quando scesi a Lecce a giugno, sopra al porticato di casa nostra di mare, notai che una coppia di rondini aveva deciso di costruire il proprio nido. In tanti anni che avevamo costruito quella casa di mare, non era mai successo.
Le rondini sono monogame. Le coppie si formano ogni primavera dopo l'arrivo nelle zone di riproduzione.
Le coppie di rondini costruiscono, con costanza e dedizione il proprio nido, fatto di fango e terra cementati insieme.
Se non avete mai visto costruire un nido di una rondine, vi posso assicurare che è uno spettacolo stupefacente.
Ho visto più sintonia in quei piccoli animaletti, che in molte coppie di noi umani. Questi pennutini si alternano tra lavori di trasporto pagliuzzette e lavori di cementatura, con grande dedizione.
L'impegno viene sempre ripagato. E lo potete vedere...
Dopo la fatica della costruzione della casa, i giovani sposini, si sono messi in posa per una foto davanti alla porta della loro nuova dimora ormai finita.
Bellini vero?
A giungo sono partita subito dopo che i pennutini hanno, finito di installare gli ultimi arredamenti di casa. Il tempo di tagliare il nastro davanti la porta e invitare un po’ di amici per un party di inagurazione.
Lo scorso we, sono ritornata a Lecce, e nonostante ricevessi aggiornamenti da mia madre sugli inquilini del piano rialzato, mi sono meravigliata di vedere come fossero cambiate le cose, in questo poco tempo di mia assenza.
Quel nido, quel loro nido da amore, esplodeva di piccoli rondinotti irrequieti e starnazzanti.
Il nido, come si può vedere è al limite dell’esplosione. La madre rondine stressatissima, almeno quanto una giovane madre umana, ad andare avanti e dietro a procurare cibo per queste sue creaturine fameliche.
Il padre, ovviamente latitante! In disparte a leggersi un giornale.
Ho letto su un documento della Lipu, che i genitori portano da mangiare ai nidiacei fino a 400 volte al giorno!
E ci lamentiamo noi….
Negli ultimi giorni in cui sono stata giù, ho avuto la fortuna di assistere anche alle prime lezioni di volo. Che ve lo dico a fa?(come si dice qui a Roma) Emozionantissimo!
La madre, emette dei suoni intensissimi e vola intorno al nido in maniera circolare. I piccoli, eccitati la cercano di imitare…
Si muovono, stiracchiano le ali, ricadono, strillano….Si dimenano… tentano il lancio ma poi ci ripensano.
Questo va avanti per uno o due giorni, fino a quando si lanciano e spiccano, magicamente il volo.
Perfetti ed eleganti, come tutti i consagnguinei.
Questo succede per il primo rondinotto, per il secondo.
Il terzo risponde alla madre: Fossi scemo! Nemmeno per tutto l’oro del mondo!
Il terzo ha una paura fottuta di volare. E a lui che gli altri volteggiano in cielo, fanno gli avvitamenti, i giri della morte, salgono scendono, ripartono, proprio non gliene importa un fico secco!
Lui sta bene dove sta
Rimane per tre giorni, da solo. Durante la giornata è sempre da solo, fatta eccezione per qualche breve visita della mamma, che impietosita da questo fifone si ricorda di andargli a dare ogni tanto da mangiare.
Le altre brevi visite, sono di uno o dell’altro fratello che prendono una breve pausa dall’acrobazie in volo. Lui si tira sempre contro le pareti, per paura di cader giù, spinto dall’irruenza del fratello.
La sera poi la famiglia si riunisce intorno al nido: fifoni e non.
Il giorno della mia partenza per Roma, però, quando mi alzo dal letto e sorseggiando il caffè butto un occhio ai coinquilini del piano rialzato scopro che il nido è vuoto.
Un esserino ha vinto la sua paura e e da un filo della luce lo vedo scrutare il mondo con gli occhi un po’ da grande.
Mi guarda e sembra dirmi: Ricordati che le paure vanno sempre affrontate! E dillo pure a chi legge il tuo blog!
Stretta la foglia, lunga la via, dite la vostra che ho detto la mia