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Volevo essere una gatta morta

Creato il 02 maggio 2011 da The Old Pink Room
Il titolo del post vuole essere una dichiarazione mia personale, ma è anche il titolo di un libro.
Un libro che mi ha colpito subito, perchè ho sentito che a scriverlo era stata una donna con cui ho molto in comune. Avevo visto giusto.
Volevo essere una gatta morta
Chiara è sfigata, è sempre quella che non ha il fidanzato, è da sempre innamorata dello stesso uomo (sbagliato) che non la guarda neanche, si ammala spesso, ha un carattere forte e per questo gli uomini la vedono solo come amica, mentre si lamentano delle loro fidanzate, le gatte morte.
"... se fossi nata gatta morta, la mia vita sarebbe stata diversa.
La gatta morta è una categoria poco conosciuta, nascosta, silenziosa ma micidiale.
Ha pochi pensieri, chiari, semplici. Nessuna dietrologia, nessuna complicazione. Ha una vita serena perchè ha un unico scopo nella vita: il matrimonio. (...)
Nel frattempo tu stai vivendo dibattuta tra profondi pensieri e insondabili angosce. Devi trovare la tua strada nel mondo, cosa non facile.
A volte incontri un uomo che ti piace e allora ce la metti tutta per cercare di conquistarlo. Ti mostri una donna completa, che sa ascoltare. Lo lasci liberi di fare le sue scelte, spesso dolorose per te, cerchi di capirlo, di assecondare il suo ego. Sei spigliata a letto e non hai mai l'emicrania, sei una buona confidente, una complice, un'amica.
E stai sbagliando, su tutta la linea. Infatti all'improvviso lui si innamora, ma mai di te.(...)
Se lasciate andare in vacanza con gli amici il vostro ragazzo, se andate con lui a vedere i film di Dario Argento, se prendete la macchina perchè siete indipendenti, state sbagliando tutto. Una vera gatta morta non lo farebbe mai.
Siete confuse? Lo credo bene. Io lo sono stata per anni. Ho trascorso periodi interi della mia vita ad ascoltare uomini lamentarsi di fidanzate che li privavano dei loro spazi, salvo poi decidere di sposarle."
Continuerei a copiare tutto questo capitolo, perchè lo trovo illuminante a dir poco. E' così. A me è andata SEMPRE così. Sarà un caso, non lo so. Ma io condivido e sottoscrivo tutto quello che scrive Chiara Moscardelli.
Comunque questo libro non è un manuale di auto-aiuto per povere deficienti come me, è un vero e proprio romanzo, un'autobiografia a dire il vero. Parla di viaggi, di amici, di lavori assurdi e di un cadavere in un bagno. E' divertente, è scorrevole e io l'ho letto in due giorni. Ma io sono un caso disperato, quando trovo un libro che mi piace non mi fermo finchè non l'ho finito.
Se non si fosse ancora capito ve lo consiglio.
Leggetelo se non siete gatte morte, ma anche se lo siete.

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