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Volevo solo essere adorata

Creato il 08 luglio 2015 da Theobsidianmirror
Volevo solo essere adorataSono trascorsi ormai tre anni dalla lettura di quel minuscolo libro che la mia amica e collega blogger Marcella mi donò. Ricordo che da qualche parte arrivai allora a definirlo la cosa migliore che avessi letto quell'anno e, probabilmente, è stato davvero così. Lessi "Volevo solo essere adorata" nel giro di un paio d'ore, praticamente tutto d'un fiato, completamente rapito da quelle parole che si insinuavano dentro di me come se avessero trovato il loro posto nel mondo.
Quando mi risvegliai dall'incanto ricordo che accesi il computer e scrissi quasi di getto alcuni di quei pensieri che mi ronzavano nella mente, per paura che potessero svanire. Quei pensieri scritti si trasformarono poi in un post, una specie di recensione che volli intitolare "Carta velina intinta nella porpora", prendendo a prestito una frase (più che una frase, quasi un'immagine) che avevo letto nel libro. In coda a quel post Marcella rispose anche ad alcune domande che il sottoscritto, curioso all'inverosimile, le aveva posto.
Capì che le sensazioni che "Volevo essere adorata" mi aveva trasmesso non erano affatto campate in aria, capì che c'era una specie di, come dire, sintonia tra scrittore e lettore. Capì infine che le mia interpretazione del testo (un testo molto personale, come capirete se avrete la bontà di leggerlo) era perfettamente azzeccata, al punto che quando ne sottoposi l'anteprima a Marcella lei mi rispose via mail: "Ma mi conosci?". Ovviamente non la conoscevo, ma ero contento di essere riuscito in qualche modo a... scardinare una porta segreta.
Perché oggi siamo ancora qui a parlare di quella vecchia faccenda? Il motivo è una nuova edizione di "Volevo solo essere adorata", questa volta in formato elettronico. Nuova copertina, nuovo editing, qualche piccola correzione e... nientepopodimeno che una bella postfazione nuova di zecca, una postfazione che, lasciando da parte la modestia, è opera dal sottoscritto.
Niente di nuovo sotto il sole, in realtà: la postfazione che Marcella ha voluto inserire, rendendomi felice con non mai, è un estratto di quel mio vecchio post, opportunamente tagliato e ricucito per meglio adattarsi alla sua nuova essenza.
Oggi non staremo qui a ripetere ciò che abbiamo già in passato largamente detto a proposito del libro, oggi siamo piuttosto qui per incontrare nuovamente Marcella e chiederle di aggiornarci su quanto è successo in tutto questo tempo. Quella che segue, più che un'intervista, è una piccola chiaccherata tra bloggers...
T.O.M.: Ciao Marcella. Benvenuta, o forse farei meglio a dire bentornata, visto che già tre anni fa fosti mia gradita ospite su Obsidian Mirror. Ti ricordi come ci siamo conosciuti? 
M. A.: Ben ritrovato in questo blog che, non te l’ho mai detto, ma mi dà l’impressione di essere su un palcoscenico. Mi ricordo di essere stata catturata dal tuo post "Lo specchio di Giulia", tu sei comparso con un commento nel mio blog, ma è sul mio post “Il culto delle ossa e la danza macabra” che abbiamo cominciato a notare delle similitudini (?!) … ehm ... è un’amicizia nata su delle ceneri? E poi la comune passione per il Giappone che ha dato vita alla nostra Donna di sabbia… 
T.O.M.: Per chi ai tempi non c'era, preciso che la "donna di sabbia" fu un progetto che io e te realizzammo a quatto mani sui nostri rispettivi blog (qui e qui), a cui fece seguito, se ti ricordi, anche quall'altro progettino intitolato "Luci e ombre nella tempesta" (qui e qui). A proposito... cosa è successo in questi tre anni a Orlando? Il tuo blog ammiraglio, Kokoro, è stato protagonista di numerose evoluzioni nel corso del tempo. Lo abbiamo visto cambiare grafica un milione di volte e lo abbiamo visto anche cambiare nome per un breve periodo…
M.A.: Povero Kokoro …è il mio blog inquieto. Ora nella grafica è comparsa la Luna; quando appare di notte in cielo mi sorprende sempre come fosse una novità e, in effetti, questa grafica non mi annoia, forse non è la migliore che Kokoro abbia avuto, ma resiste. 
Volevo solo essere adorataT.O.M.: Fiabe in analisi è il nome del tuo secondo blog… o forse a questo punto possiamo promuoverlo definitivamente come il primo, se non l’unico, blog di Marcella Andreini? Tra l’altro sarei curioso di capire se Fiabe in Analisi è nato seguendo il tuo istinto del momento oppure se c’era (e c’è) un progetto ben definito? Ti ho mai chiesto come è nato il tuo amore per le fiabe? No? Allora te lo chiedo adesso. 
