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Volevo essere una gatta morta di Chiara Moscardelli

Creato il 24 giugno 2011 da Girasonia76
Volevo essere una gatta morta di Chiara Moscardelli
Trama:C’è chi nasce podalica e chi nasce gatta morta. Chiara è nata podalica. Forse aveva già intuito che la sua vita non sarebbe stata una passeggiata… Che sarebbe sempre rimasta in piedi al gioco della sedia, o con la scopa in mano al gioco della scopa. E se la sarebbe dovuta vedere con chi invece è nata gatta morta. La gatta morta è una micidiale categoria femminile. Non fa battute divertenti, sta in disparte, non esprime opinioni. Ha paura dei thriller, le pesa la borsa, soffre di mestruazioni dolorose, non fa uscire il suo ragazzo con gli amici, non si concede mai al primo appuntamento e fin da piccola ha un solo scopo: il matrimonio. Chiara l’ha studiata per una vita. E ha capito che contro di lei non ci sono armi. Una catena di disavventure buffe e grottesche segnano il ritmo del libro: un attacco di colite notturna sul bus diretto in Chiapas che nasconde zapatisti, una corsa sulle montagne russe con le chiusure di sicurezza difettose, o il ragazzo dei sogni puntualmente rubato da un’amica gatta morta...
L'autrice:Volevo essere una gatta morta di Chiara MoscardelliChiara Moscardelli è nata a Roma, ha 38 anni e lavora a Milano come addetta stampa. Volevo essere una gatta morta (Einaudi, 2011) è il suo primo romanzo.
Recensione:Facciamo un giro nel web, incontriamo un titolo del genere e immediatamente pensiamo "Quel libro deve essere nostro". E' un titolo a dir poco esplosivo, vero, che riassume i nostri pensieri e forse quelli di tutte le nostre più care amiche, un titolo che sentiamo così vicino, al punto da pensare che sia il titolo della nostra vita.Noi, sempre abituate a sbandierare non la nostra femminilità ma il nostro femminismo, non il nostro bisogno di un uomo, ma la nostra indipendenza, a volte ci siamo ritrovate a chiedere: e se stessimo sbagliando tutto?  Fortunatamente arriva Chiara (Moscardelli) e queste domande se le pone lei per prima, cercando e trovando le risposte forse valide - forse no - per ognuna di noi. Parlo a nome di noi over 30, che abbiamo vissuto Il diario di Bridget Jones in prima persona e abbiamo vissuto un'adolescenza in cui la femminilità non esisteva, tristemente sostituita dalla moda anni '80 che tutto era fuorché sexy e seducente. In questa autobiografia ironica e esilarante, Chiara sembra trovare la risposta ai perché della vita. Se non ha accanto l'uomo giusto, se non è sposata, se non ha la felicità che ogni donna a una certa età vorrebbe è colpa del destino. Gatte morte si nasce, e a lei non è accaduto. E' abbastanza forte, abbastanza indipendente, abbastanza coraggiosa da non ispirare l'attaccamento di un uomo. E' abbastanza sfigata da finire in ospedale più volte per ragioni diverse. E' abbastanza. Insomma non è mai molto, non è mai poco. E' quell'abbastanza che, purtroppo, non basta. Ogni momento della sua vita diventa una caricatura di una vita vera. Quel che fa ridere è il pensiero che tutto ciò che ci racconta, quelle che ci sembrano delle simpatiche battute, in realtà potrebbero essere accadute realmente. E se non sei una gatta morta, non fai altro che attirare su di te momenti del genere: sei una calamita per le situazioni più indesiderate e improbabili. Eppure è lì la sua (la nostra) forza: saper affrontarle e superarle nonostante tutto. Senza il bisogno di un uomo accanto. Con le nostre capacità. Con la convinzione che un giorno qualcuno scriverà un romanzo, invidiandoci, dal titolo: Volevo nascere podalica.  Titolo: Volevo essere una gatta mortaAutore: Chiara MoscardelliEditore: Einaudi - Collana Stile Libero ExtraPagine: 248Prezzo: €13,50

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