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Volare oooh: Top Gun de noantri

Creato il 23 marzo 2011 da Abattoir

Volare oooh: Top Gun de noantriBuoni e decenti VS pippaioli e ultradotati

C’è confusione. Non si capisce più niente. Gli aerei passano sulle nostre teste e chiunque si affaccia a vedere se siano quelli di cui parlano alla tv e alla radio. Giornaliste dai lunghi capelli narrano le prodigiose forme tecniche di velivoli ultradotati, come fossimo in un porno-film di guerra e gli ingegneri all’ascolto i pippaioli eccitati.

Li vedo, i bambini, chiedere per il proprio compleanno il modellino del Tornado, o dei famosi caccia, magari torna di moda un “film” imprescindibile per molti come Top Gun.

È un momento fitto, fittissimo di eventi sconvolgenti, tutti tragici e non, che ritrova l’italiano medio felicemente bombardato dalle news, dai video straordinari e cialtroni, dalle voci da bar, dalle edizioni straordinarie, dai commenti (a)politici dal mattino fino alla notte. Senza capire poi niente di ciò che pensa nel profondo del suo cervello.

Veloce veloce, Madonna del Carmelo!

Bombe reali al di là del mare, oltre un orizzonte pallido. Bombe richieste. Bombe “premurose” per i poveri figli di Allah. Bombardato il palazzo del rais, bombardato un edificio vicino al palazzo del rais, morto il figlio del rais, morto uno dei sei figli del rais. Scritte cubitali, scritte in rosso. Sinceramente stimo di più la calma e la speranza dei giapponesi che tutta sta’ caciara di urlatori di cattive sentenze, puntuali ed imprecisi come orologi svizzeri con la batteria scarica.

Prima eravamo tutti contenti, almeno i tutti buoni e decenti, della Tunisia, dell’Egitto, come fossimo tifosi davanti ad una partita da giocare con il cattivo di turno. Che bello, che una partita dura di quel tipo, i ribelli l’avessero vinta nonostante tutto.
Ma i musi incominciarono a imbronciarsi come si videro davanti migliaia di immigrati, in fuga dalla crisi, dal non-governo… forse ci sono pannelli pubblicitari ad ogni angolo di strada, in quel del nord Africa eccitato dalla rivolta, che raffigurano l’Italia come il purgatorio ideale per entrare in un paradiso immaginario chiamato Europa? Forse basta la disperazione.

Come si sentiranno le Persone, che per un attimo non chiamiamo immigrati, clandestini, in fuga da una società in conflitto, arrivate persino ad essere anche mal sopportate dai Lampedusani? Senza casa, senza patria, senza asilo. Burocrazia lenta per gli italiani stessi, come non può essere uguale, se non peggiore, per chi ci viene a trovare? Rischi e pericoli per un lascia passare per il paradiso.

A parte tutto questo, Apocalipse now!

Finire tra le pagine di cronaca nera, oggi, è un po’ fuori moda, e sappiate che nessuno parlerà di voi, assassini, stupratori, malati e ladri.

Avevamo riscoperto persino l’orgoglio di cantare Fratelli d’Italia, Grazie dei Fiori, Volare oh oh cantare oh oh oh oh, per una strana ricorrenza che mai fu tanta agognata e tanto osteggiata dall’indifferenza. Ma neanche il tempo giusto per godersi i trucchi sul viso, o le pagine dedicate al risorgimento, che avevano bisogno di una rispolverata carica di passione, che la vicenda del Giappone è riuscita quasi a spazzar via ogni forma di gioia e sorriso dalle prime pagine dei giornali. APOCALISSE.

Come in una saga puramente distopica, manca il tempo della festa e tutto si riduce all’ammasso presuntuoso della negatività.

Guerra e pace: non finisce mai sto’ libro!

Poi siccome abbiamo a cuore la popolazione libica molto di più dell’ex “amico” Gheddafi, ci facciamo partecipi di una coalizione umanitaria contro il bullismo che darà una mano lanciando bombe ed urlando metaforicamente Pace e Bene alle vittime delle ingiuriose violenze.

Gheddafi giustamente si sente vittima di un tradimento e pensa che Silvio bacerà altre mani e sorriderà ad altri uomini; per questo non ci vuole risparmiare da una possibile vendetta. L’ istinto e la violenza sono conseguenze di un dolore inammissibile come questo.

Seriamente, noi ci proviamo ad indignarci dal basso dei nostri paesi, dal traffico delle nostre città, iniziamo ad aver paura, almeno noi siciliani, così africani da sentirci direttamente confinanti con la Libia, tremiamo al solo pensiero che gli aerei che stanno oltrepassando i nostri cieli, siano diretti verso zone di guerra. Le vite, le nostre esistenze quotidiane, iniziano ad assottigliarsi nei confronti di realtà parallele per troppo tempo soltanto oggetto di studio e lontane dal presente, ora scenografie realiste, iperrealiste, raccontate minuto per minuto come in uno dei tanti Guerra e Pace letto per passatempo. Ma chissà cosa ci rimane dopo aver chiuso questo mattone di libro.

Per ora regna la confusione. Gli aerei frettolosi su nel cielo. I polemici pacifisti italiani. L’oro nero. Sarkozy candidato al prossimo nobel per la pace. La Libia, che non dorme la notte e che non riesce a comunicare col mondo con le sue vere parole.


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