M.A.: Il mio amore per le fiabe deriva, probabilmente, dal mio amare le leggende che da bambina non mi stancavo di leggere o farmi raccontare. Tutto ciò che esiste ha un sua spiegazione nella leggenda o nel mito, con il tempo ho notato che anche le fiabe “trasportano” o ci tramandano, se preferisci, delle spiegazioni, delle chiavi di lettura; non sono dell’idea che le fiabe insegnino qualcosa ma piuttosto che ci diano una chiave di lettura per capire. Fiabe non è nato con un progetto in mente, però, strada facendo, l’idea di una raccolta è sempre più probabile 
T.O.M.: Tra l’altro Fiabe in analisi nasce nel settembre del 2012 ed esordisce con un articolo ispirato al Pentamerone di Giambattista Basile. Possiamo quindi affermare, senza timor di venire smentiti, che hai anticipato di tre anni ciò di cui adesso parlano tutti grazie al (o per colpa del) film di Garrone. Domanda d’obbligo: sei andata al cinema a vederlo? 
M.A.: Adoro il Pentamerone, ha un linguaggio a volte volgare ma, esaltato dalla lingua e dal ritmo napoletano, può essere comico e surreale; l’ho visto il film e Garrone, secondo me, ha colto questo surrealismo… 
T.O.M.: Adesso la domanda probabilmente più ovvia (e forse anche più temuta): come mai hai deciso di riproporre “Volevo essere adorata” in digitale? 
M.A.: Perché ci credo in Volevo solo essere adorata; perché deve viaggiare, nella copertina c’è un palloncino che vola via, idealmente trascina con sé tutto il libro, o meglio, la storia. 
T.O.M.: La volta scorsa mi scrivesti che “c’è una sola persona che in realtà ha adorato e tuttora adora Emilia, ed è Marcella”. È ancora così? Come si è evoluto il rapporto tra Emilia e Marcella? E che ruolo ha la narratrice senza nome in tutto questo? E cosa pensa oggi Marcella di quella frase del libro che dice “quasi vorrei poter essere un’altra persona per potermi incontrare”? 
M.A.: Io ormai mi sono incontrata. La narratrice ammira Emilia, l’ammira e la capisce fino al suo gesto estremo. Emilia è il mio secondo nome e quindi sempre parte di me. 
Volevo solo essere adorataT.O.M.: Tra l’altro ricordo che mi accennasti ad una vaga possibilità di poter dare un seguito a “Volevo essere adorata”, ma che l’ipotesi la scartasti perché “troppo triste”… sei ancora della stessa idea? 
M.A.: Il seguito che avevo in mente non sarebbe stato “troppo triste” come pensavo al momento, ma davvero crudo e certe verità me le tengo ancora per me…sai siamo circondati da un mondo che crolla e che è molto più crudo di quanto l’essere umano possa sopportare, però bisogna fingere che domani andrà meglio…Ultimamente canticchio sempre tra me “…e mentre il mondo cade a pezzi, io compongo nuovi spazi e desideri…” ecco alla fine mi scopro essere una “grande” ottimista!. 
T.O.M.: La solitudine è uno degli aspetti sui cui mi pare tu abbia lavorato di più nel tuo libro. Quando tre anni fa il sottoscritto scrisse quella famosa recensione qui sul blog, mi sembrò corretto interpretare tale solitudine come un qualcosa di positivo, come un’esperienza necessaria per la propria formazione. È davvero così? 
M.A.: “Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri” dice Alda Merini e se lo dice lei… Sì, credo sia proprio così, la solitudine è una sorgente, gli impegni sociali la prosciugano. La vita è quella interiore, la forza è interiore e, con il tempo la si porta anche all’esterno e, di solito, a favore dell’esterno, del sociale. 
T.O.M.: Nelle ultime settimane su questo blog si è parlato spesso di cose tristi, del dolore che deriva da una perdita e dell’ipotesi di un luogo (non-luogo) dove non tutto è perduto. Te l’ho già chiesto altre volte e te lo chiedo ancora: hai mica poi scoperto dove vanno a finire i palloncini? 
M.A.: I palloncini io non lo so dove vanno a finire, so solo che loro ci sfidano a seguirli e invece dobbiamo resistere e stare qui con i piedi per terra e lo sguardo rivolto al cielo, è la nostra condanna o è la nostra scuola? Ci sfidano suggerendoci che forse c’è un posto migliore dove vi si arriva leggeri, volando, ma dobbiamo scoprirlo un giorno da soli, non dobbiamo fidarci del primo palloncino che passa via. 
T.O.M.: Mi sembra di averti chiesto tutto. A questo punto non mi rimane che ringraziarti lasciandoti, se ti va, il compito di chiudere il post. Diciamo che da qui in avanti lo spazio è tuo: qui puoi parlarci a ruota libera dei tuoi eventuali progetti futuri e approfittarne per farti tutta la pubblicità che vuoi, anche in maniera spudorata. 
M.A.: Venghino siore e siori, venghino…vedi sono rimasta indietro con le leggi del marketing! Io ringrazio te per l’ospitalità e soprattutto la generosità per aver scritto la postfazione di Volevo essere solo adorata … quindi siore e siori venite a leggere la postfazione del nostro Obsidian (che ci volete fare? Io non riesco a far pubblicità a me stessa ;). Grazie ancora e un saluto ai tuoi lettori!
T.O.M.: Grazie a te, Marcella e, visto che tu non lo hai fatto, penso io a dare un paio di link, a beneficio di coloro che, chissà mai, si fossero incuriositi."Volevo solo essere adorata" lo trovate su Youcanprint in formato EPUB e MOBI, oltre che naturalmente su Amazon, su IBS e su non so quali altri. Esiste anche una pagina Facebook, se proprio avete piacere di lasciare qualche like... che aspettate?
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